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mercoledì 22 dicembre 2010

Ambiente: L’accordo di Cancun – la scheda

La sedicesima Conferenza delle parti (COP 16) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (United nations framework convention on climate change – Unfccc) si e’ conclusa con l’adozione dei cosiddetti ‘Accordi di Cancun’ (‘Cancun agreements’), ‘un pacchetto bilanciato di decisioni’. A dirlo il focal point per l’Italia dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change – gli scienziati che studiano il clima per conto dell’Onu) che traccia il quadro delle due settimane di negoziati messicani.
Nel complesso i risultati sono il frutto dei gruppi di lavoro per raggiungere ‘un futuro accordo globale’ sia in ambito Convenzione che per il protocollo di Kyoto. Gli elementi piu’ significativi del pacchetto includono: riconoscimento ufficiale degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra dei Paesi industrializzati; elaborare piani di sviluppo a basse emissioni di carbonio, anche attraverso meccanismi di mercato; riconoscimento dell’impegno di 30 miliardi di dollari per il finanziamento rapido (fast start finance) entro il 2012; mobilizzare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 da parte dei Paesi industrializzati per sostenere azioni di mitigazione e adattamento nei Paesi in via di sviluppo; creazione del ‘Green climate fund’; istituire un quadro d’azione per l’adattamento (‘Cancun adaptation framework’), e di un programma di lavoro sui danni dovuti ai cambiamenti climatici; un meccanismo per il trasferimento tecnologico; rafforzamento del Redd+, ovvero della mitigazione attraverso la difesa del patrimonio forestale.
Nel 2011 il gruppo di lavoro della Convenzione avra’ l’obiettivo di perseguire gli impegni contenuti nella relativa decisione della Cop e continuare a discutere della forma legale di un futuro accordo globale, per presentare i risultati alla Cop 17, a Durban, in Sud Africa. Il processo di lavoro sotto il cappello del protocollo di Kyoto proseguira’ per raggiungere un accordo ‘il prima possibile’ ed evitare un gap tra il primo e il secondo periodo di impegni.

I PUNTI DELL’ACCORDO

L’accordo sollecita “profondi tagli” nelle emissioni di anidride carbonica responsabili dell’effetto serra, per frenare l’aumento delle temperature a non piu’ di 2 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali; e chiede uno studio su un rafforzamento dell’obiettivo (a 1,5 gradi) – chiede ai Paesi ricchi di ridurre le emissioni dal 25 al 40 per cento entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 (ma questo passaggio e’ in un gruppo di lavoro sul Protocollo di Kyoto, e quindi non coinvolge gli Usa, che non hanno mai firmato il trattato) -accetta di studiare nuovi meccanismi per aiutare le nazioni in via di sviluppo a ridurre le emissioni di anidride carbonica e per discutere le proposte per il clima al prossimo grande appuntamento Onu, alla fine del 2011 in Sud-Africa AIUTO AI PAESI IN VIA SVILUPPO -L’accordo da’ vita a un nuovo organismo internazionale, il Green Climate Fund, per amministrare il denaro destinato dai Paesi ricchi alle nazioni piu’ colpite dai cambiamenti climatici. L’Ue, il Giappone e gli Usa si sono impegnati a donare 100 miliardi di dollari all’anno a partire dal 2020, insieme a 30 miliardi di dollari in aiuti urgenti per il 2008-2012 – la gestione del fondo viene affidata temporaneamente e per i primi tre anni alla Banca Mondiale – si crea un direttorio composto da 24 Paesi membri (scelti in maniera paritaria tra nazioni sviluppate e in via di sviluppo, insieme a rappresentanti dei piccoli Stati insulari piu’ a rischio per i cambiamenti climatici) che gestiranno il Green Climate Fund – da’ vita a un Climate Teechnology Center and Network per aiutare a distribuire il know-how tecnico che aiuti le nazioni in via di sviluppo a contenere le emissioni e ad adattarsi ai cambimenti climatici RIDUZIONE DELLA DEFORESTAZIONE -l’accordo da’ ampio sostegno agli sforzi volti a ridurre la distruzione delle foreste; chiede ai Paesi in via di sviluppo dei piani anti-deforestazione -chiede a tutte le nazioni di rispettare i diritti delle popolazioni indigene FUTURO DEL PROTOCOLLO KYOTO - L’accordo sposto a una fase futura la decisione se ci sara’ o meno una seconda fase del Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012. Gli impegni della prima fase del protocollo di Kyoto prevedevono la riduzione dell’11-16 per cento rispetto ai livelli del 1990 per il periodo dal 2008 al 2012, mentre ora si propone che aumentino a una percentuale tra il 25 e il 40 per cento entro il 2020.
fonte: http://www.gliitaliani.it/2010/12/32231/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utmcampaign=Feed%3A+gliItaliani+%28gli+italiani%29&utm_content=Google+Reader

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