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martedì 8 maggio 2012

AIDS: Hiv, un sieropositivo su quattro non sa di esserlo

 Undici nuovi contagi al giorno, quattromila all’anno. In molti casi l’infezione si lega a quella da Hcv, il virus dell’epatite C] Undici nuovi contagi al giorno, quattromila all'anno. In molti casi l'infezione si lega a quella da Hcv, il virus dell'epatite C

Quattromila all'anno, undici al giorno: è il numero di infezioni da Hiv nel nostro Paese. Si stima che le persone infettate dal virus siano 180mila, 40mila i malati di Aids. Ma c'è un altro dato impressionante: un sieropositivo su quattro non sa di esserlo. C'è un problema di scarsa conoscenza e di sottovalutazione del rischio. Inoltre in molti casi l'infezione si lega a quella da Hcv, il virus dell'epatite C. Temi di cui si è parlato al convegno «Hiv & Hcv: due storie parallele. Le sfide future» all'Istituto Superiore di Sanità. Una persona su 180 nel mondo convive con l'Hiv: in tutto 34 milioni. Come dire tutta la popolazione del Canada. In tutto il pianeta 7.400 persone al giorno vengono infettate dal virus, mille sono bambini. Ogni 30 secondi si verifica una morte per Aids. Numeri che fanno ancora impressione, anche se questa malattia non è più considerata letale.

EPATITE C - Quanto all'Hcv, una persona su 40 nel mondo convive con l'infezione cronica. In Italia il 2-3% della popolazione è entrato a contatto con il virus e i portatori cronici sono un milione e 700mila. Secondo l'Oms, l'epatite C causa il maggior numero di decessi tra le malattie infettive trasmissibili ed è la prima causa di trapianto di fegato al mondo. Circa il 30% delle persone con Hiv ha contratto anche il virus dell'epatite C. Ma la percentuale può salire fino al 90% se consideriamo gli emofilici, che necessitano di frequenti trasfusioni, o i tossicodipendenti, che usano droghe iniettive. La coinfezione può avvenire grazie al fatto che i due virus hanno vie simili di trasmissione. E nelle persone sieropositive il danno epatico progredisce più rapidamente, tanto che l'epatite C è diventata una delle principali cause di ospedalizzazione nei pazienti sieropositivi. Sebbene, quindi, le terapie antiretrovirali abbiano diminuito la mortalità da Hiv/Aids, i dati dimostrano che nel mondo un decesso su 7 in pazienti sieropositivi è causato dalla malattia epatica.

DIECI ANNI - Per quanto riguarda la ricerca farmacologica, la lotta contro l'Aids ha fatto grandi passi avanti, ma ci vorranno altri dieci anni per trovare una cura da questa malattia. A dirlo è Stefano Vella, direttore del dipartimento del Farmaco dell'Iss e recentemente nominato al vertice delle linee guida Hiv dell'Oms. «Bisogna mettere in atto nuove strategie, studiare nuovi farmaci e combinare diversamente quelli a disposizione - spiega -. È uno scenario nuovo quello del paziente cronico e dobbiamo saperci adattare. Abbiamo capito che il virus deve essere stanato da dentro le cellule. Per questo oltre alle terapie bisognerà chiedere aiuto all'ingegneria genetica».

fonte: http://www.corriere.it/salute/12_maggio_08/aids-hiv-epatite_ec009cc0-9916-11e1-a280-1e18500845d6.shtml

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