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lunedì 11 maggio 2020

Coronavirus: covid-19 e plasma terapia

La terapia a base di plasma dei guariti per il trattamento dell'infezione Covid-19 è sotto i riflettori e continua ad accendere grandi speranze in attesa dei risultati delle sperimentazioni in corso anche in Italia. Il ministero della Salute però avverte che "non è ancora un trattamento consolidato, perché non sono ancora disponibili evidenze scientifiche robuste" ma, parallelamente, si pensa già alla messa a punto di un possibile farmaco basato sul plasma e prodotto su scala industriale.


Cos'è il plasma e quando è  stato usato per curare - Il plasma è la parte più "liquida" del sangue ed è composto da acqua, proteine, nutrienti ed ormoni. Ma soprattutto contiene una quota di anticorpi che si sono formati dopo la guarigione dal virus i cosiddetti anticorpi "neutralizzanti". Usare il plasma di un paziente guarito per un curare un malato è una tecnica che viene utilizzata da oltre 30 anni. Anche nelle due epidemie da coronavirus, la Sars del 2002 e la Mers del 2012 è stata adoperata con successo.

Come funziona - La terapia con plasma da convalescenti prevede il prelievo del plasma da persone guarite dal Covid-19 e la sua successiva somministrazione (dopo una serie di test di laboratorio, anche per quantizzare i livelli di anticorpi “neutralizzanti”, e procedure volte a garantirne il più elevato livello di sicurezza per il ricevente) a pazienti affetti da Covid-19 come mezzo per trasferire questi anticorpi anti-SARS-Cov-2, sviluppati dai pazienti guariti, a quelli con infezione in atto. Gli anticorpi (immunoglobuline) sono proteine coinvolte nella risposta immunitaria che vengono prodotte dai linfociti B in risposta ad una infezione e ‘aiutano’ il paziente a combattere l’agente patogeno (ad esempio un virus) andandosi a legare ad esso e “neutralizzandolo”. Tale meccanismo d’azione si pensa possa essere efficace nei confronti del SARS-COV-2, favorendo il miglioramento delle condizioni cliniche e la guarigione dei pazienti.



Uno studio toscano sulla plasmaterapia diventa capofila della sperimentazione nazionale per la cura di Covid-19. Su indicazione del ministero della Salute, Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e Iss (Istituto superiore di sanità) hanno deciso di proporre la sperimentazione della plasmaterapia con siero iperimmune da donatori convalescenti su tutto il territorio nazionale.
E il protocollo toscano "Tsunami" (acronimo di TranSfUsion of coNvaleScent plAsma for the treatment of severe pneuMonIa due to SARS.CoV2), che già aveva raccolto l'adesione di Lazio, Campania, Marche e Umbria, oltreché della Sanità Militare, è stato scelto quale modello metodologico di riferimento per il nuovo studio, riferiscono dalla Regione Toscana.
 L'Iss, in collaborazione con Francesco Menichetti, direttore di Malattie infettive dell'Azienda ospedaliero universitaria di Pisa, che sarà principal investigator anche della sperimentazione nazionale, sta definendo gli interventi necessari. "La Regione Toscana - è il commento del presidente Enrico Rossi - si è impegnata tempestivamente e su più fronti per fronteggiare il Covid-19: disponibilità adeguata di posti letto in area medica e in terapia intensiva, disponibilità dei test diagnostici molecolari e sierologici su tutto il territorio, interventi della sanità territoriale per cure dispensate a domicilio, ma anche intervento diretto della sanità pubblica nella gestione delle Rsa private e distribuzione di mascherine a titolo gratuito per tutti i cittadini, rappresentano i cardini di un intervento a tutto campo, che ha saputo anche cogliere e supportare la ricerca di qualità promossa dai professionisti che operano nelle strutture pubbliche. E' il caso della sperimentazione della plasmaterapia che si sta conducendo a Pisa e che contribuisce ad aumentare le possibilità di cura per i pazienti critici". (segue) "Il Servizio sanitario toscano conferma non solo la sua capacità di rispondere prontamente all'emergenza pandemica - dice l'assessore al Diritto alla salute Stefania Saccardi - ma anche di saper sostenere e tutelare la ricerca scientifica, indispensabile per garantire l'elevata qualità delle prestazioni assistenziali."Tsunami" è un buon esempio di collaborazione armonica tra la rete toscana dei centri trasfusionali e i clinici di area Covid-19, che non a caso trova riconoscimento al più alto livello. Importante come sempre la sinergia con le associazioni di volontariato e il coordinamento del Centro regionale sangue, per una corretta informazione dell'opinione pubblica e la sensibilizzazione dei potenziali donatori". La sperimentazione nazionale riceverà la validazione di Aifa e l'approvazione da parte del Comitato etico dell'Inmi Spallanzani di Roma, che sarà utilizzabile da tutti i centri aderenti. Di rilievo, in accordo con il recente decreto legge specifico, il fatto che la sperimentazione non richiederà che vengano stipulati contratti di assicurazione locali specifici. Menichetti si è dichiarato orgoglioso della scelta operata da Aifa e Iss, che conferma la qualità della ricerca scientifica toscana, e soddisfatto della possibilità per tutti i centri già aderenti a Tsunami di continuare il loro impegno nel quadro della sperimentazione nazionale. L'arruolamento dei primi pazienti guariti che si erano resi disponibili per la donazione di plasma è già partito un mese fa, dall'11 aprile scorso.

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