BIOGAS.
Che cos'è il Biogas?È una miscela di metano, biossido di carbonio e altri gas ottenuta per mezzo della fermentazione anaerobica di rifiuti organici, prodotta da microrganismi attivi in ambienti privi di ossigeno.
Qual è la normativa che determina la definizione di rifiuto?
Il D. Lgs. n. 22 del 5.2.97, meglio conosciuto come "Decreto Ronchi", definisce come rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che rientri nelle categorie riportate in allegato al decreto stesso e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi. Tuttavia l'elenco dei rifiuti individuati nell'allegato al decreto non è esaustivo. Pertanto, il criterio da seguire per determinare se una data sostanza debba essere qualificata come rifiuto, e di conseguenza assoggettata alla normativa che ne regola tutte le fasi di smaltimento, è quello soggettivo e cioè di valutazione della volontà del detentore di disfarsi o meno della sostanza stessa. Nel Decreto Ronchi i rifiuti vengono classificati, secondo l'origine e la pericolosità rispettivamente in urbani e speciali ed in pericolosi e non pericolosi.
In che parti è scomponibile il rifiuto?Due, secca e umida. La frazione secca è costituita da materiali a basso o nullo tenore di umidità (carta, plastica, fibre tessile, ecc.); tale frazione è d'interesse sia per il recupero di materia che di energia.La frazione umida è composta da materiali putrescibili, ad alto contenuto di umidità, presenti nei rifiuti urbani.
Quale differenza c'è tra RSU (Rifiuti solidi urbani) e CDR (Combustibile derivato dai rifiuti)?
Sono due fasi consecutive di un trattamento. L'RSU è il combustibile alternativo ottenuto dalla componente secca dei rifiuti urbani; il CDR, la cui definizione è contenuta nel D.M.5/2/98, si ottiene a seguito di un apposito trattamento di separazione e purificazione da altri materiali, quali vetro metalli e inerti. Il CDR ha mediamente la seguente composizione: 44% carta, 23% plastiche, 12% residui tessili, 4,5% scarti legnosi, 14% organico putrescibile e 2,5% inerti; il suo potere calorifico inferiore è per legge almeno pari a 15.000 kJ/kg (circa 3.600 kcal/kg). Attualmente, sono due le possibilità di impiego di questo materiale:- sfuso e/o addensato, per la combustione in impianti industriali (cementifici, acciaierie, centrali termoelettriche, ecc.) o in forni di termovalorizzazione dedicati a griglia o a letto fluido; - in pellets, per la combustione con carbone o in combustori a letto fluido bollente o ricircolante.
Che cosa sono gli inceneritori?
Sono impianti per lo smaltimento dei rifiuti urbani e/o speciali, che utilizzano processi di combustione condotti in eccesso di ossigeno, senza però alcun recupero energetico; i prodotti della combustione sono essenzialmente biossido di carbonio e acqua. Tali processi trovano frequente applicazione a livello industriale e attualmente vengono utilizzati come una delle soluzioni alternative alla collocazione dei rifiuti in discarica. Gli impianti a tecnologia tradizionale per il trattamento dei rifiuti urbani e/o speciali, utilizzano processi di combustione condotti in eccesso di ossigeno; i prodotti della combustione sono essenzialmente anidride carbonica e acqua.
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