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giovedì 21 agosto 2008

bomba al neutrone,bomba N

La bomba al neutrone (detta anche bomba N) è un arma nucleare che affida il suo potenziale distruttivo non a effetti termici o meccanici, come la bomba atomica o la bomba all'idrogeno bensì ad un enorme flusso di neutroni.



Nella bomba al neutrone l'emissione del fascio di particelle è innescato dall'esplosione di un ordigno termonucleare di potenza realtivamente limitata, che impiega la maggior parte dell'energia liberata per rilasciare i neutroni, i quali, essendo privi di carica elettrica, riescono ad attraversare la materia con grande facilità, non causandole danni se inanimata (ad eccezione dei vulnerabili circuiti integrati dei processori), ma causando mutazioni e rotture del DNA, potenzialmente o invariabilmente letali per la vita organica.

Nella versione americana della bomba al neutrone, dopo l'esplosione ad altezze inferiori ai 2 km, gli effetti termici e meccanici dell'ordigno si sviluppano fino ad un raggio 0,6 km, mentre le radiazioni hanno effetto immediato entro un raggio di 1,3 km. I neutroni veloci generati, interagiscono poco con l'atmosfera, ma per esempio, quando colpiscono le strutture in acciaio della torretta di un carro armato interagiscono con i nuclei atomici del ferro della corazza (per l'alta densità di nuclei di ferro presenti, che contengono anche molti neutroni e protoni) e così generano raggi gamma con grande capacità di penetrazione della corazza e letalità per gli esseri umani al suo interno.

Al suolo non si produce alcuna nube incandescente di fuoco, né le devastanti ondate di vento, e non esiste alcun fallout radioattivo, perché soltanto gli strati profondi del suolo assorbono i neutroni, rilasciando subito l'energia ricevuta dai neutroni come raggi gamma. Questi strati non vengono sollevati e quindi non si producono nuvole di polvere radioattiva.

Queste caratteristiche fanno della bomba N un'arma ad impiego tattico, specialmente adatta a colpire esseri viventi dentro strutture metalliche e/o interrate. Come ad esempio per arrestare un'avanzata massiccia di mezzi terrestri (carri armati) o per colpire personale asserragliato in ricoveri sotterranei o in massicci edifici cittadini in cemento armato.

Bisogna tenere presente che fenomeni di emissione di neutroni avvengono anche nelle deflagrazioni di ordigni nucleari e termonucleari: la loro portata è però assai esigua, dato che essa viene superata abbondantemente dagli effetti termici e dall'onda d'urto.


Storia
La creazione della bomba al neutrone viene in genere attribuita a Samuel Cohen del Lawrence Livermore National Laboratory, che sviluppò il concetto nel 1958. Anche se all'inizio del suo sviluppo vi si oppose il Presidente John Fitzgerald Kennedy, i primi test di quest'arma vennero autorizzati ed eseguiti nel 1962 in un poligono del Nevada. Il suo sviluppo venne in seguito cancellato dal Presidente Jimmy Carter nel 1978, ma nuovi fondi per questa ricerca vennero stanziati dal presidente Ronald Reagan nel 1981[1]. Si pensa che gran parte dell'arsenale nucleare degli USA sia stato smantellato dall'amministrazione del presidente Bush padre[2]. Le armi a "radiazione aumentata" vennero prodotte anche dalla Francia nei primi anni ottanta, anche se si pensa che abbia poi distrutto queste sue bombe. Il "Cox Report" del 1999 indica che la Cina è in grado di produrre la bomba al neutrone[3], anche se non si conosce esattamente se qualche paese le abbia dispiegate abitualmente nel proprio arsenale o se le abbia in effetti impiegate.


Riassunto degli aspetti tecnici (per larga parte ignoti)
Le bombe al neutrone, note in inglese come enhanced radiation bombs (armi ER), sono armi termonucleari relativamente piccole nelle quali il lampo di neutroni liberi generato dalla reazione di fusione nucleare viene lasciato libero di fuggire dalla struttura della bomba (in quei pochi microsecondi in cui la bomba ancora esiste). I riflettori interni di raggi X ed il contenitore della bomba sono fatti in cromo o nichel in modo che ai neutroni sia consentito "sfuggire". Esattamente l'opposto avviene nella bomba al cobalto, nota anche come "bomba ai sali", oppure "ordigno fine del mondo".

Questo intenso lampo di neutroni ad alta energia é il principale meccanismo distruttivo che viene sfruttato in questa bomba. Il termine "radiazione aumentata" (enhanced radiation) si riferisce soltanto al lampo iniziale di radiazione ionizzante rilasciato al momento della detonazione, non ad un qualsiasi incremento dei residui radioattivi né al fallout.

Una bomba al neutrone richiede una quantità considerevole di trizio, che ha una emivita di 12,3 anni, cosa che rende impossibile immagazzinare in efficienza l'arma per periodi più lunghi. Le bombe al neutrone che esistevano nell'arsenale degli USA in passato erano varianti delle bombe nucleari W70 e W79.

Una tecnologia alternativa è quella di incrementare la potenza dell'emissione di raggi X della bomba. Fino alla detonazione viene permesso ad un grande campo di elettroni di riuscire a colpire un bersaglio in tungsteno, sagomato come una piastra metallica che viene "sparata" e compressa da esplosivi contro il nucleo in uranio o plutonio. Si pensa che tra queste armi a "radiazione aumentata" sia compreso anche un dispositivo ad emissione di "pure radiazioni di neutroni" (bomba sovietica al mercurio rosso ?) con capacità di causare danni soltanto ai circuiti elettronici oppure l'uccisione di esseri viventi per irraggiamento.


Tattiche d'impiego delle bombe al neutrone
Le bombe al neutrone potrebbero essere utilizzate come armi anti-missile ICBM strategico, oppure come armi tattiche per l'utilizzo contro colonne di veicoli corazzati e blindati.

Come arma anti-missile, le bombe ER vennero sviluppate per proteggere i silos missilistici degli Stati Uniti, dalle incombenti testate nucleari dell'Unione Sovietica (di potenza 1-2 megatoni, capaci di distruggere ad 1 km di distanza un silos corazzato sotterraneo in cemento armato con anima in acciaio), tramite il danneggiamento delle componenti elettroniche di guida e di detonazione, senza far scoppiare ne distruggere la testata. Questo grazie ad un intenso flusso neutronico (bombe al neutrone montate in missili-antimissile iper-veloci come lo Sprint ABM).

Le bombe al neutrone tattiche sono principalmente intese come armi destinate ad uccidere soldati protetti nei loro mezzi corazzati. I veicoli corazzati del tipo AFV sono estremamente resistenti al calore ed all'esplosione causati dalla detonazione di armi nucleari al suolo, questo determina che il raggio efficace di un arma nucleare contro i tank sia determinato dal raggio entro il quale la radiazione ionizzante é letale (ma la radiazione gamma ricevuta dall'equipaggio viene ridotta del 50% per ogni centimetro di spessore di piombo). Emettendo enormi quantità di radiazione immediatamente letale, e del tipo più penetrante, le testate ER massimizzano il raggio letale di ogni determinato tipo di testata nucleare che possa colpire bersagli corazzati.

Un problema con l'utilizzo delle radiazioni ionizzanti come arma tattica (anti-personnel weapon) é che per incapacitare rapidamente il suo obiettivo, la dose di radiazioni somministrata deve essere di molte volte il livello che si considera invaribilmente letale nell'arco di poche settimane. Una dose di radiazioni pari a 6 Gy viene normalmente considerata letale. Ucciderà almeno la metà di quelli esposti ad essa, ma non si vedrà alcun effetto notevole per alcune ore, né gli impedirà di combattere in questo lasso. Le bombe al neutrone venivano proposte per irradiare gli equipaggi dei tank con una dose di circa 80 Gy, in modo da produrre una loro immediata e permanente incapacità. Una testata ER da 1 chilotone può produrre questo livello di Gy, dentro un tank T-72 alla distanza di 690 m, in confronto ai 360 m di una bomba a fissione nucleare "pura". Per causare una dose di 6 Gy, le distanze dallo scoppio sono rispettivamente 1100 m e 700 m, e per i soldati non protetti dentro i tank le esposizioni pari a 6 Gy avvengono a 1350 m e 900 m. Il raggio letale causato dalla sola radiazione, prodotto da armi tattiche al neutrone, eccede il raggio letale dello scoppio e del calore anche per le truppe non protette.

Il flusso di neutroni può indurre quantità significative di radioattività secondaria di breve durata nell'ambiente, nella regione ad alto flusso vicina al punto di scoppio. Le leghe utilizzate nelle corazzature in acciaio possono produrre radioattività che resta pericolosa per 24-48 ore. Se un carro armato esposto a una bomba al neutrone da 1 chilotone a 690 m (il raggio di efficacia per l'immediata messa fuori combattimento dell'equipaggio) viene immediatamente occupato da un nuovo equipaggio, questo riceverà una dose letale di radiazioni nel giro di 24 ore.

Un importante svantaggio dell'arma è che non tutte le truppe prese di mira moriranno o verranno messe fuori combattimento immediatamente. Dopo un breve attacco di nausea, molti dei colpiti con 5-50 Sv di radiazione sperimenteranno un temporaneo recupero che può durare da giorni a settimane. È stato suggerito che queste truppe, sapendo di dover comunque morire presto, potrebbero combattere fanaticamente, senza l'usuale riguardo per la propria integrità.

Alcune autorità dicono che a causa della rapida attenuazione dell'energia dei neutroni da parte dell'atmosfera (esse sostengono che si riduca di un fattore 10 ogni 500 metri a causa dell'assorbimento da parte dell'ambiente, oltre agli effeti della dispersione tridimensionale) le armi a neutroni sono efficaci solo su breve distanza, e quindi sono pratiche solo con rese relativamente basse. Queste testate ER si dice siano progettate per minimizzare la quantità di energia da fissione e gli effetti dello scoppio prodotto, rispetto alla resa dei neutroni. La ragione principale sarebbe quella di poterle impiegare vicino a forze amiche.


La bomba del padrone di casa, che sloggia gli invasori?
Le stesse autorità dicono che la percezione comune della bomba al neutrone, quella di una "bomba del padrone di casa" che ucciderebbe le persone lasciando gli edifici senza danni, è considerevolmente esagerata. Nel raggio convenzionale di combattimento (690 m), lo scoppio di una bomba al neutrone da 1 chilotone farebbe crollare quasi tutti gli edifici civili. Quindi l'uso di bombe al neutrone per fermare un attacco nemico, che richiede l'esplosione di diverse testate per azzerare le forze nemiche, distruggerebbe anche tutti gli edifici nell'area.

Esiste anche un'altra visione della bomba al neutrone e del suo impiego tattico. Il suo inventore, Samuel Cohen, scrisse un libro nel quale dichiarava che il raggio d'azione effettivo di una bomba al neutrone (quasi pura) superava i 10 km di altitudine. Cohen dichiarò esplicitamente che armi a "radiazioni potenziate" dispiegate in Germania durante la Guerra Fredda erano un compromesso politico, progettate per avere uno scoppio considerevole (sotto forma di luce, incandescenza, e sovrapressione d'aria), con effetti delle radiazioni deliberatamente ridotti per eliminare qualsiasi possibilità di lasciare strutture intatte. Egli prevedeva anche un rilascio di radiazioni pari a 1 kGy a terra da una bomba al neutrone pura esplosa a 10 km di altezza.

Lo spettro di assorbimento dei neutroni da parte dell'aria è disputato, e può dipendere in parte dall'assorbimento da parte dell'idrogeno del vapore acqueo. Potrebbe quindi variare esponenzialmente con l'umidità, rendendo le bombe al neutrone da alta altitudine più letali nei climi desertici che in quelli umidi. Questo effetto varia anche con l'altitudine.

Secondo Cohen, una tattica possibile di utilizzo della "vera" bomba al neutrone è quindi di lanciarla coma arma difensiva contro attacchi corazzati. I civili si riparano in rifugi antiatomici (con rivestimento in piombo e situati molti metri sotto terra) e la bomba viene fatta esplodere 10 km sopra l'attacco corazzato. Si dice che la corazzatura non sia in grado di schermare gli equipaggi di carri armati ed aerei. In un tale evento, alberi e piante di una città verrebbero uccisi dalle radiazioni, ma gli edifici rimarrebbero intatti per il riutilizzo da parte dei civili (che comunque dovrebbero aspettare diversi giorni perché decadano certi isotopi a vita breve). Tali bombe al neutrone sarebbero potenti armi anti nave, capaci di uccidere i marinai di un intera squadra navale. Un importante sostenitore della ricerca di Cohen fu la U.S. Navy.

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