«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior»: lo cantava Fabrizio De Andrè nella sua «Via del campo», anticipando inconsapevolmente un concetto che sembra essere ben chiaro ai ricercatori del Laboratorio di Tecnologia dell'Informazione Sostenibile di Hewlett-Packard. Si tratterebbe, secondo un recente studio di HP, di creare un nuovo uso delle montagne di letame prodotte quotidianamente nelle fattorie da latte sparse per gli States, destinandole alla produzione di metano. A sua volta questo verrebbe utilizzato per produrre energia elettrica che andrà ad alimentare gli edifici dei grandi data- center che aziende come Google, Yahoo o Microsoft faranno costruire su terreni di proprietà degli allevatori stessi.
IL CIRCOLO VIRTUOSO - Sono diversi i punti nei quali due realtà apparentemente così distanti come le mucche e l'hi-tech incrociano i loro futuri destini. Attualmente, la maggior parte dei grandi centri di elaborazione dati dei leader tecnologici mondiali si trova in aree prossime a centri urbani o a centri industriali. Il problema, come spesso accade, sono i costi di funzionamento delle centrali informatiche, che presentano spese sempre più alte sotto le voci fornitura di energia elettrica e affitto. Oggi che grazie ai network di trasferimento dati ad alta velocità è possibile decentrare la produzione, lo sguardo tecnologico va a zone più lontane dagli alti costi urbani. L'aiuto che gli allevatori possono dare a questo proposito consiste in grandi terreni edificabili da affittare alle major dell'hi-tech e nel vendere a basso costo elettricità creata attraverso il riutilizzo del letame. Lo studio della Hewlett-Packard, che verrà presentato oggi a Phoenix nel corso dell'ASME International Conference on Energy Sustainability, sostiene che nell'arco di soli due anni gli allevatori rientreranno delle spese che dovranno sostenere per dotarsi delle attrezzature necessarie a produrre metano. Infatti il lavorio dei computer all'interno di un edificio produce una notevole quantità di calore, che è proprio ciò che occorre nel processo di digestione anaerobica che ha come risultato finale il metano, dimostrando una volta di più che le necessità di allevatori e data-center convergono.
UNA MUCCA, CENTO WATT - Secondo il direttore della ricerca, Chandrakant D. Patel, anche se le mucche non si potranno mettere al posto delle centrali elettriche: «Le feci prodotte da una sola mucca in un giorno sono sufficienti ad alimentare una lampadina da cento watt per ventiquattro ore». Secondo i calcoli riportati nello studio targato HP basterebbero 10 mila mucche per fornire un mega-watt di corrente a un data center delle dimensioni di quelli in genere utilizzati dalle banche. Questo tipo di operazione potrebbe trovare la sua naturale evoluzione in nazioni come India e Cina, dove le aziende hanno grosse difficoltà ad accedere all'energia elettrica necessaria al funzionamento dei server.
ALLEVATORI USA - Qualcuno ha già dato il via alla rielaborazione del letame, ma gli allevatori hanno immediatamente rilevato che per loro è più conveniente vendere direttamente il letame a un produttore di biogas esterno e condiviso da più allevamenti. Gli stati della California e del Texas sono i siti ideali per mettere in pratica i suggerimenti della ricerca, grazie al loro corredo di fattorie, poli tecnologici e centrali per la produzione di metano. Altri stati americani leader nella produzione del latte, e dunque particolarmente adatti all'operazione letame-energia, sono California, Wisconsin, New York, Idaho e Pennsylvania.
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