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mercoledì 7 luglio 2010

diabete e cuore: promossa la bistecca, bocciati gli hot dog


La revisione di 20 studi che hanno indagato il rapporto fra carne rossa e malattie di cuore è una boccata d'aria per gli amanti delle bistecche: la carne non trattata, infatti, è stata assolta dall'accusa di aumentare il rischio di infarto e diabete. Pollice verso, invece, per tutte le carni «processate», dall'hot dog ai prodotti industriali pronti

REVISIONE – Lo studio, pubblicato dalla rivista Circulation, è stato condotto da alcuni ricercatori di Harvard che sono andati a rivedere 20 studi condotti in passato sull'argomento, analizzando i dati relativi a oltre un milione e duecentomila persone fra le quali si sono verificati circa 24mila casi di coronaropatie e infarto, 2.300 ictus e 11mila casi di diabete. Ebbene, il consumo di carne rossa in generale non è risultato associato a nessuna di queste malattie. Andando però a vedere quanta carne trattata mangiavano i partecipanti alle ricerche, si è visto che la correlazione c'è eccome: cresce del 42 per cento il rischio di malattie cardiovascolari e del 19 per cento quello di diabete. Sul banco degli imputati ci sono tutte le carni lavorate, da quelle affumicate a quelle salate, dalle stagionate alle carni con aggiunta di conservanti

CARNE ROSSA – Francesco Leonardi, segretario dell’Associazione Nazionale di Dietetica e Nutrizione Clinica, commenta: «Se il processo industriale di lavorazione della carne ne altera il rapporto fra grassi e proteine o peggiora la qualità dei grassi è probabile che il risultato sia un alimento meno sano della carne rossa di partenza. Il vero problema della carne rossa è il grasso: è quello che poi, nelle arterie, porta all'aterosclerosi. Purtroppo i prodotti industriali sono sempre più diffusi anche nel nostro Paese, per cui il consumo di carni rosse trattate è certamente in crescita». Se le carni «processate» sono sicuramente da limitare, i dati della revisione sembrano in qualche modo assolvere la bistecca e la fettina: quanta possiamo consumarne sicuri di non correre rischi? «Non bisogna demonizzare la carne rossa, mangiarne un etto due volte alla settimana non fa male e garantisce un buon apporto di vitamina B12 e ferro – risponde Leonardi –. Il problema è che molti italiani, adulti e ragazzi, esagerano con le porzioni: anche per colpa dell'abitudine di saltare il primo, tanti si saziano solo se nel piatto c'è un etto e mezzo o perfino due etti di carne. Poi, bisognerebbe scegliere tagli magri o, almeno, scartare il grasso visibile. E non dimenticare che a volte fa più male quello che non mangiamo di quello che mangiamo: l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che due milioni e 700mila persone muoiono ogni anno perché non consumano abbastanza frutta e verdura. Pochi accompagnano ogni pasto con una porzione adeguata di verdure, pochi scelgono la frutta come dessert o come spuntino: non associare al pasto le fibre e gli antiossidanti dai vegetali è un grosso danno alla nostra salute, anche più del mangiare un pezzetto di carne rossa di troppo», conclude Leonardi.
fonte: corriere.it

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