Circa 7mila persone vengono infettate ogni giorno nel mondo dall'Aids e circa la metà dei 33 milioni di persone affette da Hiv non sanno di averlo. Lo rivela un Rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite, a 30 anni dalla scoperta della malattia e alla vigilia di un vertice mondiale che si terrà la settimana prossima.
Il problema insomma esiste ed è sempre più diffuso ma per la prima volta in dieci anni i fondi per finanziare le ricerche sono diminuiti: la strada verso nuove terapie è più difficile ora. Secondo l'UNAids, per consolidare i successi degli ultimi anni nella lotta contro il virus, infatti, servono più soldi, meno sprechi e programmi di ricerca all'avanguardia.
Il Rapporto sottolinea come, malgrado i progressi spettacolari realizzati da quando epidemiologi statunitensi, in uno studio pubblicato il 5 giugno 1981, descrissero il caso di cinque giovani omosessuali il cui sistema immunitario era stato distrutto, circa 34 milioni di persone vivvano con l'Hiv, alla fine del 2010 e quasi 30 milioni di persone siano morte per sindrome da immunodeficienza acquisita negli ultimi tre decenni.
«E le risorse internazionali necessarie a sostenere questi progressi sono diminuite per la prima volta in 10 anni, nonostante l'enorme lavoro ancora da fare», sottolinea nel Rapporto il Segretario Generale, Ban Ki-moon. «Alla fine del 2010, 6,6 milioni di persone in paesi a basso e medio reddito hanno avuto accesso alle cure», ha detto, «questo ha significato un aumento di spesa di 1,4 milioni di euro sul 2009, e un aumento di 22 volte rispetto al 2001».
In Italia grazie ai farmaci e alla prevenzione, la diffusione dell’Hiv ha subito negli anni un drastico ridimensionamento, ma il virus si è come creato un «piccolo regno» fondato principalmente sulla bassa percezione del rischio delle persone. Quindi, sebbene dalla metà degli anni 90 l’incidenza della malattia sia diminuita, ci troviamo oggi in una fase di stallo con 3-4 mila nuove infezioni annue, al di sotto delle quali è difficile scendere. E’ il bilancio di Gianni Rezza del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma.
A livello mondiale ogni giorno 2.500 giovani vengono contagiati dal virus. La diffusione è leggermente diminuita tra i giovani in genere, le giovani donne e le ragazze adolescenti si trovano di fronte a un rischio particolarmente elevato di infezione, a causa sia della loro vulnerabilità a livello biologico sia della disuguaglianza e dell’esclusione che patiscono a livello sociale.
Secondo il rapporto, nel 2009 i giovani dai 15 ai 24 anni incidevano per il 41% dei nuovi contagi tra gli adulti sopra i 15 anni. Si stima che, in tutto il mondo, 5 milioni (da 4,3 milioni a 5,9 milioni) di giovani in quel gruppo di età fossero sieropositivi nel 2009. Nel gruppo di età compresa tra i 10 e i 19 anni, nuove stime parlano di 2 milioni (da 1,8 milioni a 2,4 milioni) di adolescenti sieropositivi. Questi adolescenti vivono per la maggior parte nell’Africa sub-sahariana e sono perlopiù di sesso femminile e inconsapevoli della loro condizione di sieropositività. livello globale, le giovani donne costituiscono più del 60% di tutti i giovani che convivono con l’Hiv. Nell’Africa sub-sahariana, questa percentuale sale addirittura al 72%.
fonte: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1273&ID_sezione=274&sezione=
Nessun commento:
Posta un commento