La malattia in aumento ovunque. Gli esperti suggeriscono di diminuire il consumo di birra e di bevande a base di fruttosio
Come prevenire gli attacchi di gotta con modifiche dello stile di vita? Quali sono i farmaci più adatti per curarla? Quale terapia preventiva è considerata più efficace? A queste e altre domande rispondono le nuove linee guida sulla gotta pubblicate su Arthritis Care and Research, messe a punto dall'American College of Rhemautology per venire incontro alle esigenze dei pazienti, che continuano purtroppo ad aumentare.
IN AUMENTO – Secondo i dati statunitensi, infatti, negli ultimi vent'anni il numero di nuove diagnosi ha continuato a crescere; lo stesso è accaduto nel nostro Paese, dove si stima una prevalenza fra l'1 e il 2 per cento della popolazione generale (circa un milione di persone) ma soprattutto si sottolinea che si tratta di un problema misconosciuto negli anziani e in continuo aumento fra «insospettabili». Stando ai dati riferiti dall'Associazione Nazionale Malati Reumatici, infatti, la prevalenza sfiora addirittura il 7 per cento fra gli over 65, mentre la malattia sta pian piano diventando un problema non più quasi esclusivo di uomini di mezza età, ma anche appannaggio di giovani donne che usano i diuretici per dimagrire: questi farmaci infatti ostacolano l'eliminazione dell'acido urico favorendo l'iperuricemia. Gli accumuli di acido urico provocano poi la deposizione di cristalli nelle articolazioni, e questi possono causare attacchi acuti molto dolorosi e debilitanti. Stando alle linee guida statunitensi, inoltre, accanto all'invecchiamento della popolazione e alle manie di magrezza delle giovani donne fra le cause della maggior frequenza della malattia ci sarebbe anche l'incremento del numero di pazienti ipertesi, diabetici, obesi, con sindrome metabolica o in cura con i diuretici.
PREVENZIONE – Qualunque sia il motivo, sta di fatto che ci ritroviamo con un bel po' di pazienti che devono fare i conti con gli attacchi di gotta. Per prevenirli e gestirli al meglio gli esperti dell'American College of Rheumatology hanno revisionato tutti gli studi sull'argomento, dal 1950 a oggi, giungendo a stilare un documento in due parti. La prima, dedicata alla prevenzione, sottolinea l'importanza dell'educazione dei pazienti a un corretto stile di vita e a una buona gestione di eventuali patologie concomitanti. Primo passo, una dieta adeguata: i reumatologi confermano che chi soffre di gotta deve tenere sotto controllo il consumo di carne e anche di alcuni tipi di pesce ricchi di purine (come acciughe, sardine e molluschi), riducendo al minimo frattaglie e selvaggina; non sono “pericolosi” invece vegetali come gli spinaci, che contengono purine ma probabilmente anche sostanze che ne contrastano gli effetti. Da diminuire il consumo di birra e di bevande dolcificate a base di fruttosio, mentre il vino sembra non avere molti effetti sul rischio di attacchi di gotta e l'acqua si riconferma fondamentale per «drenare» via i cristalli di acido urico (se ne dovrebbe bere almeno un litro e mezzo al giorno). Gli attacchi, va detto, si manifestano spesso dopo che si è esagerato a tavola: essere morigerati e non abbuffarsi è quindi un'altra regola d'oro da non dimenticare.
TERAPIE – Le linee guida sottolineano quindi, nella seconda parte, che sarebbe opportuno mantenere i livelli di urati al di sotto dei 6 milligrammi per decilitro di sangue; per riuscirci, il farmaco di prima scelta si conferma l'allopurinolo, iniziando con dosi pari a 100 milligrammi al giorno per poi salire, se necessario, intorno ai 300 milligrammi; altrettanto efficaci i farmaci con analogo meccanismo d'azione (inibiscono un'enzima, la xantina-ossidasi, che porta alla formazione di acido urico), che in caso di necessità possono essere associati agli uricosurici, medicinali che facilitano l'escrezione degli urati. Per risolvere gli attacchi acuti le linee guida raccomandano di iniziare la terapia entro 24 ore dall'inizio dei sintomi utilizzando antinfiammatori, cortisonici o colchicina per via orale (se necessario anche in associazione), senza interrompere i trattamenti per ridurre l'acido urico.
CILIEGIE – Chi infine vuole prevenire in modo piacevole gli attacchi di gotta potrebbe provare con le ciliegie: uno studio statunitense pubblicato su Arthritis and Rheumatism ha da poco dimostrato che mangiare regolarmente ciliegie (la dose opportuna pare sia mezza tazza, pari a dieci-dodici frutti) o consumarne estratti potrebbe ridurre fino al 75 per cento la probabilità di recidive. I ricercatori, che hanno seguito per un anno oltre 600 pazienti, sostengono che le ciliegie siano ottime per diminuire i livelli di acido urico e abbiano pure preziosi effetti antinfiammatori; un dato empiricamente noto attraverso studi precedenti ma mai messo alla prova in una ricerca scientifica rigorosa. «Il rischio di attacchi di gotta scende all'aumentare del consumo di ciliegie: il massimo si ottiene con tre porzioni nell'arco di due giorni», scrivono i ricercatori. Tutto da confermare, aggiungono però gli autori di un editoriale che accompagna l'articolo; speriamo che i ricercatori abbiano ragione, perché questa “terapia preventiva” ha tutta l'aria di essere se non altro piacevole.
fonte:http://www.corriere.it/salute/reumatologia/13_gennaio_04/gotta-linee-guida_9a91844e-16c0-11e2-be27-71fc27f55c26.shtml
1 commento:
Curando l'alimentazione , non abbisogna di alcun farmaco...
ho constatato personalmente , seguendo le indicazioni alimentari di una dietologa/cardiologa , per un famigliare..
grazie ..
buoni passi..
Niki
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