E' la malattia infettiva piu' diffusa al mondo e negli ultimi anni sono state individuate in aumento, in particolare nei Paesi dell'Est europeo, forme resistenti ai farmaci. E' la tubercolosi (TBC), che tra infetti e malati arriva ad interessare circa un terzo della popolazione mondiale.
L'Italia - rassicurano i medici dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' - e' tra le aree con la piu' bassa incidenza di Tbc: circa 5-6.000 casi all'anno, il 10-15% dei quali riguarda bambini e ragazzi. Anche le forme farmaco resistenti nel nostro Paese rappresentano un problema marginale (poche centinaia di casi tra gli adulti e di circa 10-20 casi tra i bambini), ma nel resto del mondo, come ad esempio la vicina Ucraina o il Sudafrica, si sfiorano percentuali che vanno dal 50 al 70% (20% nelle Filippine, 5% in India): un fenomeno che assume i contorni di una vera e propria emergenza sanitaria.
Nelle persone affette dalla forma resistente ai farmaci, le medicine comunemente usate nella cura della tubercolosi non funzionano, pertanto per guarire e' necessario ricorrere ad altre terapie piu' costose e con maggiori effetti collaterali.
I bambini si ammalano di tubercolosi, ma non sono contagiosi. La tubercolosi e', infatti, una malattia che puo' essere trasmessa solo da un adulto: per essere contagiosi si deve essere malati di una forma ''polmonare cavitaria aperta'', ovvero deve essere presente nel polmone una cavita' che contiene i bacilli di Koch (responsabili della malattia) in contatto con le vie aeree (i bronchi). ''I bambini - spiega Alberto Villani, responsabile di Pediatria Generale e Malattie infettive del Bambino Gesu' - non avendo forme cavitarie aperte come l'adulto, non possono essere contagiosi, ma possono essere infettati. Anzi, essendo immunologicamente immaturi, sono particolarmente suscettibili alla malattia che puo' svilupparsi anche in forme particolarmente gravi che coinvolgono, oltre ai polmoni, anche il sistema nervoso e le ossa''. Tra coloro che entrano in contatto con il germe responsabile della tubercolosi, in molti si infettano, ma solo una piccola parte - in media il 10% - sviluppa i sintomi e i segni della malattia. Nei bambini piccoli i sintomi piu' evidenti sono inappetenza, tosse e febbre.
Per prevenire la tubercolosi esiste una sorta di vaccino che tuttavia non protegge al 100% dall'infezione. A differenza di altri Paesi, in Italia questo vaccino non e' obbligatorio e viene somministrato solo ad alcune categorie professionali. All'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' nell'ultimo decennio e' stata registrata una media annuale di 25-30 ricoveri di bambini con tubercolosi. ''Individuare un bambino malato di tubercolosi rappresenta un evento sentinella che indica un probabile focolaio tra gli adulti che lo circondano - sottolinea Alberto Villani -. Parlando, cantando, tossendo, un malato di tubercolosi puo' infettare tutti coloro che gli sono vicini in un raggio di 1,5-2 metri.
E' quindi sempre molto importante identificare la fonte del contagio perche' se non viene riconosciuta e curata puo' diffondere la malattia con estrema facilita'. Tutti coloro che entrano in contatto con un malato contagioso devono essere sottoposti a controlli per stabilire se c'e' stata infezione o malattia. In particolare i bambini, soprattutto se di eta' inferiore ai 5 anni. La tubercolosi si puo' curare con un mix di 3 o 4 farmaci, ma la terapia va assunta per almeno 6 mesi. E' quindi molto importante seguire attentamente l'iter terapeutico''.
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