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mercoledì 4 giugno 2008

GLI EFFETTI DELLA BOMBA ATOMICA

  • Si possono raggruppare in tre categorie: meccanici, termici, radioattivi.I danni prodotti dall'onda d'urto sulle persone si possono distinguere in due gruppi: quelli diretti e quelli indiretti.Gli effetti indiretti sono causati dalla caduta di fabbricati, dal trasporto ad alte velocità di materiali contundenti (schegge di vetro, di legno, ecc.). Quelli diretti sono provocati dalla pressione dell'onda d'urto. La sovrapressione sufficiente a uccidere un uomo è pari a 2.104 Kg/cm. Questa sovrapressione, nel caso di una bomba atomica da 20 kiloton, si manifesta a circa 600 m dall'epicentro. A Hiroshima, alcune persone, che si trovavano entro un raggio di 2000 metri, hanno avuto la rottura del timpano; in altri casi sono state riscontrate rotture del tessuto polmonare o viscerale.I danni prodotti dagli effetti meccanici delle bombe atomiche sulle strutture si possono così riassumere:
    distruzione praticamente completa entro un raggio di 800 m
    danni gravi alle strutture di edifici con armature di ferro, crepe in pareti di mattoni dello spessore di 22.5 cm; edifici a più piani di mattoni distrutti o in procinto di crollare, entro un raggio di 1700 m
    edifici con notevoli danni alle strutture, non abitabili ma riparabili; gravi danni alle intelaiature delle finestre o delle porte, entro un raggio di 2500 m
    danni da urto alla maggior parte degli edifici entro un raggio di 3000 m;
    deformazioni delle intelaiature delle finestre o delle porte, rottura completa dei vetri, entro un raggio di 12000m. L'onda termica arrivata dopo l'onda d'urto, ciò perché i fotoni pur viaggiando con la velocità della luce hanno un cammino medio piccolo: di conseguenza essi vengono continuamente assorbiti dagli atomi che compongono l'atmosfera e quindi riemessi.Il processo di diffusione dei fotoni è, quindi, realizzato secondo un percorso a tappe con andamento zig-zag e, per quanto il tempo di percorrenza delle singole e tappe sia brevissimo, il tempo di diffusione è relativamente grande, in quanto l'assorbimento e la relativa emissione dei fotoni da parte degli atomi che compongono l'atmosfera richiede un certo tempo.A causa di questa lentezza nella diffusione, la durata di emissione dell'energia termica, nel caso di una bomba atomica di 20 kiloton è di 3 secondi.Questa circostanza è favorevole per la difesa della radiazione termica, in quanto si viene ad avere un maggior tempo a disposizione, per adottare uno dei provvedimenti atti a sottrarsi agli effetti della radiazione stessa.Quando l'aria è limpida, la diffusione del calore avviene con maggior facilità; la presenza di nubi, nebbia, pulviscolo, fumi, ecc. ostacola la penetrazione dei raggi calorifici e riduce il loro campo d'azione in modo più o meno grande, a seconda del grado di maggiore o minore visibilità.Gli effetti sull'uomo della radiazione termica si possono classificare nel modo seguente:per quantità di calore ricevuto pari a 2-3 cal/cm, si hanno scottature di 1°grado; per quantità di calore pari a 3-4 cal/cm, scottature del 2°grado; per quantità di calore pari a 8-10 cal/cm si hanno scottature di 3°grado.I dati sulla gravità delle ustioni provocate dalle bombe atomiche usate in Giappone sono i seguenti: a 0-1000 m: 95% carbonizzati; a 1400-2000 m: carbonizzati e ustionati di 2°grado; a 2000 m: eritema bolloso, depigmentazione;a 2000-4000 m: pigmentazione bruna. Gli effetti della radiazione termica dipendono molto dal tipo di vestito indossato; i tessuti di color bianco assorbono meno calore; il contrario accade per stoffe nere o di colore.In una esplosione atomica si calcola che, in genere, la radiazione termica provoca il 20-30% delle perdite.Gli effetti termici sui materiali si manifestano con lo sviluppo di incendi; a seconda della natura dei materiali, varia la quantità di calore che deve essere ricevuta perché il materiale bruci.La radioattività emessa dall'esplosione di una bomba atomica si suddivide in due categorie: la radioattività iniziale e quella residua.La separazione convenzionale di queste due forme di radioattività è fondata sul fatto che la radioattività iniziale viene emessa nel giro di un minuto primo. Tutte le radiazioni, emesse dopo che sono trascorsi 60 secondi dall'esplosione, formano la radioattività residua.La misura della radioattività è fondata sull'effetto ionizzante, l'unità di misura è il roentgen ( simbolo r) che corrisponde all'ammontare di raggi gamma o di raggi X che produce in centimetro cubico d'aria secca alla temperatura di 0°C e alla pressione di 1 atm, un numero di ioni tali da equivalere all'unità di carica elettrostatica, vale a dire 2.08x109 ioni dell'uno e dell'altro segno.Per quanto riguarda l'effetto globale che le radiazioni possono avere sull'uomo, occorre fare alcune precisazioni.Prima di tutto è necessario stabilire il tempo entro cui si riceve una certa dose; per esempio 100 roentgen in molti anni non producono effetti dannosi; ma la stessa quantità somministrata in un giorno o in un minuto provoca già notevoli alterazioni del sangue. La seconda precisazione da fare è che, mentre si possono tollerare anche migliaia di roentgen di radioattività se questa viene assorbita da un tratto limitato del corpo, è sufficiente un'esposizione a 600 roentgen di tutta la superficie corporea perché l'individuo muoia.Se si considera il caso di esposizione di tutto il carpo a una radiazione, in modo che la dose sia assorbita in poche ore, si ha un aumento dell'effetto patologico proporzionato al tempo di esposizione. Le principali manifestazioni patologiche, che si possono osservare nelle popolazioni sottoposte al bombardamento atomico, sono:
    1 sterilità e impotenza
    2 cataratte e cecità
    3 danni al sangue
    4 produzione di tumori maligni
    5 danni sullo sviluppo infantile
    6 danni sul feto
    danno genetico A Hiroshima 1 abitante su 10 entro un raggio di 1200 metri dall'epicentro ha presentato vari gradi di lesione oculare: le cataratte si formano in seguito al bombardamento del cristallino da parte dei neutroni emessi dalla bomba. Le alterazioni sanguinee hanno avuto un carattere di persistenza; a Hiroshima su 924 soggetti esaminati si è potuta stabilire una riduzione dei globuli rossi dell'1.6%. Fatto ancora più importante è l'aumento delle leucemie. A Hiroshima e a Nagasaki l'aumento delle leucemie si è verificato fra coloro che, al momento dello scoppio si trovavano a non più di 2000 m dall'epicentro.

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