I Governi di Norvegia e Giappone stanno usando i soldi dei contribuenti per sovvenzionare le loro poco redditizie industrie baleniere. E' il risultato della prima analisi economica della caccia alla balena, commissionata dal WWF e dalla WDCS, la Whale and Dolphin Conservation Society, realizzata da economisti indipendenti e presentata a livello internazionale alla vigilia dell'International Whaling Commission che si riunira' a Madeira dal 22 al 26 giugno.
Lo studio ''Economia e Sussidi alla caccia alla balena'' rivela che Norvegia e Giappone forniscono alle loro industrie baleniere enormi sussidi governativi, anche se l'uccisione delle balene verosimilmente non sara' mai un'attivita' proficua senza il supporto dei contribuenti.
''In questo periodo di crisi economica globale, l'utilizzo di preziosi soldi derivati dalle tasse per sostenere un'industria che di base e' economicamente insostenibile, non puo' essere considerato un utilizzo strategico, sostenibile e nemmeno appropriato di fondi governativi gia' limitati'' ha dichiarato Massimiliano Rocco, Responsabile Specie e TRAFFIC del WWF Italia.
Lo studio considera i costi diretti e indiretti associati alla caccia alle balene, oltre che la produzione e la commercializzazione dei prodotti derivati, come la carne di balena. E i ricercatori concludono che questi costi, uniti a una richiesta sempre minore di carne di balena e al rischio di impatti negativi come il boicottaggio del commercio in generale o del turismo da parte della comunita' internazionale, fanno si' che la caccia alle balene difficilmente possa portare benefici alle economie nazionali e o tantomeno ai contribuenti.
In Norvegia, per esempio, dal 1992 il Governo ha speso piu' di 4,9 milioni di dollari per campagne di informazione, pubbliche relazioni e azioni di lobby per cercare, ove possibile, di raccogliere quel supporto all'industria della caccia alla balena e alla foca non facile da ottenere.
Inoltre, il Governo ha dato all'industria baleniera sussidi pari alla meta' del valore lordo di tutta la carne di balena commercializzata dalla nazionale Rafisklaget, l'Organizzazione commerciale dei pescatori norvegesi.
Anche in Giappone si riscontra un utilizzo simile dei soldi dei contribuenti. Nella stagione 2008-2009, l'industria baleniera giapponese, per esempio, ha avuto bisogno di almeno 12 milioni di dollari, dai soldi dei contribuenti, solo per andare in pari. In tutto, i sussidi giapponesi per la caccia alla balena ammontano a 164 milioni di dollari dal 1988 ad oggi, solo per sostenere un'industria davvero poco ''sostenibile''.
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