
Lo studio ''Economia e Sussidi alla caccia alla balena'' rivela che Norvegia e Giappone forniscono alle loro industrie baleniere enormi sussidi governativi, anche se l'uccisione delle balene verosimilmente non sara' mai un'attivita' proficua senza il supporto dei contribuenti.

''In questo periodo di crisi economica globale, l'utilizzo di preziosi soldi derivati dalle tasse per sostenere un'industria che di base e' economicamente insostenibile, non puo' essere considerato un utilizzo strategico, sostenibile e nemmeno appropriato di fondi governativi gia' limitati'' ha dichiarato Massimiliano Rocco, Responsabile Specie e TRAFFIC del WWF Italia.
Lo studio considera i costi diretti e indiretti associati alla caccia alle balene, oltre che la produzione e la commercializzazione dei prodotti derivati, come la carne di balena. E i ricercatori concludono che questi costi, uniti a una richiesta sempre minore di carne di balena e al rischio di impatti negativi come il boicottaggio del commercio in generale o del turismo da parte della comunita' internazionale, fanno si' che la caccia alle balene difficilmente possa portare benefici alle economie nazionali e o tantomeno ai contribuenti.
In Norvegia, per esempio, dal 1992 il Governo ha speso piu' di 4,9 milioni di dollari per campagne di informazione, pubbliche relazioni e azioni di lobby per cercare, ove possibile, di raccogliere quel supporto all'industria della caccia alla balena e alla foca non facile da ottenere.
Inoltre, il Governo ha dato all'industria baleniera sussidi pari alla meta' del valore lordo di tutta la carne di balena commercializzata dalla nazionale Rafisklaget, l'Organizzazione commerciale dei pescatori norvegesi.

LEGGI ANCHE:
ALTRI ARTICOLI SULLA CACCIA ALLE BALENE
Nessun commento:
Posta un commento