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martedì 24 novembre 2009
cambiamenti climatici: vicini al raggiungimento di soglie limite
Il rischio catastrofe da cambiamenti climatici tra soli 40 anni potrebbe superare la fantasia, se non si corre ai ripari entro il 2015. L'allarme e' contenuto nel rapporto Wwf-Allianz. Sono 136 le citta' portuali del mondo che rischiano gravi danni per l'innalzamento del mare. Senza un'azione immediata e' probabile che la siccita' in California, il blocco del monsone estivo in India e in Nepal o la scomparsa della foresta amazzonica colpiranno milioni di persone
Le diverse regioni del mondo e gli ecosistemi "sono vicini al raggiungimento di soglie climatiche limite, detti anche punti critici o tipping point, che potrebbero provocare cambiamenti ambientali, sociali ed economici devastanti". E' quanto emerge dal nuovo rapporto del Wwf e Allianz lanciato oggi in tutto il mondo. Il Rapporto, "Major Tipping Points in the Earth's Climate System and Consequences for the Insurance Sector" (Principali punti critici nel sistema climatico della terra e conseguenze per il settore assicurativo) sostiene che i cambiamenti dovuti al riscaldamento globale sono propensi ad essere improvvisi ed imprevedibili.
Secondo il Rapporto, inoltre, questi cambiamenti "potrebbero creare enormi problemi sociali e ambientali costando al mondo centinaia di miliardi di dollari". Quindi, secondo gli esperti che hanno redatto il Rapporto, "senza un'azione immediata e' molto probabile che l'innalzamento del livello del mare sulla costa est degli Stati Uniti, la siccita' in California, il blocco del monsone estivo in India e in Nepal o la scomparsa della foresta amazzonica colpiranno centinaia di milioni di persone e costeranno centinaia di miliardi di dollari".
Il rapporto studia inoltre l'impatto dei tipping point, incluse le conseguenze economiche e le implicazioni per il settore delle assicurazioni e dimostra quanto il pianeta sia vicino ai "punti critici" in molte regioni del mondo, ossia che "siamo pericolosamente vicini a fare pendere la bilancia verso il disastro". Gli ambientalisti del Wwf e gli esperti di Allianz ricordano che le temperature globali sono gia' cresciute di almeno 0,7 gradi centigradi. "E' probabile -affermano- un riscaldamento di 2-3 gradi nella seconda meta' del secolo, a meno che non vengano attuati prima del 2015 sforzi estremamente radicali e determinati per tagliare le emissioni".
Molti i fenomeni registrati vicini ai "punti critici" del cambiamento climatico. Primo fra tutti, secondo il Rapporto Wwf-Allianz, lo scioglimento delle coltri di ghiaccio della Groenlandia e dell'Antartico occidentale che potrebbe portarci ad uno di questi tipping point, ovvero l'innalzamento del mare fino a 0,5 metri entro il 2050. Si stima, ricorda il Rapporto, che questa possibilita' aumenterebbe i danni in tutte le 136 citta' portuali principali al mondo di circa 25.000 miliardi di dollari. E ancora.
Sulla costa nord-est degli Stati Uniti, a causa di un'anomalia localizzata, l'innalzamento del livello del mare potrebbe raggiungere i 0,65 metri, aumentando l'esposizione da 1,350 a 7,400 miliardi di dollari. La parte sud ovest degli Stati Uniti, ovvero la California, sara' probabilmente colpita da periodi di siccita' ed aridita' simili al Dust Bowl del 1930. I danni annuali causati dagli incendi, inoltre, potrebbero decuplicarsi rispetto ai costi di oggi raggiungendo 2.5 miliardi di dollari all'anno entro il 2050 e aumentando fino a 14 miliardi di dollari entro il 2085. Ma non solo.
Il 70 per cento della popolazione attiva potrebbe essere a rischio di siccita' in India. Si stima che il futuro costo dei periodi di siccita' crescera' fino a raggiungere 40 miliardi di dollari ogni decina d'anni fino alla meta' del secolo. Raggiunti questi punti critici, la scomparsa della foresta amazzonica potrebbe raggiungere il 70% entro la fine del secolo come conseguenza dell'aumento significativo nella frequenza dei periodi di siccita' nel bacino Amazzonico. Gli effetti includerebbero una perdita della biodiversita' e massicci rilasci di carbonio. I costi potrebbero raggiungere i 9.000 miliardi di dollari per una superficie di circa 4 milioni di chilometri quadrati.
"Se non facciamo subito qualcosa per contrastare i cambiamenti climatici rischiamo vere e proprie catastrofi" ha affermato Kim Carstensen, Responsabile del Wwf Global Climate Initiative. "Raggiungere un tipping point -ha aggiunto- vuol dire perdere qualcosa per sempre. Una tale probabilita' dovrebbe spingere tutti i capi di stato a raggiungere un accordo forte e vincolante a Copenaghen a dicembre". Elaborato dal Centro Tyndall, il rapporto sostiene che gli impatti del raggiungimento del tipping point sulla sussistenza e sui beni sono stati finora sottovalutati. Il rapporto si focalizza su regioni e fenomeni dove ci si aspetta che questo genere di eventi causi danni significativi nella prima meta' del secolo.
"Come assicuratori ed investitori dobbiamo preparare i nostri clienti a questi scenari mentre abbiamo ancora la possibilita' di agire" ha detto Clemens von Weichs, Ceo di Allianz Reinsurance. "Stabilire dei premi sostenibili e adeguati al rischio e' di vitale interesse per tutti coloro che sono coinvolti perche' questo e' l'unico modo per garantire che le soluzioni assicurative continuino ad esistere".
Allianz quindi ha assicurato che "intende affrontare i cambiamenti climatici sviluppando il dialogo con i propri clienti. Cio' consentira' di lavorare assieme per sviluppare specifiche soluzioni, sia per beni gia' esistenti sia per progetti futuri compatibili con il clima come quelli delle energie alternative, della fornitura di acqua, della costruzione di dighe di protezione o di tutela per la perdita dei raccolti".
"Gli studi sui tipping point dimostrano la velocita' con cui ci stiamo avvicinando a livelli pericolosi ed irreversibili di riscaldamento" ha sottolineato Gianfranco Bologna, direttore scientifico del Wwf Italia. "Le conseguenze relative al superamento di questi punti critici climatici -ha detto ancora Bologna- sono assolutamente sconcertanti. Siamo ancora in tempo per evitare il peggio e questo rapporto illustra esattamente quanto sia urgente agire subito. Un serio accordo a Copenaghen in dicembre e' la migliore, se non l'unica, possibilita' che abbiamo per prevenire impatti peggiori relativi ai cambiamenti climatici".
Da quanto sottolineato da Allianz, "il settore assicurativo oggi ha imparato dalle esperienze passate dopo le enormi perdite subite a causa di uragani come Andrew (1992), Ivan (2004) e Katrina (2005). Modelli migliori aiuteranno la gente a capire la frequenza e la potenza dei disastri naturali". "Ma modelli migliori non saranno sufficienti a proteggere il clima" ha spiegato Michael Bruch, dell'Allianz Global Corporate & Specialty, l'assicuratore industriale del Gruppo Allianz.
"La componente umana -ha concluso Bruch- gioca un ruolo sempre piu' importante nella riduzione del rischio legato ai disastri naturali, sia per quanto riguarda la gestione del rischio sia per cio' che concerne la lotta contro le cause umane dei cambiamenti climatici".
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