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venerdì 30 aprile 2010

Eolico: in Germania il più grande impianto off-shore del mondo


Secondo uno studio l'energia dal vento riduce non solo le emissioni di CO2, ma anche i prezzi dell’elettricità.

I principali Stati europei stanno puntando sull'eolico per almeno quattro motivi: riduce le emissioni di CO2, è rinnovabile, non dipende dall'estero e, soprattutto, fa abbassare i prezzi dell'elettricità. Ma sembra che l'Italia vada nella direzione opposta. Sono di questi giorni, infatti, quattro notizie di segno diverso. È stato inaugurato martedì in Germania il più grande parco eolico off-shore al mondo, in grado di fornire energia a 50 mila abitazioni. Nello stesso giorno il rapporto Wind Energy and Electricity Prices afferma che l'energia prodotta dal vento riduce non solo le emissioni di anidride carbonica, ma anche i prezzi dell’elettricità. In Gran Bretagna è stato reso noto che i parchi eolici hanno superato la soglia dei mille MW di potenza installata e il Canada (grande produttore mondiale di petrolio e uranio) potrebbe arrivare a coprire il 20% di energia con il vento nel 2025. Questo mentre in Italia un deputato del Pdl rivolge al governo l'appello per bloccare il progetto di un impianto eolico nel golfo di Oristano e la procura della Repubblica di Cagliari, dopo quella di Roma, acquisisce gli atti riguardanti le domande per progetti sull'eolico in Sardegna.

GERMANIA - Alpha Ventus, questo il nome del parco eolico tedesco, ha conquistato alcuni primati mondiali. È il più grande off-shore e il più lontano dalla costa, 45 km a nord dell'isola di Borkum. L'inaugurazione si è svolta il 27 aprile su una piattaforma nel mare del Nord. Alpha Ventus è formato da dodici torri da 5 MW ciascuna, alte tra 148 e 155 metri, che appoggiano su basi di 700 tonnellate ancorate sul fondo marino a 30 metri di profondità. Per costruire Alpha Ventus sono stati impiegati 350 specialisti dei due colossi energetici E.on e Vattenfall, assistiti durante i lavori da 25 navi. Nel 2008 i tecnici hanno dovuto interrompere ripetutamente la costruzione a causa delle onde e del forte vento. Il rincaro del prezzo dell'acciaio ha invece fatto salire i costi a 250 milioni di euro, rispetto ai 190 milioni previsti. Il governo tedesco ha già autorizzato la costruzione di altri 24 parchi off-shore per un totale di 1.650 torri, 21 nel mare del Nord e tre nel Baltico. Ci sono progetti per altri 60 impianti in mare, anche perché sono numerose le proteste dei cittadini contro la costruzione di parchi eolici sulla terraferma per il rumore e il forte impatto ambientale. Contro i parchi eolici off-shore si schierano invece gli ambientalisti, che li ritengono un pericolo per gli uccelli migratori, soprattutto di notte, mentre sott'acqua gli ancoraggi minaccerebbero i cetacei.

GRAN BRETAGNA - I parchi eolici offshore del Regno Unito hanno superato la soglia dei mille MW di potenza installata grazie all'entrata in funzione in aprile degli impianti di Robin Rigg e di Gunfleet Sands. Lo riferisce l’associazione Renewable UK. «Nei primi tre mesi del 2010 gli investimenti privati dell’eolico off-shore hanno raggiunto i 500 milioni di sterline (circa 575 milioni di euro)», ha spiegato Maria McCaffery, direttore esecutivo di Renewable UK. I progetti off-shore presentati ammontano a una potenza complessiva di circa 40 mila MW, di cui 4 mila in costruzione o già approvati. «Stiamo ponendo le condizioni per sfruttare al massimo il potenziale delle nostre risorse eoliche, in modo da creare migliaia di posti di lavoro e produrre energia pulita e affidabile con i nostri mezzi», ha affermato Ed Miliband, ministro britannico dell'Energia e ambiente.

CANADA - Il Canada nel 2025 potrebbe arrivare a coprire il 20% della domanda elettrica grazie all'energia prodotta dal vento. Lo sostiene un rapporto realizzato dalla Confindustria canadese insieme all'Associazione canadese dell'energia eolica (Canwea). Gli investimenti necessari porterebbero un indotto di almeno 3 miliardi di dollari canadesi (2,25 miliardi di euro) solo per i servizi e la manutenzione degli impianti.

RIDUZIONE COSTI - Il rapporto Wind Energy and Electricity Prices, commissionato dall'Associaizone europea energia eolica (Ewea), analizzando il mercato dell’energia in Europa e in particolare in Germania, Belgio, Danimarca e Spagna, afferma che «una maggiore presenza dell’eolico riduce il prezzo dell’elettricità». Il risparmio varia fra 3 e 23 euro al MWh a seconda del contesto e della quantità di energia eolica prodotta. «È ben noto che l’energia eolica abbatte le emissioni di anidride carbonica. Ora abbiamo prove chiare che riduce anche il prezzo dell’elettricità per i consumatori», ha commenta il direttore esecutivo di Ewea, Christian Kjaer.

ITALIA - Ma in Italia, e in Sardegna in particolare, la resistenza all'eolico è forte anche a causa di procedure dubbie e personaggi dal passato discusso. Il deputato del Pdl Mauro Pili ha rivolto un appello al governo affinché blocchi il progetto dell'impianto eolico off-shore di Alba Rossa nel golfo di Oristano: 20 torri alte 180 metri su una superficie marina totale di 6,65 chilometri quadrati. Pili il 24 aprile ha presentato un'interrogazione urgente ai ministri competenti per chiedere lo stop alle autorizzazioni avviate dalla società Raddusa Energy di Bergamo. «La spregiudicatezza dei signori del vento non ha limite», scrive Pili. «Devono comprendere che la Sardegna non è una colonia» e, «se vi è unanime parere contrario» per «palese e conclamata violazione delle procedure e norme vigenti», «recedano dal malsano intento di portare avanti il progetto». Venerdì 23 aprile anche la procura della Repubblica di Cagliari, dopo quella di Roma, ha acquisito documenti relativi alla valutazione di impatto ambientale per un parco eolico in Sardegna presentato dalla società Vento Macchiareddu di Napoli. A Roma la procura indaga su episodi di presunta corruzione e al centro dell'inchiesta c'è il faccendiere Flavio Carboni. La giunta regionale sarda guidata da Ugo Cappellacci (Pdl) lo scorso anno ha bloccato le domande dei privati per parchi eolici e ha escluso la realizzazione di impianti off-shore.
fonte:corriere.it

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