Google

sabato 26 giugno 2010

FAME NEL MONDO : NEI PROSSIMI 10 ANNI 49 MILIONI A RISCHIO FAME PER CLIMA

'Nei prossimi dieci anni, i cambiamenti climatici gia' in atto esporranno al rischio fame 49 milioni di persone nel mondo'' mentre ''sarebbe sufficiente un investimento dell'1% del Pil mondiale annuo per arrestare il cambiamento climatico''.

La denuncia e' stata lanciata, durante la seconda giornata dei lavori del Forum Greenaccord dell'Informazione cattolica, da Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes e docente di Teologia all'universita' Lumsa di Roma.

''La mobilita' di persone verso i confini dei Paesi ricchi fa paura - ha detto -. In Europa, 6 cittadini su 10 hanno timore di tale fenomeno. In Italia, questa percentuale sale all'80%.

Ma i cambiamenti climatici inevitabilmente produrranno un aumento del numero di migranti''. E allo stesso tempo, nei prossimi dieci anni, ''la produzione agricola potrebbe dimezzarsi, con punte fino al 95% nelle aree africane. I disastri naturali continuano ad aumentare in tutto il mondo.

Nel 2007 se ne sono verificati 950. E ad essi vanno aggiunti i disastri legati alle attivita' industriali, passati dai 20 del 1975 ai 350 del 2005. Sono 262 milioni le persone che ogni anno sono colpite da disastri legati al clima. Persone che si trasformano in ''rifugiati ambientali' e che bussano alla porta del Nord del mondo''.

''Non possiamo fingere che ci siano degli ''invisibili'. Non possiamo fingere che ci siano dei ''clandestini' ma dobbiamo anzitutto riconoscere che ci sono persone nuove, non conosciute, con storie di vita differenti, con le quali dobbiamo costruire relazioni, andare incontro anziche' perseguire il rifiuto, l'allontanamento e lo scontro. La vera sicurezza delle nostre citta' passa attraverso la relazione e la mediazione con le persone nuove che incrociamo''.

Al convegno Greenaccord ha preso la parola anche Flaminia Giovanelli, Sottosegretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, unica donna laica nei vertici della Curia vaticana. 'Nella gestione globale delle questioni ecologiche mi sembra manchi una organizzazione mondiale dell'Ambiente, che pero' sia dotati di poteri effettivi. L'Unep (il Programma Ambiente delle Nazioni Unite), per come e' strutturato, puo' solo dare un contributo, sebbene importante, per indicare la strada ma non puo' imporre le necessarie scelte di politica ambientale agli Stati membri''.

Nessun commento:

Lettori fissi

Visualizzazioni totali