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venerdì 19 novembre 2010

Antibiotici: Antibiotici, troppo usati e troppo pagati

"Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela": è il titolo di una campagna lanciata da Agenzia Italiana del Farmaco e Istituto Superiore di Sanità e con il patrocinio del Ministero della Salute. L'obiettivo è informare i cittadini dell’importanza di ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione del medico che ne accerti l'effettiva utilità, di non interrompere mai la terapia prima dei tempi indicati dal medico o, comunque, solo dietro suo consiglio e di non assumere antibiotici per curare infezioni virali.

BATTERI RESISTENTI - Il consumo inappropriato ed eccessivo di antibiotici e il conseguente sviluppo dell'antibioticoresistenza in Italia e in tutti i Paesi europei, spiega l'Aifa, costituisce un problema per la tutela della salute dei cittadini poiché espone al rischio di non poter disporre più in futuro di alcuna possibilità di cura per le infezioni. Ciò significa che anche patologie oggi ritenute minori, come il "giradito", potrebbero divenire temibili. La campagna sarà diffusa negli studi medici, con spot su televisioni e radio e nelle sale cinematografiche, con affissioni nelle stazioni ferroviarie, negli spazi pubblici, con pubblicità sugli autobus e attraverso il sito www.antibioticoresponsabile.it. I cittadini possono anche rivolgersi al numero verde Aifa 800.571661 per avere informazioni sul corretto uso degli antibiotici. Una campagna necessaria, spiega l'Aifa, perché alcuni germi patogeni importanti hanno già sviluppato livelli di antibioticoresistenza che arrivano quasi al 100%. Un esempio di questo fenomeno è il nuovo "superbatterio" NDM-1 (New Delhi Metallo-beta-lactamase-1), arrivato dall'India, che ha fatto la sua comparsa anche in Italia con due casi di contagio in persone di ritorno da viaggi all'estero. Il batterio è arrivato anche nel Regno Unito, in Francia, Svezia, Olanda e Stati Uniti.

DIFFERENZE REGIONALI - Ma c'è anche un problema di eccesso di spesa legato a consumi e costi. Uno studio dell’Aifa mostra che il nostro Paese si colloca ai primi posti in Europa per consumo di antibiotici, preceduto solo da Grecia e Cipro; in Italia c'è anche un aumento di consumo a livello ospedaliero superiore per esempio a quello registrato in Francia. Il sovrautilizzo di tali medicinali produce anche un eccesso di spesa per il Servizio Sanitario Nazionale (nel 2009 la spesa p stata di 1.038 milioni di euro) sottraendo risorse per nuovi farmaci. Va detto che ci sono forti differenze regionali nel consumo di antibiotici, con valori meno elevati in sei regioni del Nord (Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Valle d’Aosta, la Provincia Autonoma di Trento e la Provincia Autonoma di Bolzano che ha registrato il valore minimo con 13,05 dosi giornaliere ogni mille abitanti) e i valori più elevati in 5 regioni del Sud (Puglia, Calabria, Basilicata, Sicilia e Campania che ha registrato il valore massimo con 37,63 dosi giornaliere ogni mille abitanti). Campania, Puglia e Sicilia insieme determinano quasi il 60% di tutto l’eccesso di consumi. Prendendo la media delle regioni a minor consumo come punto di riferimento, è stato registrato a livello nazionale un sovraconsumo di 154.226.068 dosi giornaliere e a livello della Campania di 39.136.274 dosi giornaliere.

RISPARMIO DI 413 MILIONI - «Se tutte le regioni si allineassero al consumo medio delle sei più virtuose (17,25 dosi giornaliere ogni mille abitanti) si potrebbe ottenere un risparmio di 316,6 milioni di euro - spiega Guido Rasi, direttore generale dell’Aifa -. Se il costo per dose media giornaliera divenisse in tutte le regioni pari a quello della Lombardia (1,66 euro, contro i 2,23 della Sicilia) si otterrebbe un risparmio di 155,8 milioni di euro. Il risparmio complessivo che potrebbe derivare dall’effetto congiunto di una maggiore appropriatezza dei consumi e della riduzione dei costi è di 413,1 milioni di euro, pari al 3,7% della spesa farmaceutica convenzionata 2009. A livello di singola regione il risparmio ottenibile inciderebbe considerevolmente sul valore dello sfondamento della loro spesa: nel Lazio per il 29% , in Puglia per il 43% e in Sardegna per il 20%».

LE PATOLOGIE - I motivi più frequenti di prescrizione di antibiotici sono le malattie dell’apparato respiratorio (40,8%), seguite da quelle dell’apparato genitourinario (18,4) e dell’apparato digerente (13,6). Nel dettaglio il maggior impiego risulta per la cistite (9,9%), la faringite (8,3%), la bronchite acuta (5,7%). Nel 2009 il 44% dei cittadini, il 53% dei bambini, il 50% degli anziani hanno ricevuto almeno una prescrizione e il 15% degli anziani più di sei prescrizioni di antibiotici. Le categorie più prescritte sono i fluorochinoloni, le associazioni di penicilline macrolidi e lincosamidi, penicilline, cefalosporine orali.

RAFFREDDORE E INFLUENZA - «È necessario che i cittadini capiscano che gli antibiotici vanno assunti nelle modalità indicate dal medico e solo se è il medico a prescriverli, dopo averne accertato la necessità - spiega Guido Rasi, direttore generale dell’Aifa -. La sospensione precoce della terapia è tra le principali cause di sviluppo delle resistenze, poiché uccide i batteri più deboli e "seleziona" quelli più forti. Per questo bisogna evitare il fai da te. Raffreddore o influenza, per esempio, non rientrano tra le cause per cui sono indicati gli antibiotici, anzi assumerli in questi casi mette a rischio la salute favorendo lo sviluppo di germi resistenti. Dobbiamo impegnarci a far capire ai medici e alle persone comuni che stiamo rischiando di non avere più a disposizione farmaci efficaci per curare malattie che oggi non rappresentano più un pericolo ma che potrebbero diventarlo».

REAZIONI AVVERSE - Nel 2009 in Italia ci sono stati ben 1.643 episodi di reazioni avverse da antibiotici: le categorie per le quali si osservano maggiori segnalazioni sono le penicilline, gli antibatterici chinolonici, gli altri antibatterici betalattamici. Tra il 2002 e il 2009 ci sono state 8.833 segnalazioni. I tre antibiotici più segnalati sono amoxicillina triidrata/potassio clavulanato, la levofloxacina, il ceftriaxone. I decessi legati alle reazioni avverse è stato pari a 118 negli otto anni considerati: nella maggior parte dei casi il principio attivo sospetto è il ceftriaxone e le reazioni sono in prevalenza choc anafilattico, seguite da sindrome di Lyell, reazione di Stevens Johnson, epatite, necrosi cutanea e colite pseudomembranosa.

fonte: http://www.corrire.it/salute/10_novembre_17/antibiotici-aifa_306b252a-f232-11df-a59d-00144f02aabc.shtml

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