L'indagine dell'Agenzia Ue per l'ambiente rivela che i tre quarti dei danni sono attribuibili a 622 stabilimenti. Il costo a carico di ogni cittadino europeo è di 200-300 euro. In testa Germania, Regno Unito, Polonia, Francia, Italia
Mentre una parte del tessuto produttivo si sta riconvertendo a tecnologie a basso impatto ambientale, in Europa l'inquinamento ha uno zoccolo duro. Un gruppo di 191 stabilimenti è responsabile, da solo, di danni valutabili tra i 51 e gli 85 miliardi di euro. Estendendo il calcolo a 10 mila siti, il conto sale e si colloca tra i 102 e i 169 miliardi di euro. Ma i tre quarti del carico inquinante sono attribuibili a 622 impianti.
E' quanto emerge dall'ultimo studio dell'Agenzia europea per l'ambiente che analizza gli effetti prodotti da sostanze come gli ossidi di azoto, l'anidride solforosa, i metalli pesanti, le polveri sottili e l'anidride carbonica. La ricerca utilizza i dati forniti dalle stesse aziende, un assieme di industrie che va dalle società che producono elettricità alle raffinerie, dalle imprese chimiche a quelle che trattano i rifiuti (i trasporti e la maggior parte delle attività agricole sono esclusi).
Questo tipo di inquinamento costa a ogni cittadino europeo una cifra compresa tra 200 e 330 euro l'anno. E un gruppo di Paesi (Germania, Regno Unito, Polonia, Francia, Italia) guida la classifica dei super inquinatori. Se nella valutazione si inserisce però il rapporto con il prodotto interno lordo l'ordine cambia e in cima all'elenco troviamo Bulgaria, Romania, Estonia, Polonia e Repubblica Ceca. Le centrali elettriche che utilizzano fonti fossili sono al primo posto nella lista dei grandi inquinatori e tra i 20 impianti a maggior impatto ambientale figura la centrale elettrica Federico II di Brindisi Sud.
L'analisi dell'Agenzia europea precisa anche i danni prodotti: aumento dell'ozono di bassa quota (con relativo aggravio dei problemi respiratori e cardiovascolari), acidificazione ed eutrofizzazione degli ambienti, aumento di elementi tossici negli ecosistemi terrestri e acquatici.
"I cittadini europei stanno pagando l'inquinamento prodotto dagli impianti inquinanti con un sacrificio personale, con un danno alla loro salute", commenta Jacqueline McGlade, la biologa che guida l'Agenzia europea per l'ambiente. "Per quanto riguarda l'Italia va fatta una riflessione ulteriore: l'età media avanzata della popolazione comporta un'esposizione maggiore ai rischi prodotti dall'inquinamento. Calcolando inoltre che una parte significativa del problema deriva dalle centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili, va sottolineata l'importanza di una spinta verso le fonti rinnovabili: il sole e il vento possono migliorare la qualità dell'aria che respiriamo dando un contributo molto importante all'alleggerimento del rischio sanitario".
FONTE:http://www.repubblica.it/ambiente/2011/11/24/news/responsabili_inquinamento-25523711/?rss
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