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domenica 21 giugno 2009

ECOMAFIE: Una catena montuosa DI RIFIUTI di 10 cime con vette che arrivano fino a 3.100 metri di altezza


Una catena montuosa di 10 cime con vette che arrivano fino a 3.100 metri di altezza. E' quanto si potrebbe ottenere impilando i rifiuti speciali che ogni anno, dal 1997, scompaiono nel nulla in Italia. E la cima piu' alta spetta all'Etna di 'monnezza' pericolosa che si otterrebbe con le 31 milioni di tonnellate svanite nel 2008. E' quanto emerge dall'edizione 2009 del rapporto Ecomafia di Legambiente, presentato oggi a Milano, che mette la citta' in guardia per l'Expo 2015, l'evento ''piu' vulnerabile'' alle infiltrazioni mafiose. Se metodologie e prassi criminali rimangono invariate nel tempo (falsificazioni di documenti di identificazione dei rifiuti, di autorizzazioni, di quantita', di analisi di laboratorio, oltre alla tecnica del 'giro bolla'), il business delle ecomafie e' invece in continua crescita. La gestione del ciclo dei rifiuti e del cemento, del racket degli animali, dell'abusivismo edilizio, dei furti di opere d'arte o reperti archeologici e delle infiltrazioni in appalti di opere pubbliche ha fruttato l'anno scorso 20,5 miliardi di euro (+7,3% rispetto al 2007). Ma sul fronte delle indagini - 123 inchieste della magistratura nei sette anni dall'introduzione del delitto di attivita' organizzata per il traffico illecito di rifiuti - Legambiente denuncia il rischio ''di un pericoloso passo indietro se verra' approvato dal parlamento la riforma delle intecettazioni contenuta nel ddl Alfano''. Nelle 25.766 infrazioni accertate alle normative ambientali e nei 3.911 reati legati al ciclo dei rifiuti protagoniste sono, con il 48,1% dei reati in Italia, Campania, Calabria, Sicilia e Puglia. In particolare la Campania si conferma leader dal 1994. La prima regione del Nord e' invece la Liguria, all'ottavo posto. Ma anche in Lombardia, decima in classifica, la situazione e' preoccupante: sono 886 le infrazioni, 307 i sequestri e 866 i denunciati. E la regione si conferma ''al centro dei piu' pericolosi traffici illeciti di rifiuti''. A rischio poi ci sarebbe l'Expo, giudicato ''una miniera d'oro'' per le organizzazioni criminali e ''vulnerabile'', oggetto di numerosi allarmi lanciati anche dai magistrati della Dda di Milano. Le cosche infatti si starebbero preparando a giocare la loro parte grazie alla disponibilita' di denaro (''che in un momento di crisi potrebbe rivelarsi determinante'', continua il rapporto) e i ritardi negli stanziamenti, delle nomine e dei lavori che ''potrebbe portare gli organi decisionali a prestare meno attenzione su chi avra' i subappalti''. Il vicepresidente di Legambiente Lombardia Sergio Cannavo', appoggiato dall'associazione Libera, ha quindi lanciato la proposta di costituire una task force di controllo degli appalti e dei flussi di risorse legate all'evento.

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