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giovedì 30 luglio 2009
RU486: 29 decessi tra donne PER IL FARMACO
Sarebbero almeno 29 i decessi registrati tra le donne in seguito all'utilizzo della pillola abortiva RU486 secondo dati dell'azienda Exelgyn. Tale dato 'non risulta pero' nei verbali del comitato tecnico scientifico dell'Aifa ne' dell'Autorita' europea per i farmaci Emea' conferma il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella,durante la presentazione della relazione al Parlamento sull'attuazione della legge 194. OGGI l'Aifa valutera' l'immissione in commercio in Italia della pillola abortiva.
Dopo anni di scontri ideologici, domani la pillola abortiva RU486 potrebbe fare il suo ingresso negli ospedali italiani dalla porta principale. Il Cda dell'Aifa, infatti, si riunira' nel pomeriggio proprio per stabilire o meno il via libera alla registrazione del mifepristone in Italia.
IL PERCORSO. Il percorso e' stato lungo e ancora le polemiche non sono finite. Dopo le richieste fatte da alcuni ospedali italiani, nel novembre 2007 la casa farmaceutica produttrice Exelgyn (Francia) chiese la registrazione del farmaco in Italia. A inizio 2008 arrivo' il parere positivo del Comitato Tecnico Scientifico dell'Aifa e solo a giugno scorso la Commissione prezzi dell'Aifa stabili' il prezzo delle confezioni da una e da tre compresse (rispettivamente 14,28 euro e 42,80 euro) che saranno a carico delle Asl.
I RISCHI. Anche oggi, alla vigilia della riunione, il mondo politico e' diviso tra chi nella pillola vede un atto di civilta' e chi, invece, ne denuncia con preoccupazione la pericolosita' e i rischi.
Metodo usato in gran parte d'Europa la RU486 in Italia non ha avuto vita facile da quando nel 2005 il ginecologo Silvio Viale avvio' una sperimentazione del farmaco all'ospedale Sant'Anna di Torino.
Nella relazione annuale al Parlamento del ministro della Salute Maurizio Sacconi, si evince che dal 2005 alcuni istituti hanno utilizzato l'approccio farmacologico per l'interruzione della gravidanza. Da quanto riferito dalle Regioni il Mifepristone e' stato utilizzato in due Regioni, Piemonte e Toscana, per un totale di 132 casi, nel 2006 in quattro Regioni e una provincia autonoma (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Trento) per un totale di 1.151 casi e nel 2007 invece in Emilia Romagna, Toscana, Marche, Puglia e Trento per un totale di 1.010 casi. Attualmente per questa procedura abortiva non esistono rilevazioni sistematiche, ma i dati forniti dalle Regioni indicano una prassi di ricovero in day ospital. E da qui le prime perplessita'.
Il sottosegretario Eugenia Roccella, infatti, ha paventato il rischio che nell'uso della RU486 per l'interruzione di gravidanza ''si ricorra a una prassi diversa da quella consigliata dai protocolli, il metodo infatti rende difficile il controllo che l'espulsione avvenga nelle strutture pubbliche dal momento che dura 14 giorni. Dunque il problema che puo' porre il farmaco e' che l'espulsione non avvenga in una struttura ospedaliera''.
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