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lunedì 28 settembre 2009

INFLUENZA SUINA: NUOVA INFLUENZA LE VACCINAZIONI SLITTANO A DICEMBRE. RISPOSTE A CURIOSITà E DUBBI SUL VACCINO

Gli esperti assicurano che la paura è più pericolosa dell’influenza A, ma questo non basta a tranquillizzare gli animi quando la cronaca riporta casi di persone perfettamente sane vinte dal virus. E allora l’arrivo del vaccino è vissuto con ansia, una corsa contro il tempo. Doveva arrivare a metà ottobre, massimo a novembre, e invece si dovrà aspettare fine anno «con tutti i controlli eseguiti e pronto ad essere iniettato», assicura Luigi Roberto Biasio, direttore medico di Sanofi Pasteur Msd, una delle due aziende a cui è stata affidata la produzione del vaccino in Italia.

Avevano detto che a ottobre la gente si sarebbe potuta vaccinare. Siete in ritardo?
«Nessun ritardo l’impegno con il ministero era di fornire il vaccino appunto tra dicembre e gennaio. I tempi di produzione sono standard, ci vogliono 5-6 mesi da quando si è individuato il virus A H1N1 idoneo per la preparazione del vaccino e questo ci è stato consegnato dall’Oms a inizio giugno. Il vaccino è ora in produzione e a metà ottobre inizierà l’infialamento».

In Cina hanno iniziato la vaccinazione. Che cosa dice la loro esperienza?
«Per adesso poco, certamente ci sono indicazioni per una sola dose di vaccino. Anche i risultati preliminari di altri studi mostrano che una sola dose potrebbe essere sufficiente».

In Italia arriverà mai in farmacia?
«No, sono le Regioni che decidono come gestire la distribuzione sulle basi delle direttive del ministro. Si tratta di un virus nuovo ed è giusto che siano le autorità sanitarie a decidere come e per chi usarlo. In questo modo si tiene sotto controllo l’andamento epidemiologico della malattia.

Fino all’arrivo del vaccino che cosa si deve fare?
«Il virus potrebbe riassortirsi con un altro virus influenzale, mutando, con la possibilità di divenire più aggressivo, determinando così una variabile in più che renderebbe più difficile la vaccinazione. Bisogna perciò vaccinarsi con il vaccino antinfluenzale stagionale. C'è un'indicazione proprio per le categorie di persone per cui è non indicata la somministrazione del vaccino contro il virus AH1N1, come gli anziani».

Ci sono controindicazioni? La fretta con cui si è dovuto correre ai ripari non comporterà una diminuzione della sicurezza?
«Nessun rischio, il vaccino sarà tollerato come quello della vaccinazione stagionale».

Ci sono paesi che hanno deciso di vaccinare tutta la popolazione. Da noi, invece, solo alcune categorie. Perché?
«Il ministero ha adottato una strategia vaccinale evidentemente basata sulle caratteristiche della pandemia e sulla sua probabile evoluzione nelle popolazioni da vaccinare».

Il vaccino quanto è efficace?
«Gli studi clinici sono ancora in corso. Nessun vaccino antinfluenzale protegge al 100 per cento ma certamente rende meno violenta e grave la malattia in quei pochi casi in cui compare».

Quanto è aggressivo questo virus?
«Non molto per ora».

Perché è nata la psicosi allora?
«Perché comunque si tratta di una pandemia. Dal punto di vista epidemiologico rappresenta qualcosa di estremamente nuovo e, anche se per ora non è grave, potrebbe diventarlo. Inoltre, la pandemia cambia poi il profilo epidemiologico dei virus circolanti e dunque ci vuole molta attenzione».

A volte si associa questa influenza con la Spagnola del 1918. Ci sono tratti comuni?
«Anche quello era probabilmente un H1N1, però diverso. La spagnola era molto più diffusiva come virus. Aveva un indice di infettività elevato. Da ogni caso di spagnola se ne potevano causare altri 4. Mentre l’indice dell’influenza A attuale è di 1,4 o 1,5».

Che cosa risponde a chi dice che quella che si è scatenata è in realtà una corsa all’oro delle case farmaceutiche visto che in ballo ci sono più di 10 miliardi di dollari?
«I produttori di vaccini seguono le indicazioni dell’Oms e delle autorita nazionali. La produzione è poi soggetta a diverse variabili (quali la resa produttiva del vaccino, i risultati degli studi clinici) e l’investimento per produrre è elevato. Il prezzo non sarà poi molto diverso da quello del vaccino stagionale praticato al Ssn».

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