Il Morbo di Hansen, meglio conosciuto come lebbra, malgrado il progresso dei farmaci che portano a piu' efficaci cure ''continua a propagarsi''. L'allarme e' lanciato dalla Santa Sede, attraverso il Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari che chiede un maggior impegno della comunita' internazionale e dei singoli Stati per mettere in campo ogni efficacia misura per contrastare questa terribile malattia che colpisce ancora troppe zone del Sud del Mondo.
In un messaggio inviato in occasione della 57a Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra che si celebrera' in tutte le Chiese domenica prossima, il Presidente del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, mons. Zygmunt Zimowski punta il dito, per quanto concerne il diffondersi della malattia, contro il ''perpetuarsi dell'indigenza individuale e collettiva, che troppo spesso comporta - ricorda - la mancanza di igiene, la presenza di malattie debilitanti, l'alimentazione insufficiente se non fame cronica e la mancanza di accesso tempestivo alle cure mediche. Sul piano sociale persistono, al contempo, - prosegue mons. Zimowski - le paure che, di norma generate dall'ignoranza, aggiungono un pesante stigma al gia' terribile fardello che la lebbra comporta anche a guarigione avvenuta''.
Da qui ''l'appello'' rivolto alla comunita' internazionale e alle autorita' di ogni singolo Stato, per invitarle ''a sviluppare e rafforzare le necessarie strategie di lotta alla lebbra, rendendole piu' efficaci e capillari soprattutto dove il numero dei nuovi casi e' ancora elevato. Tutto cio' senza trascurare - aggiunge il vescovo - le campagne di educazione e di sensibilizzazione in grado di aiutare, le persone affette ed i loro familiari, ad uscire dall'esclusione e ad ottenere le cure necessarie''.
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