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giovedì 11 febbraio 2010

Continua la folle marcia indietro dell'Italia verso la preistoria energetica

''Continua la folle marcia indietro dell'Italia verso la preistoria energetica. Dopo Civitavecchia, Vado Ligure, Fiumesanto e Porto Tolle, e' atteso per oggi l'ok della Commissione VIA nazionale alla nuova centrale a carbone di Saline Joniche in provincia di Reggio Calabria''. Lo afferma Legambiente che prosegue: ''Superano cosi' i 32 milioni le tonnellate di CO2 in piu' all'anno prodotte dagli impianti a carbone autorizzati, che diverranno 39 milioni circa con le future autorizzazioni. Un livello di emissioni altissimo che contrasta in modo evidente con l'impegno assunto dal nostro Paese in sede europea per ridurre i gas serra di 60 milioni di tonnellate entro il 2020''.

E' questo lo scenario delineato dal dossier di Legambiente ''Carbone: vecchio, sporco e cattivo'' sull'inquinamento causato dal combustibile killer del clima, presentato questa mattina a Reggio Calabria.

Il quadro che emerge dal dossier e' quello di un'Italia che dovra' necessariamente giocare sulla produzione termoelettrica la partita strategica per la lotta ai cambiamenti climatici, visto che si tratta del settore che emette la maggior quantita' di gas a effetto serra. Nel 2007 le centrali termoelettriche, infatti, hanno rappresentato il 29% circa delle emissioni totali, che sono aumentate rispetto al 1990 del 17,6%. ''Il carbone, propagandato come pulito ed economico - avverte Legambiente - rappresenta il maggiore pericolo che il nostro Paese ha di fronte se vuole raggiungere gli obiettivi previsti dall'Unione europea che impone all'Italia una riduzione vincolante del 5,2% rispetto al 1990 da raggiungere entro il 2020. Infatti, se dovessero entrare in funzione tutti i progetti avviati e ormai conclusi (Civitavecchia), autorizzati fino ad oggi (Fiumesanto, Vado Ligure e Porto Tolle, a cui aggiungiamo Saline Joniche) o ipotizzati (Rossano Calabro), a regime si produrrebbero in piu' quasi 39 milioni di tonnellate (Mt) di CO2 all'anno, a fronte dell'impegno europeo preso dall'Italia di ridurre le sue emissioni di gas serra di 60 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2020''.

Secondo il rapporto di Legambiente, nel 2008 le 12 centrali a carbone in funzione sono stati gli impianti industriali che hanno sforato di piu' rispetto ai limiti sulla CO2 fissati dall'Unione europea e pertanto dovranno pagare le multe piu' alte. Mentre i 600 impianti termoelettrici che bruciano altri combustibili hanno superato complessivamente il limite Ets (Emission trading scheme) di ''soli'' 2,8 Mt, le 12 centrali a carbone hanno sforato di 7,3 Mt di CO2. Ma non solo: a fronte di emissioni di CO2 pari al 30% del totale del settore elettrico italiano, queste centrali si limitano a produrre solo il 13,5% dell'elettricita'.

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