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lunedì 29 marzo 2010

L-carnitina: AMINOACIDO NATURALE NUOVO ALLEATO CONTRO 'SUPER-COLESTEROLO' ( lipoproteina )

Il super-colesterolo ha un nome. Si tratta della lipoproteina(a), conosciuta come 'la proteina che affonda' per la sua elevata densita', che raddoppia il rischio di infarto e provoca malattie cardiovascolari. Sono i dati di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine illustrati a ''Conoscere e curare il cuore 2010'', simposio promosso a Firenze dal Centro nazionale per la Lotta contro l'Infarto, durante il quale sono stati presentati i risultati nella riduzione di livelli di lipoproteina(a) si sono ottenuti recentemente con la L-carnitina, una sostanza endogena nota per il ruolo chiave svolto nel metabolismo cellulare degli acidi grassi.

''Da tempo si sapeva che la lipoproteina(a) e' associata all'infarto ma non era chiaro se ne fosse una causa o una conseguenza - afferma Cesare Sirtori, del Dipartimento di Scienze Farmacologiche Universita' degli Studi di Milano - la novita' che emerge adesso e' il 'ruolo causale', cioe' la responsabilita' della lipoproteina(a) nella malattia cardiovascolare'' A sciogliere gli ultimi dubbi e' stato lo studio appena pubblicato, condotto da un Consorzio di ricerca chiamato PROCARDIS, che riunisce scienziati dell'Istituto Mario Negri di Milano, del Wellcome Trust Centre e della Clinical Trials Service Unit di Oxford, del Karolinska Institute di Stoccolma e dell'Universita' di Munster, in Germania.

I livelli plasmatici di Lp(a), mostrano una notevole variabilita' tra gli individui e risultano geneticamente determinati dal gene LPA. Lo studio del gruppo PROCARDIS, che complessivamente ha analizzato il genotipo di 16.000 soggetti europei, ha dimostrato che tra le diverse varianti del gene LPA, due in particolare sono associate all'aumento del livello plasmatico di Lp(a) e svolgono un ruolo causale nello sviluppo della malattia coronarica e dell'infarto. Una persona su sei e' portatrice di una di queste due varianti nel suo DNA e ha di conseguenza livelli piu' elevati di Lp(a) e un rischio di infarto raddoppiato rispetto ai soggetti con genotipo normale; i soggetti portatori di entrambe le varianti hanno un rischio elevato di piu' di quattro volte.

Individuato il killer, resta pero' il problema di bloccarlo, per prevenire il rischio cardiovascolare. Una delle opzioni emergenti per efficacia e tollerabilita' e' la L-carnitina, una sostanza endogena nota per il ruolo chiave svolto nel metabolismo cellulare degli acidi grassi. La L-carnitina e' una sostanza naturale, presente nell'organismo, normalmente assunta con i cibi, dunque attraverso l'alimentazione. Si trova prevalentemente nei muscoli e ha lo scopo di migliorare l'attivita' energetica dell'organismo.

''I risultati preliminari di una serie di studi, qualificano la L-carnitina come una nuova opportunita' terapeutica per la riduzione dei livelli di Lp(a) in pazienti dislipidemici - afferma Mariano Malaguarnera, del Dipartimento di Medicina Interna Universita' degli Studi di Catania - la carnitina si e' dimostrata efficace nel ridurre i livelli plasmatici della lipoproteina(a) con ridotti effetti collaterali. La L-carnitina e' una molecola di ampia disponibilita', anche a basso costo, e ha un'azione protettiva sulla cellula, un'azione energizzante e un'azione sui lipidi''.

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