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venerdì 3 settembre 2010

trivellazioni : NESSUNA GARANZIA SU TRIVELLAZIONI PROFONDE DEL PETROLIO

Il nuovo incidente nel Golfo del Messico, e' una conferma ulteriore, dopo il disastro della piattaforma Deepwater Horizon che verra' ricordata come la ''Cernobyl del petrolio'', che ormai il petrolio facile e' finito e la risposta dell'industria e' di continuare a spingere i limiti tecnologici penetrando in ambienti marini sempre piu' profondi, isolati e sensibili. Attualmente circa il 30% di tutto il petrolio estratto deriva da estrazioni petrolifere su fondale marino (costiero o off-shore) e questa percentuale e' in aumento. ''I recenti incidenti e le loro conseguenze hanno anche dimostrato l'esistenza di rischi specifici associati alle perforazioni sottomarine; carenze nelle regolamentazioni e omissioni di conformita' da parte dell'industria; cosi' come carenze nelle capacita' tecnologiche, logistiche e regolamentari, sia per la prevenzione di incidenti che per la reazione agli incidenti stessi - ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia - In queste circostanze il WWF ritiene che i Governi debbano adottare politiche e strategie per ridurre l'uso dei combustibili fossili liquidi, attraverso misure di efficienza energetica sostanziali, l'elettrificazione dei trasporti e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili. La spinta verso tecnologie sempre piu' ai limiti per la ricerca e la gestione di fonti non rinnovabili allontana per le comunita' coinvolte sempre piu' la certezza su come rientrare da situazioni di emergenza e la scommessa sul nucleare in Italia e' un altro esempio di questo genere di rischi''

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