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venerdì 8 ottobre 2010

UNGHERIA: COL FANGO TOSSICO 50 TONN di arsenico liberate nell'ambiente, mercurio e cromo a livelli altissimi. ATTESI ALTRI DISASTRI LUNGO IL DANUBIO


Altri disastri simili a quello causato dalla fuoriuscita di fango tossico in Ungheria ''sono attesi'' lungo il fiume Danubio.

''Ci sono una serie di catastrofi che potrebbero accadere da un momento all'altro in alcuni siti lungo il bacino del Danubio'', ha dichiarato il capo del programma Danubio-Carpazi del Wwf, Andreas Beckmann.

La fuoriuscita di fango tossico di lunedi, in cui sono morte 5 persone, ha focalizzato l'attenzione su altri due impianti di stoccaggio di fanghi tossici e altamente alcalini derivanti dalla lavorazione della bauxite.

''Una fuoriuscita dal serbatoio di Almasfuzito avrebbe un serio impatto sull'acqua potabilee i fragili ecosistemi del medio Danubio. Una fuoriuscita dalla struttura di Tulcea, in Romania, che ha gia' subito perdite in passato, avrebbe un impatto devastante sul Delta del Danubio, una zona di importanza mondiale per flora e fauna'', ha spiegato Beckmann.

Cinquanta tonnellate di arsenico liberate nell'ambiente, mercurio e cromo a livelli altissimi.

Greenpeace pubblica oggi i risultati delle analisi dei campioni di fanghi tossici prelevati martedi', a un giorno dall'incidente avvenuto nell'impianto di lavorazione dell'alluminio di Ajka, nell'Ovest dell'Ungheria.

Le analisi rilevano valori di metalli pesanti sorprendentemente alti. Oltre a mercurio e cromo, elevata soprattutto la concentrazione di arsenico che, pericoloso per piante e animali, puo' accumularsi in particolare negli invertebrati e danneggiare il sistema nervoso degli uomini, come il mercurio che si accumula in particolare nei pesci.

''Questa contaminazione - spiega Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia - rappresenta un grave rischio per gli ecosistemi acquatici, le falde di acqua potabile e la salute pubblica, anche a lungo termine. Denunciamo il tentativo di occultamento del Governo ungherese, che non ha ancora pubblicato alcun dato sulla contaminazione dei fanghi''.

Greenpeace ha prelevato campioni di fango e acque a Kolontar, una delle due cittadine inondate dalla marea rossa e li ha poi consegnati, rispettivamente, alla Austrian Federal Environment Agency (AFEA) di Vienna e al laboratorio Balint a Budapest. Le analisi dell'AFEA hanno trovato 110 mg/kg di arsenico, 1.3 mg/kg di mercurio e 660 mg/kg di cromo nei fanghi campionati. Nei campioni di acqua contaminata il laboratorio Balint ha riscontrato 0.25 milligrammi per litro di arsenico: un livello 25 volte piu' alto del limite consentito nell'acqua potabile.

Il giorno dopo l'incidente Greenpeace ha misurato, con una strumentazione da campo, il pH dei fanghi rossi, trovando una concentrazione elevatissima e pari a 13. A pH molto elevato, i fanghi sono corrosivi perche' il processo di lavorazione comporta il trattamento della bauxite (minerale che contiene il metallo) con soda caustica. La lavorazione comporta poi l'uso di altre sostanze che possono essere tossiche (sali di litio, criolite...), ma sono necessarie ulteriori analisi dei fanghi per ottenerne un profilo chimico completo.

A concentrazione elevate di pH, come nei fanghi rossi, i metalli pesanti sono relativamente ben legati nella struttura del sedimento, ma con la diluizione (nei fiumi ad esempio) il valore di pH diminuisce e queste sostanze sono rilasciate lentamente ma su vasta scala.

INTANTO E' salito a sette il bilancio delle vittime della sciagura ambientale all'impianto di alluminio a Ajka, nell'ovest dell'Ungheria. Lo ha annunciato stasera la Protezione civile. La settima vittima e' stata rinvenuta a Devecser, una delle due localita', assieme a Kolontar, piu' colpita dalla sciagura. All'appello manca ancora un disperso.

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