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sabato 11 dicembre 2010

Sicurezza nucleare: Il nucleare francese non resiste ai fiocchi di neve

Il 4 dicembre un tetto di un edificio annesso alla centrale nucleare francese di Flamanville (Manche) ha ceduto sotto il peso della neve. Nell'edificio sono stoccati fusti contenenti oggetti contaminati. "Sortir du nuclèaire", la rete delle associazioni no-nuke francesi, sottolinea che «Un tale avvenimento non è inedito, perché già nel dicembre 1990 il tetto del supergeneratore Superphénix era anche lui crollato in seguito a delle precipitazioni di neve. Questo oggi ci ricorda la vulnerabilità delle installazioni nucleari».

E "Sortir du nucléaire" chiede: «Quali sono stati i danni causati dal crollo del tetto? La neve che è caduta su queste scorie non rischia di contaminare l'ambiente una volta sciolta? E se i materiali degli edifici non resistono alla neve, come possono pretendere di resistere ad un crash di un aereo?».

Ma il gelo e la neve hanno (ri)messo soprattutto a nudo l'incapacità del nucleare francese di affrontare i picchi di consumo invernali. Gli ambientalisti spiegano che «Da oltre una trentina di anni, pour assorbire a la sovra-produzione delle centrali nucleari, la Francia paralizzato le politiche di risparmio energetico e sviluppato massicciamente il riscaldamento elettrico». Così, in caso di ondate di gelo come quelle che stanno colpendo la Francia, la domanda di elettricità esplode. Secondo i dati ufficiali forniti in tempo reale dal Réseau de Transport d'élettricité (Rte), alla fine della settimana scorsa il consumo di elettricità ha oltrepassato 91 000 MW al giorno. Il problema è che in Francia le centrali nucleari forniscono il 78% dell'elettricità, ma non hanno praticamente nessuna flessibilità per potersi adattare a forti variazioni dei consumi, soprattutto quando 10 reattori su 58 sono fermi per manutenzione.

La favola dell'energia nucleare francese efficiente che viene esportata, è smentita da qualche anno: la Francia importa annualmente più elettricità dai suoi vicini (Italia compresa) di quanta ne esporti. E "Sortir du nucléaire" sottolinea: «Nel periodo di punta paghiamo un forte prezzo. La scorsa settimana il prezzo del MWh è raddoppiato per raggiungere più di 190 euro. Malgrado queste importazioni rovinose, delle interruzioni di corrente restano possibili: in Francia avremo così sia il nucleare.... che la candela. Il sistema nucleare che è stato imposto alla popolazione e sia molto pericoloso che molto fragile. Lontano dal permettere l'indipendenza energetica della Francia, rende il nostro Paese interamente dipendente dall'estero, questo sia che si tratti di acquistare l'uranio .. o direttamente l'elettricità, prodotta dalle centrali termiche che emettono più gas serra. E' il colmo in pieno summit di Cancun sui cambiamenti climatici!»
Per dare un chiaro e concreto segnale della lotta agli sprechi energetici, Réseau "Sortir du nucléaire" nella notte tra il 4 e il 5 dicembre ha partecipato ad un'azione "clan du néon" nelle strade di Lione per lottare contro lo spreco di elettricità spegnendo le insegne al neon delle attività commerciali tenute accese inutilmente tutta la notte.

fonte: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=7991

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