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mercoledì 12 ottobre 2011

INQUINAMENTO DEI MARI :In Nuova Zelanda si teme affondamento del cargo incagliato

Secondo le autorità neozelandesi, i quattro serbatoi della nave (1700 tonnellate di gasolio) al momento sono ancora intatti e sigillati, e ciò che è arrivato a riva veniva probabilmente da un condotto o da un serbatoio secondario.

Come spiega il Wwf Italia, “a Nord della zona dell’attuale sversamento entriamo nel delicatissimo ambiente del Triangolo dei coralli, luogo privilegiato dalle azioni di conservazione del WWF Internazionale che abbraccia arcipelaghi unici come quelli dell Papua Nuova Guinea e delle isole Salomone”

“Se un inquinamento di questo tipo arrivasse nel cuore delle barriere coralline, che ospitano una diversità incredibile di ambienti e di organismi, sarebbe un vero disastro per la biodiversità del Pianeta”.

Fino a 300 tonnellate di carburante sono già arrivate a riva sulla spiaggia di Tauranga, nella baia di Plenty, dove sono situate riserve marine e paludi che brulicano di vita selvaggia: balene, delfini, pinguini, foche e uccelli rari.

La Rena, il portacontainer di un armatore greco battente bandiera liberiana che si è incagliato la scorsa settimana su una barriera corallina nella Bay of Plenty in Nuova Zelanda, rischia di affondare provocando una catastrofe ambientale irrimediabile. L

a nave si è inclinata ulteriormente: mentre prima erano 12 gradi, ora sono 18. Sullo scafo sono inoltre visibili grosse crepe che possono portare alla frattura in due della nave, dai cui serbatoi sono già fuoriuscite almeno 300 tonnellate di petrolio che hanno contaminato le spiagge. I 1.368 container trasportati si sono spostati e una settantina sono caduti in mare.

ACCUSE - Il capitano filippino della Rena, di 47.230 tonnellate di stazza, è stato arrestato ed è comparso davanti a un tribunale di Tauranga. Il 44enne è stato incriminato per «aver gestito la nave in modo da provocare pericolo o rischio non necessario» e rischia una multa di 10 mila dollari neozelandesi (circa 5.700 euro) o un anno di carcere. L'uomo è stato rinviato a giudizio e liberato su cauzione. «Abbiamo identificato fratture da stress nello scafo quindi non possiamo escludere il rischio che la nave si spacchi e affondi, riversando in mare altre 1.300 tonnellate di petrolio», ha detto il premier John Key durante una visita nella zona. Onde di 5 metri e forte vento hanno investito la Rena per due giorni. Centinaia di militari e di volontari sono impegnati nelle operazioni di pulizia sulle spiagge. Il portavoce di Maritime New Zealand, Steve Jones, ha avvertito che ulteriore petrolio raggiugerà le spiagge della zona. «Undici contenitori che contengono sostanze pericolose sono sempre sulla nave e non compaiono tra i circa 70 che sono caduti», ha aggiunto.

Fonte: http://www.corriere.it/ambiente/11_ottobre_12/nave-inclinata-nuovazelanda_bc4c23de-f4aa-11e0-a9a5-9e683f522ea7.shtml

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