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martedì 25 agosto 2009

bomba atomica: rischio esplosione nucleare al Circolo Polare Artico


Una “bomba sporca” giace nei pressi del Circolo Polare Artico. Si tratta di materiale radioattivo che, se esplodesse, potrebbe eguagliare se non superare il disastro nucleare di Chernobyl. Nel sito di stoccaggio russo della baia di Andreeva, nella Penisola di Kola, vicino Murmansk, giacciono infatti oltre 20 mila barre di materiale nucleare scartato dai sommergibili russi, relitti della Guerra Fredda contenuti lì da decenni. Il freddo e l’acqua salata stanno ora corrodendo l’edificio di Andreeva, e se una delle barre dovesse prendere fuoco, l’esplosione potrebbe proiettare materiale radioattivo ovunque, rendendo inabitabili zone della Norvegia, Russia e Finlandia e contaminando anche la Gran Bretagna.
Lo denuncia il gruppo ambientalista norvegese Bellona, che dice di aver ottenuto un dossier segreto dell’agenzia nucleare russa Rosatom, che parla di «esplosione incontrollabile» nel sito di Andreeva. «Le barre di materiale radioattivo sono fissate al suolo e protette da metallo, per evitare che si originino delle reazioni. Tuttavia, il metallo si sta corrodendo, e le barre cadono sul fondo dei contenitori che vengono corrosi dall’acqua marina», ha detto all’Indipendent John Large, consulente nucleare indipendente. «Questa corrosione - ha aggiunto - rilascia idrogeno, un materiale altamente infiammabile. Se per qualche motivo si dovesse originare una scintilla, l’esplosione potrebbe proiettare materiale radioattivo per centinaia di chilometri». Non si tratterebbe di una vera bomba nucleare, ma di una «bomba sporca» capace di contaminare una grande area per lunghissimo tempo.
«Poche persone morirebbero nell’esplosione», ha detto Large, che ha aiutato le operazioni di recupero del materiale radioattivo del sottomarino russo Krusk, affondato nel 2000. «Tuttavia, le condizioni metereologiche - ha continuato - potrebbero creare una nuvola di materiale radioattivo estesa per migliaia di chilometri. Proprio come è successo a Chernobyl». Per gli esperti, un’esplosione nel sito di Andreeva potrebbe cancellare la vita nel raggio di 50 chilometri, e rendere inabitabili per almeno 20 anni zone di Russia, Finlandia e Norvegia. «Ci sono fughe di radioattività dal 1982. Inoltre la sicurezza nel sito è ai minimi livelli», hanno detto gli attivisti di Bellona.
«C’è solo un pugno di guardie - hanno proseguito - e un po’ di filo spinato. Un sito del genere è molto appetibile per i terroristi in cerca di materiale per bombe sporche. E’ solo questione di tempo prima che accada qualcosa». Intanto, l’amministrazione Putin e la Rosatom hanno negato che il sito di Andreeva costituisca un pericolo per l’ambiente. «La possibilità che si verifichi un evento nucleare pericoloso è da escludere», ha detto Andrei Malyshev, vice capo della Rosatom.

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