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martedì 15 settembre 2009

CO2: impianti per la catturare la Co2.Enel costruirà un impianto per la cattura di Co2 in Cina


Enel ha siglato in Cina un accordo di collaborazione per l'applicazione di tecnologie di cattura e sequestro della Co2. L'accordo è stato firmato nella capitale cinese dal ministro per la Scienza e Tecnologia della Repubblica Popolare Cinese, Wan Gang , e dal ministro per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo e dal direttore della divisione Ingegneria e Innovazione di Enel, Livio Vido.




Il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ed il ministro della scienza e tecnologia della Repubblica Popolare Cinese Wan Gang hanno firmato stamani a Pechino una dichiarazione congiunta sulla prosecuzione ed implementazione dei rapporti bilaterali in materia di ricerca e tecnologia ambientale.


''L'incontro con il Ministro Wan - ha affermato il Ministro Prestigiacomo - ha confermato la volonta' di entrambi di proseguire e anche di sviluppare ulteriormente il programma di collaborazione ambientale, che la Cina ha riconosciuto pubblicamente e per un modello di cooperazione a livello internazionale. La dichiarazione di intenti congiunta che abbiamo siglato ha conclusione del nostro incontro rafforza l'intesa e consentira' lo sviluppo, tra gli altri, di nuovi progetti in materia di produzione di energia rinnovabili energia da carbone pulito efficienza energetica''.

Sempre oggi a Pechino i Ministeri dell'Ambiente italiano e cinese l'Enel e cinese hanno siglato un accordo sul trasferimento delle tecnologie del cosiddetto ''carbone pulito'' e della cattura della CO2.

''L'accordo che abbiamo firmato insieme ad Enel - ha commentato Stefania Prestigiacomo - ha un'importanza strategica per il nostro Ministero, che investe ormai da tempo sullo sviluppo della tecnologia di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica, come dimostrano i tanti accordi bilaterali che abbiamo siglato negli ultimi mesi, non ultimo quello con l'Australia in occasione del G8 di Siracusa. In particolare l'accordo di oggi ci fa diventare il primo Paese europeo a sviluppare un programma del genere con la Cina.

L'accordo prevede infatti uno studio di fattibilita' per la costruzione di un impianti di cattura e stoccaggio dell'anidride presso una centrale a carbone e la sua successiva iniezione in un giacimento petrolifero esausto.

Questo consentira' un abbattimento sostanziale delle emissioni prodotte. Un'ulteriore conferma della funzione di volano per gli investimenti italiani che il nostro programma di cooperazione ambientale ha saputo svolgere in questi dieci anni''.

La cooperazione Italia - Cina favorirà il confronto tra i ricercatori dei due Paesi, entrambi impegnati nello sviluppo di nuove tecnologie per ottenere una significativa riduzione delle emissioni di CO2 prodotte dalle centrali termoelettriche. Enel contribuirà al successo dell'iniziativa mettendo a disposizione dei partner cinesi l'esperienza accumulata nella progettazione e realizzazione di un impianto pilota che, a partire dal 2010, consentirà di testare presso la Centrale Federico II di Brindisi, le più avanzate tecnologie di cattura della CO2. Enel ha inoltre sviluppato un progetto, attualmente al vaglio della Comunità Europea per l'erogazione dei finanziamenti previsti nell'ambito dell'European Economic Recovery Plan, per la realizzazione di un impianto in piena scala che consentirà, a partire dal 2015, la cattura della CO2 prodotta dalla centrale a carbone di prossima realizzazione a Porto Tolle. Grazie anche all'acquisizione di Endesa, l'attuale portafoglio Cdm - Clean Development Mechanism - può contare su un volume complessivo di crediti di emissione da progetti già registrati di oltre 140 milioni di tonnellate di CO2- equivalente, pari all'8% del totale mondiale.

«L'accordo che abbiamo firmato insieme ad Enel ci fa diventare il primo Paese europeo a sviluppare un programma del genere con la Cina» ha commentato la Prestigiacomo «e ha un'importanza strategica per il nostro ministero, che investe ormai da tempo sullo sviluppo della tecnologia di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica, come dimostrano i tanti accordi bilaterali che abbiamo siglato negli ultimi anni».

Il primo passo sarà uno studio di fattibilità per la realizzazione presso una centrale a carbone cinese di un impianto per la cattura degli scarichi CO2 e la loro successiva iniezione in un giacimento petrolifero. «La soluzione messa a punto da Enel per la cattura e il sequestro della CO2 prevede la conversione del gas in liquido e il trasporto tramite pipeline a un giacimento petrolifero esausto» ha spiegato Livio Vido «una metodologia che, oltre a consentire un abbattimento sostanziale delle emissioni prodotte, permette anche il recupero delle ultime vene rimaste di petrolio rimaste in fondo al pozzo. Altro metodo di stoccaggio allo studio è poi quello che consente di immagazzinare la CO2 in formazioni rocciose che la combinano con sostanze naturali, formando dei sali che impediscono così la dispersione nell'atmosfera».

Lo studio di fattibilità si articolerà in due fasi: lo scambio di esperienze tra Italia e Cina e la successiva analisi di costi e preventivi dei sistemi italiani di abbattimento.
«C'è l'incognita dei consumi» ha ammesso Vido «ma in base ai nostri studi l'intero processo non costerà troppo». Le centrali termoelettriche cinesi sono ancora largamente dipendenti dall'impiego del carbone, un combustibile che, secondo Corrado Clini, «questa nazione difficilmente abbandonerà in tempi brevi». Ogni anno la Cina emette 5,6 giga tonnellate di CO2, di cui circa 3 giga tonnellate vengono rilasciate proprio dalle centrali a carbone; ecco allora che la necessità di abbattere queste emissioni diventa fondamentale per il gigante asiatico. La metodologia italiana consente la separazione di 2 milioni di tonnellate all'anno.

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