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martedì 16 marzo 2010

INQUINAMENTO LAMBRO: LEGAMBIENTE, E' STATO DISASTRO AMBIENTALE

''L'Italia si e' rivelata impreparata ad affrontare emergenze come quella accaduta sui fiumi Lambro e Po. Solo la buona volonta' e la prontezza della Protezione civile locale, dei tecnici della depurazione dell'impianto di Monza e di alcune Province e Comuni hanno consentito che il disastro non avesse conseguenze peggiori''. E' questa la considerazione di Legambiente alla conclusione della campagna Operazione Sos Po - Lambro, partita subito dopo il disastro raggiungendo le zone piu' colpite lungo l'asta dei fiumi.

A conti fatti, da dati ufficiali, sono state sversati 3.000 metri cubi di petrolio, cioe' 2.600 tonnellate di idrocarburi di cui 1.800 di gasolio e 800 di oli combustibili. Gli interventi di contenimento hanno fatto si' che 1.250 tonnellate venissero bloccate dal depuratore di Monza, 300 nel piazzale della Lombarda Petroli, 200 fermate lungo il Lambro e 450 arrestate dalla diga di Isola Serafini.

Delle 400 tonnellate che mancano all'appello, quantita' imprecisate sono evaporate o si sono depositate sulle sponde, e dunque solo una piccola frazione, sicuramente inferiore al 10% dello sversamento, ha raggiunto il delta e da qui l'Adriatico. Il danno e' stato comunque molto grave per le acque e l'ecosistema fluviale, e richiede azioni efficaci di risanamento e recupero ambientale.

Al danno da petrolio si e' aggiunto quello legato alla messa fuori servizio del grande depuratore di Monza, che serve 700.000 abitanti equivalenti. Gli effetti sono stati limitati grazie alla tempestivita' degli interventi di ripristino messi in atto dalle maestranze dell'impianto, rientrato in funzione in anticipo sui tempi previsti, e alla modulazione delle portate del fiume attuata dall'ente Parco Regionale della Valle del Lambro, che regola la diga del lago di Pusiano: chiusa durante la discesa del petrolio per rallentare la marea nera, e poi riaperta per diluire i reflui del depuratore.

Per verificare la situazione, Legambiente ha voluto ''toccare con mano'' ed e' partita per un viaggio contro corrente - dal Delta fino a Villasanta - sulle tracce del disastro, per constatare direttamente i fatti e verificare, con i diretti interessati, come e' stata affrontata l'emergenza. Per dieci giorni i tecnici di Legambiente, insieme ai circoli e ai comitati regionali di Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, hanno incontrato associazioni, amministratori e semplici cittadini, che vivono sulle sponde di Po e Lambro.

Dagli agricoltori ai pescatori, dagli allevatori di mitili del delta del Po ai dirigenti dei Parchi e agli assessori delle provincie da Rovigo a Piacenza fino a Monza: tutti chiedono con forza che il Lambro non venga escluso dagli interventi di risanamento del Po.

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