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venerdì 1 maggio 2009

influenza suina: Un grande affare per le case farmaceutiche. La strana natura del virus. I piani di emergenza Usa


L'influenza suina continua a mietere vittime in Messico e a seminare il panico in tutto il mondo, non solo tra la popolazione, ma anche sui mercati azionari che, nel timore di un blocco delle frontiere e delle attività commerciali ed economiche globali, registrano forti perdite in tutte le borse.
Grandi profitti per le case farmaceutiche. Gli unici che festeggiano sono i dirigenti e gli azionisti delle due multinazionali farmaceutiche, la svizzera Roche e la britannica GlaxoSmithKline, produttrici dei farmaci antinfluenzali di cui tutti i governi del pianeta stanno facendo incetta in questi ultimi giorni: il Tamiflu (Roche) e il Relenza (Glaxo).
Mentre tutti i titoli di borsa sono in calo, le quotazioni della Roche e della Glaxo stanno guadagnando su tutte le piazze mondiali. Per non parlare delle due aziende che detengono i brevetti dei due farmaci, la californiana Gilead (Tamiflu) - che ha tra i suoi principali azionisti l'ex capo del Pentagono, Donald Rumsfeld - l'australiana Biota (Relenza), i cui indici azionari sono schizzati alle stelle negli ultimi giorni.
Festeggiano anche le multinazionali farmaceutiche che hanno già preso accordi con l'Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) per lo studio e la produzione di vaccini contro l'influenza suina: la francese Sanofi Aventis - che a inizio marzo aveva annunciato l'apertura, proprio in Messico, di uno stabilimento per la fabbricazione di un vaccino contro eventuali influenze pandemiche - la statunitense Baxter - recentemente coinvolta in un grave scandalo: aveva distribuito, in diciotto paesi, vaccini antinfluenzali contaminati dal virus dell'influenza aviaria - e la svizzera Novartis.
Un virus ibrido così strano da sembrare artificiale. Non sarà molto facile trovare un vaccino per questa influenza. Gli scienziati del Centro per il controllo delle malattie (Cdc) di Atlanta, il principale istituto epidemiologico statunitense hanno dichiarato che questo ceppo virale contiene una combinazione unica, mai vista prima, di sequenze genetiche di due diversi virus influenzali suini (uno di origine nordamericane e uno eurasiatico), del noto virus dell'influenza aviaria e della familiare influenza umana. Un ‘riassortimento' genetico così particolare, da far addirittura sorgere dubbi sull'origine naturale di questo nuovo supervirus.
Negli ultimi anni i riassortimenti artificiali di virus sono diventati una pratica comune nei più avanzati centri di ricerca epidemiologica di tutto il mondo, e soprattutto negli Stati Uniti.
Nel 2005, ad esempio, i bioingegneri del Cdc di Atlanta hanno creato in laboratorio un virus pandemico artificiale combinando il ceppo dell'influenza aviaria con quello della normale influenza umana. Lo stesso hanno fatto gli scienziati della già citata Baxter. Esperimenti, questi, giudicati molto pericolosi, ma considerati necessari per studiare le modalità di contagio e i possibili vaccini.
Analoghi virus artificiali ibridi vengono prodotti, ma a scopi ben diversi (la guerra batteriologica), anche nei laboratori militari dell'Istituto di medicina per le malattie infettive dell'esercito Usa (Usamriid) di Fort Detrick, in Maryland, lo stesso da cui proveniva l'antrace usato negli attacchi bioterroristici del 2001.
Usa: in caso di emergenza potrebbe intervenire l'esercito. In attesa che venga scoperto un vaccino contro questa pandemia influenzale, i governi di mezzo mondo, oltre a fare scorta di Tamiflu e Relenza, si preparano al peggio. In particolare il governo degli Stati Uniti: i più vicini al focolaio influenzale, dove da tempo sono pronti appositi piani di emergenza che prevedono addirittura l'utilizzo delle forze armate per mettere in quarantena la popolazione infettata, compiere evacuazioni forzate e mantenere l'ordine pubblico. Sulla base delle linee guida della ‘Strategia nazionale per l'influenza pandemica', elaborata dall'amministrazione Bush nel novembre 2005, il Pentagono ha preparato nell'agosto 2006 un ‘Piano di implementazione per l'influenza pandemica' in cui si legge: "Al fine di bloccare la diffusione del virus, il dipartimento della Difesa può essere chiamato a intervenire per assistere le autorità civili nell'isolare e quarantenare singoli individui o popolazioni, anche contro la loro volontà (...) e per ristabilire e mantenere l'ordine pubblico in caso di disordini".

giovedì 30 aprile 2009

influenza suina: evoluzione rapida e allerta a 5


L'Oms sanita' ha elevato da quattro a cinque, su una scala di sei, il livello di allerta sul rischio di pandemia per l'influenza da suini. Lo ha annunciato il direttore generale dell'Oms Margaret Chan in una conferenza stampa a Ginevra. La fase 5 e' a un solo passo dalla pandemia (livello 6). E' caratterizzata dalla diffusione del virus da uomo a uomo in almeno 2 paesi in una regione dell'Oms. La dichiarazione di fase 5 e' 'un forte segnale - spiega l'Oms - che una pandemia e' imminente'.
Il virus dell'influenza evolve rapidamente' e bisogna stare attenti, ha detto il direttore generale dell'Oms Margaret Chan. Tutti i paesi dovrebbero attivare subito i loro piani di preparazione alla pandemia e stare in allerta. Servono misure 'efficaci ed essenziali': aumento della sorveglianza, rapida identificazione, trattamento dei casi e controllo delle infezioni nelle strutture di salute.

«Il mondo - ha detto Chan - è ora più preparato a una pandemia che mai nella storia. E per la prima volta possiamo ipotizzare questo rischio in anticipo». Il grande interrogativo, ha detto il direttore dell’Oms «è sapere quanto sarà grave questa pandemia perché sappiamo che i virus pandemici sono imprevedibili».

L’Organizzazione ha intanto escluso che i maiali siano un veicolo di trasmissione. Per contrastare il rischio di una pandemia influenzale l’Oms ha stabilito sei fasi di livello di allerta. Da uno a tre si tratta di infezioni con casi solo tra gli animali, la fase quattro prevede la trasmissione da uomo a uomo e i casi cinque e sei sono quelli della pandemia e della diffusa infezione umana.

Allarme anche in Italia: nel salernitano un’antropologa messicana che soggiornava nel convento-albergo San Michele si è sentita male ed è stata trasferita all’ospedale Cotugno di Napoli.

«Ci aspettiamo a breve i primi casi di influenza suina in Italia. Abbiamo infatti molti turisti rientrati dall’estero e molti casi sospetti. Dunque è verosimile pensare che nelle prossime ore, o nei prossimi giorni, ci sia qualche caso in Italia».

Intanto, è salito a 148 il numero di casi umani di influenza suina ufficialmente notificati all’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e confermati da analisi di laboratorio. Anche il numero di Paesi colpiti è salito a un totale di nove. La situazione evolve rapidamente. Alle ore 19.00 del 29 aprile - afferma una nota pubblicata sul sito dell’Oms - nove Paesi avevano ufficialmente segnalato 148 casi complessivi di influenza suina (A/H1N1).

Gli Stati Uniti hanno notificato 91 casi umani e un decesso. Il Messico ha segnalato 26 casi confermati, sette dei quali letali. I seguenti Paesi hanno notificato casi confermati ma nessun decesso: Austria (1), Canada (13), Germania (3), Israele (2), Nuova Zelanda (3), Spagna (4) e Regno Unito (5)

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