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venerdì 22 maggio 2009

BIODIVERSITà: DOMANI GIORNATA MONDIALE , L'ITALIA PERDE 138 SPECIE, DALLE ARANCE AGLI ORSI


Le Ovaletto di Catania, le Miele di Cagliari e le Belladonna di Enna, il Femminiello di Messina, il Quattrocchi di Catania e il Santu Ghironi di Cagliari sono le specie di arancia italiane e quelle di limone a rischio di estinzione. Tra le tante le qualita' di mele da proteggere ci sono le Appio di Sassari, le Zamboni di Bologna e le Limoncella di Roma. Le Angelica di Ravenna, le Cannella di Isernia, le Dea di Foggia, le Piviri di Olbia o le Mamoi di Nuoro sono solo alcune delle pere che rischiano di scomparire, mentre la Bianca Marostica di Vicenza, la Del Fiore di Foggia, la Duronata di Modena, la Durone di Pavia e la Cuore Nero di Piacenza sono le varieta' di ciliegie in via di estinzione, l'Arruba di Cagliari, la Biancolilla di Agrigento, la Bordatura di Enna, la Pizzo Corvo di Palermo e la Istumbus di Sassari le mandorle a rischio. L'anguria e il melone di varieta' tipicamente italiane gia' quasi non ci sono piu'. E sono molti altri ancora i frutti del nostro patrimonio agricolo che potremmo a breve perdere per sempre.

Si contavano in Italia 8000 varieta' di frutta alla fine dell'Ottocento mentre oggi si arriva a poco meno di 2000. Nel dossier Biodiversita' a rischio di Legambiente e Bioversity International, c'e' questo e altro ancora. Un'attenta panoramica sullo stato delle specie vegetali, agricole e non, di quelle animali e sui fattori di perdita di varieta' delle forme di vita nel mondo, che le due associazioni presentano in occasione della giornata mondiale delle biodiversita' che si celebrera' domani. ''Sarebbe grave se non venissero portate avanti tutte le azioni previste nella Carta sulla biodiversita' siglata a Siracusa all'ultimo G8Ambiente - dichiara Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente -. La Ue ha annunciato che per il 2009 - 2013 i governi dovranno concentrarsi sul tema dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulla biodiversita'. E' evidente che per avvicinarsi agli obiettivi del Countdown 2010 - l'alleanza di governi, Ong e settore privato con l'obiettivo di fare intraprendere a tutti i partner le azioni necessarie per fermare la perdita di biodiversita' entro il 2010. L'Italia ha aderito formalmente a quest'iniziativa nel 2005 - e' necessario riconfermare e rafforzare l'impegno delle istituzioni europee nei prossimi due anni e anche che siano individuati impegni e vincoli misurabili e concreti''.

L'Italia è un dei paesi più ricchi di biodiversità, un vero e proprio 'hot spot' mondiale, ma anche uno di quelli più esposti alla perdita: dalle arance di Catania alle ciliegie di Pavia, dagli orsi alle lontre fino al lupo all'aquila e allo stambecco, sono 138 le specie minacciate di cui l'8% appartenente al regno delle piante e il 92% a quello degli animali. A contribuire alla diminuzione di biodiversità del nostro Paese anche la perdita del suolo al ritmo di 110 chilometri quadrati all'anno, pari a 30 ettari al giorno, 200 metri quadrati al minuto. Sono queste alcune delle considerazioni di Legambiente e del Wwf in occasione della giornata mondiale della Biodiversità che si celebra domani. Con circa 57.000 specie animali (1/3 di quelle europee) e 5.600 specie floristiche (il 50% di quelle europee), dei quali il 13,5% specie endemiche, l'Italia, dicono Legambiente e Bioversity international in un dossier, è il paese Europeo più ricco di biodiversità ma molta della ricchezza si sta perdendo: alla fine dell'ottocento la varietà di frutta arrivava a 8000 diversi tipi oggi a poco meno di 2000, sono a rischio arance, limoni, mele, pere, ciliegie, mandorle, varietà di angurie e melone che già quasi non ci sono più, la tartaruga comune (la caretta caretta), la foca monaca, il muflone, lo storione, la cernia. L'ultima Red list della Iucn (International union for conservation of nature) parla di un aumento della minaccia d'estinzione: contiene 44.838 specie di cui 16.928 a rischio. Mentre per Michele Candotti, direttore generale del Wwf, proporre di riaprire "la caccia a una specie simbolo delle nostre vette alpine, come lo Stambecco" è soltanto "l'ultimo atto di un'arretratezza culturale che abbiamo registrato anche nei reiterati tentativi di deregulation della caccia nazionale" che sta portando indietro "l'Italia di almeno 50 anni". L'associazione del Panda, dice il presidente onorario Fulco Pratesi, chiede l'impegno del ministro dell'Ambiente per salvare animali simbolo come l'orso, lo stambecco, il lupo, che rendono unico il nostro Paese. La Fao stima che il 75% delle varietà delle colture agrarie siano andate perdute e che i tre quarti dell'alimentazione mondiale dipendano da appena 12 specie vegetali e 5 animali. Come effetti diretti delle circa 30.000 specie commestibili in natura, appena 30 sono le colture alimentari che soddisfano il 95% del fabbisogno energetico mondiale e, tra queste, frumento, riso e mais forniscono più del 60% delle calorie che consumiamo. Negli ultimi decenni sono aumentate le cause antropiche all'origine della perdita di biodiversità: i cambiamenti di uso del suolo, i cambiamenti climatici, l'introduzione di specie aliene, la variazione di concentrazione di Co2 e le deposizioni azotate a cui vanno aggiunte le piogge acide. La Carta di Siracusa siglata al G8 Ambiente contiene un insieme di impegni e azioni da portare avanti per evitare la perdita delle biodiversità. E poi, l'impegno per il Countdown 2010 (un'alleanza di governi, Ong e settore privato) con l'obiettivo di intraprendere le azioni per fermare la perdita di biodiversità entro il 2010, l'anno della svolta e del target per tutti i governi del mondo. La Ue, dichiara Antonio Nicoletti, responsabile aree protette di Legambiente, ha annunciato che per "il 2009-2013 i governi dovranno concentrarsi sul tema dei cambiamenti climatici e del loro impatto sulla biodiversità". Ma per il Wwf ancora oggi manca "una legge specifica che tuteli la nostra fauna e non esiste una strategia nazionale per la Biodiversità".

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