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mercoledì 16 settembre 2009

VACCINO contro l'influenza A: Sono possibili effetti collaterali per le donne incinte, i bambini e i malati cronici


Una volta ottenuto il certificato europeo il vaccino contro l'influenza A sarà «efficace e sicuro». Tuttavia, ammette la responsabile dell’Uniove europea per la Salute, Androulla Vassiliou, resterà inevitabilmente un margine di incertezza quanto agli effetti collaterali possibili per le categorie più a rischio, come le donne incinte, i bambini e i malati cronici.

«Il problema - ammette la maltese - è che i test clinici sono stati per forza di cose effettuati in prevalenza su campioni sani». La reazione durante la gravidanza, o quella dei più piccoli, «dovrà essere valutata man mano che si verificheranno i casi». Gli esperti faranno il possibile per minimizzare i rischi, anche se prima di avere un verdetto definitivo sulle possibili controindicazioni in questi casi potranno passare «due o tre mesi».

Il tecnico comunitario che fa i conti del tempo che scorre, mentre la pandemia avanza, invita a non generare allarmismi. E' un farmaco come un altro, assicura. «Il vaccino non è obbligatorio - gli fa eco la Signora Vassiliou -: è una scelta personale e sarà opportuno che ogni singolo sia in grado di soppesare i rischi e le opportunità». L'Europa promette di fare il possibile per diffondere tutte le informazioni al pubblico. «Siamo d'accordo con i governi sulle categorie che richiedono l'applicazione prioritaria - aggiunge la commissaria - ma le strategie restano una responsabilità nazionale».

Pieno coordinamento
Siamo in «terra incognita», come si sente dire sempre più spesso. Lo sa bene la commissaria maltese, che si sbraccia per invocare un pieno coordinamento. Ieri l'esecutivo comunitario ha approvato un documento strategico sul virus H1N1, in cui fissa i criteri comuni perché i ventisette Stati dell'Unione, e non soltanto loro, possano identificare un percorso di intervento comune. Ormai resta poco, l'autunno incalza: «Siamo arrivati alla fase finale per consentire all'Emea di pronunciarsi».

L'agenzia Agenzia europea per i medicinali dovrebbe esprimere «entro la fine del mese» il suo verdetto sui "due-tre" vaccini ormai pronti ad entrare in produzione. Subito dopo toccherà alla Commissione prendere «rapidamente» la decisione sulla commerciabilità, passo che ne certificherà la sicurezza, in modo che gli Stati membri possano a lanciare la compagne di vaccinazione. «Sarà sicuro! - insiste la Vassiliou -. Ma oggi è presto per esprimersi sugli effetti collaterali, visto che non abbiamo ancora l'opinione scientifica ultima». Al momento opportuno Bruxelles coordinerà con gli Stati il modo per diffondere le informazioni.

L'ambizione è quella di andare oltre. La Commissione incoraggia «un approccio comune per la divisione del prodotto tra i Paesi su base volontaria». Dieci Stati hanno al momento espresso la loro disponibilità a gestire gli acquisti dell'antivirale in modo congiunto. I grandi non sono nella lista, cosa che la Commissione spiega soltanto con il fatto che si sono mossi prima e in modo più concreto. Ciò non toglie che Bruxelles ritiene che i Ventisette potrebbero affiancare la Commissione nella ridistribuzione agli Stati che hanno scorte limitate.

Un sola dose
Un’ipotesi, questa, che guadagna credibilità alla luce della convinzione secondo cui sarebbe sufficiente iniettare una sola dose invece che due. Se confermato, il fatto creerebbe spazio per eccedenze del farmaco che potrebbero essere inviato anche fuori dai confini dell'Unione europea.
La Commissione invita poi ad un ragionamento sui costi sociali ed economici della pandemia, sulla pressione che potrebbe scatenarsi sugli ospedali, e il freno all'attività economica. «Nessun dramma», incalza la Vassiliou, per la quale misure come «la chiusura preventiva delle scuole non hanno ragione di essere». Soprattutto - aggiunge - «è inutile lasciarsi a casa, se poi vanno tutti in discoteca». La necessità di una buona comunicazione, in particolare per le famiglie, diventa allora cruciale e porta alla chiave di tutto: «Il coordinamento». Qui l'ultima parola spetta ai ministri europei, che si riuniranno il prossimo 12 ottobre in sessione straordinaria. Dovranno deliberare.
A quel punto, non ci sarà più spazio per rinviare l'offensiva.
FONTE:lastampa.it

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