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giovedì 22 ottobre 2009

solare termico a concentrazione: Enel scalda gli specchi di Archimede


Cinquantaquattro specchi lunghi 100 metri ciascuno per una superficie complessiva di 31 mila metri quadrati. Una potenza di 5 megawatt. E soprattutto un risparmio annuale pari a 2 mila tonnellate di petrolio. Senza contare le 6.200 tonnellate all’anno di anidride carbonica che non verranno immesse nell’atmosfera. Eh sì, quando si parla di energia rinnovabile non si possono dimenticare i numeri della centrale a concentrazione solare Archimede, ideata a suo tempo dal premio Nobel Carlo Rubbia e che l’Enel sta finendo di costruire in Sicilia.

L’impianto, il primo solare termico a concentrazione in Italia, è considerato uno dei più avanzati nel mondo.

La centrale, meno vasta e potente di quella pensata inizialmente da Rubbia, è costata 50 milioni di euro ed è nata dalla collaborazione tra Enel, Enea e molte piccole e medie aziende italiane. Il sito previsto è nel territorio di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa, accanto e in combinazione con un impianto Enel a gas a ciclo combinato già esistente.

La tecnologia del solare termico a concentrazione non è nuova: i primi impianti sperimentali furono costruiti in California e nel Nevada negli anni Ottanta. Il progetto Archimede ha però caratteristiche più avanzate. Nell’impianto di Priolo Gargallo gli specchi parabolici concentreranno i riflessi del sole su un tubo.

All’interno di questo contenitore scorrerà un fluido composto da sali fusi, materiale che potrà essere portato fino a una temperatura di 550-600 gradi centigradi. Il calore servirà per produrre il vapore necessario a fare girare ancora di più le turbine del vicino impianto Enel a ciclo combinato.

“L’accoppiamento con un’altra centrale consente di spendere meno e di ottenere una maggiore efficienza” spiega a Panorama Sauro Pasini, direttore della ricerca dell’Enel. “In questo modo non c’è stato bisogno di impiantare una turbina autonoma nella centrale solare. Si usa la turbina già esistente di un impianto tradizionale, la quale è più efficiente nel produrre energia”.

La differenza rispetto ad altre centrali solari a concentrazione sta anche nella particolare scelta dei sali. Grazie a questo salto tecnologico la temperatura operativa della centrale sarà più elevata e il rendimento maggiore rispetto a quello degli impianti esistenti. Non basta: quegli stessi sali sono in grado di mantenere il calore accumulato per 10 ore. E questo permetterà di produrre elettricità anche di notte o in condizioni di scarsa insolazione.

I lavori di allestimento della centrale sono ormai in fase avanzata. “Abbiamo avuto qualche ritardo all’inizio, per le autorizzazioni da parte del ministro dell’epoca, Alfonso Pecoraro Scanio” ricorda Pasini. Ma ormai il traguardo è vicino. L’impianto entrerà in funzione a metà del 2010. E sarà solo un inizio. L’Enel sta già pensando di esportare questa tecnologia in Spagna

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