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domenica 1 novembre 2009

cancro al colon: L'aspirina può ridurre il rischio di cancro al colon

Una dose giornaliera di aspirina può prevenire l'insorgenza del tumore al colon in persone che hanno una predisposizione genetica a sviluppare questa malattia.
È quanto rivela uno studio presentato a Berlino (Germania) durante il Congresso della European Society for Medical Oncology (Esmo) e dell'European Cancer Organisation (Ecco).

Gli esperti della Newcastle University hanno coinvolto nell'indagine 1.071 con sindrome di Lynch - una malattia tumorale autosomica dominante - e li hanno divisi in due gruppi: a uno venivano somministrati 600 mg di aspirina al giorno, all'altro placebo. «Molti studi, infatti - ha spiegato John Burn, che ha condotto il lavoro all'Institute of Human Genetics dell'ateneo britannico - avevano già dimostrato che l'aspirina può avere effetti positivi contro alcuni tumori. Il solo modo che avevamo per provarlo con certezza alla comunità scientifica era organizzare un trial randomizzato in una popolazione a rischio».

Dopo 29 mesi dalla somministrazione casuale di aspirina o placebo, agli scienziati ancora non era chiaro quanto e se l'antinfiammatorio più famoso al mondo giovasse a questi pazienti. «Ma dopo aver allungato il tempo di osservazione a 4 anni - racconta Burn - è emersa la differente incidenza di cancro al colon-retto fra chi aveva assunto aspirina con regolarità e il gruppo di controllo: solo sei casi nel primo campione, contro 16 del secondo». Anche l'incidenza di neoplasia alle ovaie, che le donne con sindrome di Lynch rischiano più delle altre, appariva ridotta.

Il meccanismo attraverso cui l'acido acetilsalicilico agisce contro i tumori non è ancora chiaro, anche se gli studiosi credono che siano coinvolte le cellule staminali: «Pensiamo che l'aspirina - conclude l'esperto - abbia un effetto che impedisce la sopravvivenza di staminali resistenti alla chemioterapia». Sono comunque in programma nuovi test, che coinvolgeranno più pazienti e studieranno anche l'effetto di dosi più basse di antinfiammatorio, nel tentativo di diminuire i possibili effetti collaterali e di ottenere gli stessi benefici.

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