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mercoledì 22 luglio 2009

centrali nucleari in Italia:costruire una centrale nucleare era e resta costosissimo e richiede molti piu' anni di quanto non si dica


Famiglia Cristiana solleva pesanti dubbi sulla scelta nucleare del governo Berlusconi. E il dl anticrisi ridimensiona la Prestigiacomo. Francescato: "Colpo di grazia al ministero dell'Ambiente"

''Nessuna delle obiezioni che hanno indotto gli italiani a rinunciare al nucleare e' stata rimossa'' mentre ''costruire una centrale nucleare era e resta costosissimo'' e richiede ''molti piu' anni di quanto non si dica''. Ad esprimere forti dubbi e riserve sulla decisione del governo di avviare la costruzione di nuove centrali nucleari nel Paese, e' il settimanale Famiglia Cristiana, nel numero in edicola.

''E' realistico pensare che un ritorno al nucleare oggi sarebbe di grande utilita' per il Paese?'', si chiede Famiglia Cristiana aggiungendo che "nulla e' cambiato da quando gli italiani con il referendum hanno detto no al nucleare". ''Costruire una centrale nucleare - scrive ancora il settimanale - era e resta costosissimo, oltre al fatto che la costruzione di una centrale richiederebbe molti piu' anni di quanto non si dica''.

''Il governo fa una stima di dodici-tredici'', spiega, mentre ''previsioni piu' attendibili parlano di almeno vent'anni''. E poi ancora: "Si sprecano elogi per Barack Obama che punta tutto sull'energia pulita'' ma ''noi torniamo indietro''. E ancora, prosegue, il ministro Tremonti ha dichiarato di non avere risorse per il nucleare''.

Si afferma cosi', conclude Famiglia Cristiana, ''una politica degli annunci che, all'insegna dello slogan 'il Sessantotto e' finito', dovrebbe restituirci una scuola che ci rassicura se torna a bocciare, maggiore sicurezza, e persino il Ponte di Messina per il quale tutti hanno belle parole e la tasca vuota'' mentre, ''dovrebbe restituirci'' ''una certa serieta' e una qualche coerenza fra gli annunci e le cose che, effettivamente, si faranno''

E sul nucleare, in particolare sulla norma del decreto anticrisi che consente di nominare dei commissari per la realizzazione di impianti di energia, incluse le centrali atomiche, e' intervenuta in modo molto critico anche la ministra dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha protestato contro il governo di cui fa parte: "Una norma che, in barba all'opinione del ministro competente, in spregio alla tutela ambientale prevista dalla Costituzione, rischia di provocare gravi danni al territorio e la sollevazione delle popolazioni interessate. Ci tolgono competenze - dice ancora la ministra - e cosi' ci hanno tolto anche i soldi. Se finora ho sopportato in silenzio, adesso basta".

"L'articolo 4 del decreto anti crisi - osserva Grazia Francescato, portavoce nazionale dei Verdi ed esponente di Sinistra e Libertà - è il colpo di grazia al Ministero dell'Ambiente e la dimostrazione di come si voglia sottrarre ad ogni controllo ed obiezione la follia nucleare, antiambientale ed antieconomica, in cui questo governo si sta irresponsabilmente imbarcando".
Fonte: verdi.it

'L'estromissione del Ministro dell'Ambiente dalle scelte sulla realizzazione degli impianti energetici e l'attribuzione di competenze al Ministero della semplificazione legislativa si spiegano unicamente con l'intento, neanche troppo velato, di consentire alle lobbies economiche del Nord di allungare le mani sul business delle nuove fonti energetiche, compreso il solare''.

Lo affermano in una nota il capogruppo del Mpa a Montecitorio, Carmelo Lo Monte, e il componente della Commissione Attivita' Produttive, Arturo Iannaccone, anche lui del Mpa. ''L'articolo 4 del decreto anticrisi -spiegano i parlamentari- estromette il Ministero dell'Ambiente dalla possibilita' di esercitare la funzione per la quale e' preposto: la tutela del territorio e la vigilanza sull'impatto ambientale delle centrali nucleari che dovranno essere realizzate. E' in egual misura censurabile l'esclusione dei Comuni e delle Regioni dalla possibilita' di esprimersi in merito alla realizzazione di strutture per le quali e' necessario ricercare il consenso delle comunita' interessate che puo' essere garantito solo da un forte coinvolgimento delle autonomie locali''. ''Il Movimento per l'Autonomia Alleati per il Sud esprime, pertanto, la sua netta contrarieta' sulla formulazione dell'articolo 4 del decreto anticrisi che -concludono Lo Monte e Iannaccone- non solo va in direzione opposta al federalismo e alla tutela delle autonomie locali, ma consente alle lobbies industriali del Nord di incunearsi indebitamente nella realizzazione delle infrastrutture ubicate nelle regioni meridionali''

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