NO AL NUCLEARE ESISTONO LE FONTI RINNOVABILI. AMBIENTE,NATURA,DIFESA DEL PIANETA. SALUTE
lunedì 11 novembre 2019
11 novembre 2019 terremoto in Francia
A destare la maggiore preoccupazione è però il sito nucleare. Secondo il collettivo antinucleare di Vaucluse, l'epicentro si trova "a meno di 20 chilometri dalla centrale nucleare dove è stato avvertito il sisma nella sala macchine dei reattori, e 30 chilometri dal sito atomico di Tricastin". Il gruppo sottolinea che il sito di Tricastin "situato su una faglia sismica attiva e sotto il canale Donzère-Mondragon" è "il sito nucleare più pericoloso in Europa e si estende su oltre 615 ettari", e chiedono quindi che venga fermano immediatamente. L'Agenzia per la sicurezza nucleare (Asn) ha assicurato che il terremoto non ha causato "nessun danno apparente" ai siti e che avrebbe esaminato "le condizioni alle quali i reattori possono essere riavviati". Una portavoce ha spiegato che lo spegnimento dei reattori potrebbe durare "alcuni giorni", a seconda di cosa verrà fuori dai sopralluoghi. D'altra parte, la centrale nucleare di Tricastin, più lontana dall'epicentro del terremoto, non verrà arrestata, poichè non è stata misurata alcuna soglia di avviso, ha aggiunto l'Asn. Il sisma è stato avvertito fino a Saint-Etienne, Grenoble, Lione e persino nel sud della Francia, ma è stato a Teil, una località al confine con Montèlimar con oltre 8.500 abitanti, a subire i danni materiali maggiori. Secondo il sindaco della città, Olivier Peverelli, che afferma di aver "temuto per la propria vita", due campanili "stanno per cadere" e l'ultimo piano del municipio è inaccessibile perchè "i soffitti sono venuti giù". L’associazione «Sortir du nucleaire» che milita per l’abbandono del nucleare (fonte del 75% dell’energia elettrica consumata in Francia) contesta però il quadro rassicurante fornito dalle autorità, e ricorda che quelle centrali sono a norma in caso di scosse fino a 5,2 gradi Richter, inferiori ai 5,4 registrati lunedì.
La paura Fukushima
Nel 2017 l’Autorità per la sicurezza del nucleare ha chiesto a EDF di chiudere i quattro reattori della centrale di Tricastin per procedere a verifiche: il timore è che un terremoto possa provocare rotture nella diga sul canale del Rodano e portare a un’inondazione con la successiva fusione del combustibile nucleare, ripetendo lo scenario della catastrofe di Fukushima del marzo 2011 in Giappone. Sempre due anni fa la diga di Tricastin è stata rinforzata e i reattori sono stati riattivati. Ma nel giugno scorso l’Autorità ha chiesto nuovi lavori di messa in sicurezza, che dovranno essere effettuati entro il 2022.
La soglia massima
L’indice SMS (Sisma maggiorato di sicurezza) è stato calcolato di nuovo in seguito al disastro di Fukushima. È superiore al terremoto più grave che verosimilmente può prodursi una volta ogni mille anni, e che nel caso del Sud della Francia risale all’8 agosto 1873 di 4,7 gradi sulla scala Richter, a Chateauneuf-du-Rhone, a pochi chilometri dall’attuale centrale di Tricastin.
sabato 21 marzo 2015
scorie radioattive Italia : mobilitazione contro il deposito di scorie nucleari in Sardegna

In poco tempo la petizione "No al sito delle scorie nucleari in Sardegna", promossa da Sardigna Libera, ha raggiunto 7.935 firme. E' diretta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ai ministri dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, e dello Sviluppo economico, Federica Guidi, al presidente della Regione Francesco Pigliaru e agli assessori Industria, Maria Grazia Piras, e dell'Ambiente, Donatella Spano.
Nella petizione "si diffida il governo italiano dal prendere in considerazione qualsiasi ipotesi di transito e stoccaggio di scorie radioattive nel territorio sardo" e si invita la Regione e i suoi organi preposti "a vigilare sulla tutela ambientale del nostro territorio e sulla salute dei cittadini, e a respingere concretamente qualsiasi iniziativa che possa identificare la nostra isola come possibile pattumiera nucleare nel Mediterraneo".
Sardigna Libera ricorda che "il popolo sardo, a maggioranza, ha espresso la sua contrarietà sul nucleare con il referendum del 13 giugno 2011".
Il deposito- spiegano i movimenti in un volantino – costituiscono un pericolo permanente, rappresentano un danno all’immagine dell’isola. Non solo, c’e’ anche il fattore salute: “I primi a pagare saranno i bambini”.
mercoledì 10 aprile 2013
Energia nucleare :Sotto accusa il nucleare negli Stati Uniti: "I 104 reattori hanno problemi di sicurezza"
Tutti e 104 i reattori nucleari americani in funzione hanno problemi di sicurezza che non possono essere risolti, e andrebbero sostituiti. Lo afferma, in un'intervista al New York Times, l'ex presidente della Nuclear Regulatory Commission (la commissione per la sicurezza), Gregory Jaczko, sottolineando che chiuderli tutti insieme sarebbe poco pratico ma bisognerebbe scaglionarli invece che cercare di prolungare la loro vita.
"Non è comune che un ex presidente di una commissione nucleare critichi in questo modo la sicurezza di un'industria che fino a poco prima era incaricato di assicurare" mette in evidenza il New York Times.
Secondo Jaczko, gli impianti che hanno ottenuto una proroga di 20 anni al funzionamento, oltre i 40 anni di licenza iniziale, non dureranno a lungo: "Non si possono continuare mettere cerotti su cerotti". E ritiene impossibile l'idea di concedere altri 20 anni di proroga agli impianti che già ne hanno ricevuta una.
Obiezioni ovviamente rispedite al mittente dalla Nrc: "Gli impianti erano sicuri prima che Gregory Jaczko fosse il presidente, lo erano durante la sua presidenza e lo sono ancora". Gregory Jaczko si è dimesso dall'Nrc la scorsa estate dopo aver intrapreso (e perso) una serie di battaglie nel board della commissione chiedendo misure di sicurezza più stringenti. Al momento delle dimissioni aveva dichiarato: "Purtroppo, spesso la maggioranza della commissione ha scelto un approccio che non protegge la salute pubblica e la sicurezza tanto quanto io ritengo sia necessario".
fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2013/04/09/newsstati_uniti_nucleare_difettoso-56246741/?rss
lunedì 1 aprile 2013
Armi nucleari in Italia: un arsenale nucleare di novanta testate atomiche
Per ben due volte nell’arco degli ultimi 15 anni milioni di italiani si sono recati alle urne per dire no alla possibilità, per il nostro Paese, di sviluppare e produrre energia nucleare per scopi civili.
Questi stessi italiani però, forse, non sanno che possediamo un verso e proprio arsenale nucleare.
La cosa appare assurda e paradossale considerando che nel 1975 Roma ha sottoscritto il Trattato di non proliferazione nucleare, eppure sul nostro suolo si trovano poco meno di un centinaio di testate atomiche. Per l’esattezza sono 90 le bombe di questo tipo stipate, poco più della metà di queste ovvero 50, nella base Usa di Aviano nei pressi di Pordenone, mentre le restanti si trovano custodite nella base statunitense di Ghedi Torre nel bresciano.
Tecnicamente parlando si tratta di armi tattiche, di potenza e gittata minore rispetto a quelle strategiche quindi, denominate B61; queste sono bombe gravitazionali che per essere utilizzate devono essere lanciate da aerei appositi, o almeno compatibili, attualmente potrebbero essere lanciate solo dagli F16 o dai Tornado; hanno una potenza che varia, a secondo del tipo e della grandezza essendone state costruite almeno tre diversi tipi, da 0,3 a 170 chilotoni che se utilizzate genererebbero una distruzione 900 volte superiore a quella prodotta su Nagasaki o Hiroshima.
Nelle basi per 3 anni
A breve, all’incirca nel 2016, queste testate lasceranno l’Italia, o meglio lasceranno il posto a nuove bombe, più maneggevoli e moderne; in modo molto lento infatti sarà avviato lo smantellamento di questi ordigni e la sostituzione con le nuove testate nucleari, realizzate secondo gli ultimi progetti approvati dal Pentagono, che però non saranno pronte prima del 2019.
Nello specifico questi nuovi ordigni avranno una maggiore precisione e ridurranno il fallout radioattivo conseguente all’esplosione, mentre la carica nucleare verrà riutilizzata, con una potenza massima nell’ordine dei 50 chilotoni.
Nel frattempo inoltre inizieranno gli addestramenti di nuove truppe specializzate capaci di utilizzare questi ordigni, in Italia hanno queste facoltà solamente i militari statunitensi di stanza a Ghedi o Aviano, mentre ai nostri soldati non è concesso l’uso di questi mezzi, anche se la clausola della “doppia chiave” contenuta in alcuni documenti tra le parti prevede la possibilità che queste bombe siano utilizzate anche dalle nostre forze armate, ma solo dopo che gli Usa ne abbiano deciso l’impiego.
Omertà Ovviamente i politici italiani non hanno mai ammesso o confermato la presenza di queste bombe nel BelPaese ma sono stati gli stessi Usa a confermarla in più di una occasione.
Già l’11 luglio 1986, pur nel silenzio generale, alcune agenzie di stampa ribatterono una notizia apparsa sul Washington post in cui si riferiva che il Pentagono aveva appena annunciato il Piano WS3 il quale prevedeva che in 25 diverse basi americane sparse per il mondo, tra cui quelle italiane di Ghedi, Aviano e Rimini, sarebbero stati dislocati bombardieri atomici ed ordigni nucleari non più sotto gli hangar dei bombardieri, bensì all’interno di speciali rifugi.
Una nuova conferma arrivò nel 2005 quando la declassificazione di un rapporto statunitense sulle armi nucleari americane in Europa accertò la presenza nel vecchio continente di circa 400 testate nucleari, 90 delle quali custodite in Italia.
Altra conferma importante quelle giunta alcuni anni fa da parte Robert Norris, uno studioso del Natural resources defense council di Washington, che dopo aver esaminato alcuni documenti ufficiali del Pentagono confermò la presenza di queste bombe in Italia, quantificandole però in una trentina, la maggior parte delle quali custodite ad Aviano.
Inquietante però quanto aggiunto subito dopo dal ricercatore.
Questi infatti disse che quasi tutta la parte riguardante il nostro Paese era stata cancellata; lui e i suoi colleghi avrebbero ricostruito gli “omissis” del documento principale utilizzando altre fonti e analizzando nel minimo dettaglio tutte le tabelle allegate al foglio più importante.
Accordo Italia-Usa
Ma quando, come e perché queste armi sono arrivate in Italia?
I primi ordigni giunsero nel 1957 anche se già dalla fine dell’anno precedente i militari statunitensi di stanza nello Stivale erano equipaggiati con missili Corporal e Honest John su cui vennero montate testate nucleari tattiche da impiegare, in caso di attacco sovietico, contro i carri dell’Armata rossa.
Negli anni ’60 e ’70 vennero dispiegati altri tipi di missili, mortai da otto pollici per il lancio di ordigni nucleari, e bombe atomiche di profondità destinate agli aerei della base di Sigonella per la caccia di sottomarini sovietici nel Mediterraneo.
Successivamente sono arrivate le bombe attualmente stipate tra Ghedi e Aviano.
Gli Usa hanno portato in Italia questo tipo di armamenti grazie all’accordo bilaterale denominato Stone Ax; una prima versione di questo fu siglato negli anni ’50; successivamente tra il 2003 ed il 2004 ne dovrebbe essere stata sottoscritta una nuova versione, figlia del clima post 11 settembre, che tra le principali innovazioni prevedrebbe periodiche revisioni e conseguenti aggiornamenti. Per quanto riguarda l’accordo tra Italia ed Usa purtroppo il condizionale è d’obbligo visto che nessun patto in tal senso è mai stato sottoposto a voto parlamentare e che le uniche informazioni che si hanno le dobbiamo ad alcuni ricercatori statunitensi, come ad esempio William Arkin, un ex analista d’intelligence per l’esercito americano, che hanno diffuso tramite libri e ricerche le informazioni in loro possesso.
http://www.lanotiziagiornale.it/novanta-testate-atomiche-sotto-i-nostri-piedi/
http://www.stampalibera.com/?p=61616
http://www.informarexresistere.fr/2013/03/28/novanta-testate-atomiche-sotto-i-nostri-piedi/#axzz2
lunedì 21 gennaio 2013
INCIDENTI NUCLEARI : Giappone, alto livello di radiazioni nel pesce vicino a Fukushima
La pesca intorno a Fukushima e' stata proibita e il governo ha messo il divieto sulla carne bovina, il latte, i funghi e i vegetali prodotti nella zona.
domenica 25 novembre 2012
INCIDENTI NUCLEARi: Incidente nucleare in Svizzera, bloccata la centrale di Beznau

L’incidente, in particolare, ha riguardato una fuoriuscita di vapore nell’aria, che ha determinato un’immediata attivazione dei sistemi di sicurezza automatici. Il gruppo energetico Axpo, la società che gestisce la centrale nucleare, sostiene che la sicurezza è sempre stata garantita e che il vapore disperso non è radioattivo, ma ha comunque informato immediatamente l’Ispettorato federale della sicurezza nucleare.
Non si sa ancora, comunicano i responsabili, quando potrà essere riattivato il reattore, dal momento che prima della riaccensione sarà indispensabile, oltre a individuare e rimuovere le cause del problema, attendere l’autorizzazione dell’ente di controllo.
Il reattore numero 1 della centrale, che non è stato interessato dalla fuoriuscita di vapore, continua nel frattempo a funzionare normalmente. L’anno scorso, anche in seguito all’incidente alla centrale giapponese Fukushima Daiichi, il governo svizzero ha annunciato il graduale abbandono del nucleare.
fonte: http://www.greenstyle.it/incidente-nucleare-in-svizzera-bloccata-la-centrale-di-beznau-13130.html#ixzz2DGFiZp7x
martedì 6 novembre 2012
CENTRALI NUCLEARI: La Corea del sud chiude due centrali nucleari: difettosi 5.233 componenti
Il ministro sudcoreano della tecnologia, Hong Suk-Woo, ha detto che i reattori della centrale nucleare di Yeonggwang, che sorge nella provincia meridionale di Jeolla, «Potrebbero restare fermi fino a gennaio in attesa di sostituire 5mila componenti che non sono stati appropriatamente testati», ma ha escluso che ci siano pericoli.
Per queste migliaia di componenti non testati, fusibili, ventole di raffreddamento, e commutatori di potenza e altro, definiti «Estranei ai reattori» , era stata fornita una falsa certificazione ed il ministro ora spiega senza fare una piega che «E' inevitabile che con la chiusura dei due reattori avremo blackout senza precedenti per il prossimo inverno».
Infatti la Corea del sud è uno dei Paesi più dipendenti dall'energia atomica: attualmente nel Paese asiatico sono in funzione 23 reattori nucleari che forniscono circa il 30% del consumo totale di energia elettrica. Le rivelazioni sulla vera e propria colossale truffa delle attrezzature nucleari potrebbe diventare un grosso problema per la costruzione di altri 16 reattori previsti entro il 2030.
Il ministero dell'economia della conoscenza ha rivelato che dal 2003 i fornitori di 8 componenti hanno fornito false garanzie e che questo riguarda 5.233 "pezzi" attualmente utilizzati in 5 reattori nucleari. La maggior parte dei pezzi "tarocchi" è utilizzata nella centrale di Yeonggwang, gestita dalla Korea hydro & nuclear power, che proprio per questo è stata chiusa con l'intento di sostituirli tutti entro la fine dell'anno. Ora il governo sta elaborando un piano di emergenza per affrontare il rigido inverno sudcoreano fornendo l'energia necessaria alle abitazioni ed alle imprese.
La Khnp e la Nuclear safety and security commission sudcoreana hanno annunciato indagini ma questo probabilmente non servirà a dissipare le crescenti preoccupazioni dell'opinione pubblica sulla sicurezza delle centrali nucleari, cresciuta con il disastro nucleare di Fukushima Daiichi nel vicino Giappone e poi alimentata da una serie di guai e guasti alle attrezzature nucleari sudcoreane, culminate in questo scandalo delle attrezzature senza controllo e garanzie che la dice lunga sull'asserita sicurezza del nucleare sudcoreano e sui mancati controlli e la corruzione che lo circondano.
FONTE: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=18723&lang=it
venerdì 27 luglio 2012
INCIDENTI NUCLEARI : L'incidente nucleare di Fukushima fu provocato da errore umano e non dallo tsunami
sabato 5 maggio 2012
ENERGIA NUCLEARE: Il Giappone chiude l'ultimo reattore nucleare ancora attivo
Decine di migliaia di persone sono scese in piazza oggi in Giappone perche' si arrivi ad un addio definitivo'' al nucleare, nel giorno in cui l'ultimo reattore ancora attivo, nella centrale di Tomari, e' stato fermato per controlli di manutenzione ordinaria. Un corteo ha attraversato le parti centrali di Tokyo, i ministeri e la sede della Tepco (il gestore della centrale di Fukushima), tra slogan quali ''Sayonara genpatsu'' (''addio alle centrali nucleari!'') e ''Mai piu' Fukushima''.
I tecnici della Hokkaido Electric Power hanno avviato le procedure per disattivare l'unita' n.3 della centrale di Tomari sull'isola di Haokkaido. A poco piu' di un anno dal terribile tsunami con il disastro di Fukushina e dopo un quarto di secolo il Giappone non avra' quindi piu' energia elettrica generata dal nucleare.
''Una nuova era in Giappone senza energia nucleare e' cominciata'', ha detto Gyoshu Otsu, un monaco che insieme ad una piccola folla protesta di fronte al ministero dell'industria a Tokyo che sovrintende alle centrali elettriche del paese.
''La generazione di energia nucleare e' un atto criminale'' ha detto Otsu che indossa abiti bianchi buddisti: ''Se lasciamo la situazione come e' adesso, un altro incidente si verifichera'''. L'organizzatore della protesta Masao Kimura ha detto: ''E 'una giornata storica. Ora possiamo dimostrare che saremo in grado di vivere senza l'energia nucleare''.
Altri 5mila persone hanno organizzato una manifestazione in un parco di Tokyo soddisfatti della decisione, per niente preoccupati degli allarmi del governo sull'approvigionamento di elettricita: ''Sayonara, energia nucleare'', hanno inneggiato.
venerdì 9 marzo 2012
INCIDENTI NUCLEARI : Fukushima un anno dopo "Quanta confusione sui dati"
Un anno fa il terremoto che sconvolse il nord-est del Giappone 1 provocò uno tsunami che investì in pieno la centrale di Fukushima. Macerie, devastazione, panico. E l'incubo dell'incidente, che ha riaperto il dibattito sulla sicurezza del nucleare 2 in Italia e nel mondo.
Quale lezione si può trarre a distanza di 12 mesi? "Di sicuro l'emergenza è stata gestita male, con una sottostima del pericolo e una centrale costruita probabilmente in modo sbagliato. Con l'aggravante della reticenza e della scarsa informazione data alla popolazione, anche se è vero che è sempre facile ragionare col senno del poi": a proporre una riflessione nell'anniversario della tragedia è Marco Casolino, fisico delle astro-particelle di alta energia, ricercatore dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e collaboratore del dipartimento di Fisica dell'università di Tor Vergata e del RIKEN, centro di ricerca giapponese.
"Detto questo, è vero che c'è stata contaminazione e ci sono stati danni, ma il livello di radioattività che ha investito il paese è stato relativamente basso", spiega. Molte voci allarmate si erano levate a ridosso dell'incidente sui pericoli per la salute della popolazione, generando una psicosi collettiva. Ma a detta del fisico i resoconti delle vicissitudini di Fukushima sono stati spesso esagerati o riportati in maniera erronea. A cominciare dalla confusione sulle misure delle radiazioni rilasciate nell'ambiente dopo l'incidente e sulla loro effettiva pericolosità. "A Tokyo il livello di radioattività considerato normale è di 0,1 microSv all'ora. Cosa dovremmo dire di Roma dove a Tor Vergata ci sono muri di tufo che arrivano anche a 0.4microSv/ora?. Viaggiando in aereo, in quota si assorbono fino a 2 microSv/ora a causa dei raggi cosmici. Per non parlare degli astronauti, che nello spazio assorbono fino a 100 microSv/ora".
Tutto relativo, quindi. Quello che è importante, anche oggi, anche in Italia, è fare chiarezza. "Se dai i numeri giusti e fai in modo che la gente sia in grado di capire esattamente quello che succede, ci si preoccupa di meno. E tra gli effetti più gravi di Fukushima sulla popolazione ci sono stati forse la paura e le malattie da stress collegate".
L'incidente nella centrale giapponese ha riportato alla mente lo spettro di Chernobyl e riacceso il dibattito sulla sicurezza, referendum incluso 3. Ma a Fukushima non c'è stata esplosione nucleare e Fukushima non è come Chernobyl, né come Nagasaki o Hiroshima, assicura il fisico. "Quello del nucleare è un discorso molto complesso, perché riguarda scelte politiche ed energetiche del paese. Ma non è poi che liberandosi del nucleare ci si libera della radioattività", ricorda.
Radiazioni che in diversa misura ci accompagnano quotidianamente, di cui il fisico parla nel dettaglio nel libro-vademecum Come sopravvivere alla radioattività, Cooper edizioni, nato proprio come instant book dopo Fukushima. Qualche esempio? "Prendiamo il fumo. Se si consumano due pacchetti al giorno di sigarette, per via del Polonio 210, in un anno si assumono 150 millisievert rispetto a 1 millisievert che si assorbe normalmente nello stesso periodo". Fra le altre sorgenti che inquinano la nostra quotidianità ci sono già i raggi cosmici che vengono dallo spazio, che colpiscono soprattutto gli equipaggi degli aerei, sottoposti periodicamente a controlli. O il radon nelle scuole e nelle case, che si accumula soprattutto nelle cantine e nei seminterrati.
Senza contare, poi i più subdoli pericoli latenti: "l'Italia", conclude - e qui non parliamo più di Giappone - "è piena di scorie radioattive, di sorgenti dannose nascoste ed eliminate in modo clandestino".
fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2012/03/09/news/giappone_tsunami_fukushima_anniversario_radiazioni-31223176/?rss
mercoledì 29 febbraio 2012
INCIDENTI NUCLEARI : Fukushima poteva essere una catastrofe nucleare. Fu preparata l’evacuazione di Tokyo
INCIDENTI NUCLEARI :Fukushima un anno dopo. Il rapporto finale di Greenpeace: «può succedere ancora»
sabato 10 dicembre 2011
INCIDENTI NUCLEARI: La centrale nucleare di Genkai in Giappone perde acqua radioattiva
Il mondo ha saputo della perdita di acqua radioattiva attraverso un portavoce della Nisa (Nuclear and Industry Safety Agency), l’agenzia nipponica per la sicurezza industriale e nucleare, che era stata – lei sì – avvisata da Kyushu Electric Power.
Contemporaneamente le autorità hanno reso noto che l’acqua radioattiva non si è diffusa nell’ambiente ma è rimasta contenuta all’interno dell’impianto.
Non una parola a proposito del suo tenore di radioattività (comunque è stata raccolta, dicono, e non c’è alcun pericolo) nè a proposito delle cause dell’incidente, che risultano in fase di accertamento.
Il reattore numero 4 di Genkai è stato il primo ad essere riacceso in Giappone dopo il catastrofico terremoto e lo tsunami di marzo che hano innescato la crisi di Fukushima. Il reattore numero 3, quello in cui si è verificata l’avaria, era spento per manutenzione.
FONTE: blogeko, aNSA
lunedì 5 dicembre 2011
INCIDENTI NUCLEARI :Fukushima, nuova fuga di liquido radioattivo
Una nuova fuga di liquido radioattivo si è verificata dalla centrale nucleare di Fukushima nell'oceano Pacifico. Lo riferisce il gestore del sito Tepco. Dei tecnici sono stati inviati sul luogo per trovare la causa di questo sversamento che è avvenuto nelle vicinanze di un impianto per la decontaminazione delle acque usate nella centrale.
Una zona di circa 45 tonnellate di acqua contaminata è stata scoperta intorno ad un condensatore ed è stata approntata una barriera di sacchetti di sabbia per cercare di contenerla.
La maggior parte del liquido contaminato è rimasto all'interno dell'edificio che ospita l'impianto di decontaminazione, ma circa 300 litri sarebbero fuoriusciti grazie ad un condotto che finisce nell'oceano. L'acqua contiene cesio 137 e iodio 131, ma a livelli «simili o leggermente superiori» a quelli rilevati nella zona vicina alla centrale.
fonte :http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-05/fukushima-nuova-fuga-radioattiva-111843.shtml?uuid=AaMV2TRE
venerdì 18 novembre 2011
Centrali nucleari, i primi dati sugli stress test europei. Quali pericoli dopo Fukushima?
La conclusione definitiva dei controlli è prevista per il 31 Dicembre di quest'anno quando i report finali elaborati dai singoli paesi verranno pubblicati e resi disponibili. Una revisione complessiva è stata inoltre fissata per l'Aprile del 2012. In questi giorni però molti paesi, come chiesto dall'Ue, hanno reso disponibili le relazioni provvisorie sull'andamento dei controlli - visualizzabili qui.
All'appello mancano ancora diversi report e - come segnalato da Greenpeace - nelle oltre diecimila pagine pubblicate non sono state analizzate situazioni critiche come il danno contemporaneo a più reattori (come accaduto a Fukushima) e l'impatto di un aereo contro una centrale nucleare.
Secondo l'associazione inoltre, non si fa menzione di piani di evacuazione delle popolazioni che vivono nelle vicinanze degli impianti e nel caso di paesi come Repubblica Ceca, Svezia e Regno unito i dati sembrano superficiali e parziali. Il caso della Repubblica Ceca appare clamoroso: con sei reattori presenti sul territorio, è stato pubblicato un rapporto di sole 7 pagine. Paradossale se si considera che la Slovenia, con un solo reattore, ne ha pubblicate ben 177.
Il referendum di giugno sembra aver sbarrato definitivamente la strada alla tecnologia nucleare nel nostro paese ma non è un mistero che nelle vicinanze del confine italiano si trovino diversi impianti. Emblematico il caso della Francia che presenta ben 7 centrali in un raggio di 300 Km dal confine: Marcoule, Cruas, Phenix, Saint-Albain, Super-Phenix, Bugery e Tricastin. Quest'ultima si trova a soli 180 km in linea d'aria da Torino. Grazie ad una mappa elaborata da Greenpeace è possibile verificare i dati (in inglese) sugli impianti europei fin qui messi a disposizione dalle autorità nazionali e le lacune nei controlli segnalate dalla stessa associazione ambientalista.
giovedì 17 novembre 2011
A Fukushima riso radioattivo Stop a vendita da aree contaminate
BANDO - I campioni testati hanno mostrato livelli di radioattività pari a 630 becquerel al chilo, mentre il limite massimo è di 500 Bq/kg. L'area di Onami, a 60 km dalla centrale, conta 154 fattorie nei cui campi, in base ai controlli fatti a settembre-ottobre, erano state trovate quantità di cesio comprese tra 28 e 136 becquerel. Tuttavia, i test sul raccolto di 840 chilogrammi complessivi di una fattoria hanno portato alla scoperta di una radioattività maggiore, la cui spiegazione è ancora da chiarire. Fujimura ha spiegato in conferenza stampa che il riso contaminato non è stato distribuito sul mercato grazie ai controlli del ministero dell'Agricoltura e degli uffici competenti della prefettura. «Ho informazioni che escludono che il problema possa diventare serio», ha rilevato il capo di gabinetto, aggiungendo che il governo continuerà a fare ogni sforzo «per prevenire» la diffusione di voci infondate sulla contaminazione da sostanze radioattive dei prodotti agricoli giapponesi.
CONTAMINAZIONE - Questa scoperta pone però l'accento sulle difficoltà nel tracciare le radiazioni che si sono diffuse nell'area orientale del Giappone tramite pioggia e vento. Le amministrazioni locali hanno allestito centri di controllo per evitare che prodotti contaminati arrivino nella catena alimentare, mentre la settimana scorsa il governo metropolitano di Tokyo ha iniziato a condurre test sui campioni comprati nei negozi della capitale, nel tentativo di placare le ansie dell'opinione pubblica. In Giappone negli ultimi mesi ci sono stati una serie di allarmi innescati da cibo contaminato - carne, funghi, tè verde - mai però il riso, che ha un enorme significato nella cultura nazionale ed è la base dell'alimentazione giappoense.
FONTE:http://www.corriere.it/ambiente/11_novembre_17/fukushima-riso-radioattivo_c9ef0bfc-10ff-11e1-b811-fb0a2ca90bde.shtml
NUCLEARE IN ITALIA: CLINI RISPETTI ESITO REFERENDUM
''Il ritorno al nucleare e' una opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto - ha detto - anche se quello che e' avvenuto in Giappone ha scoraggiato. Comunque, di base, la tecnologia nucleare rimane ancora una delle tecnologie chiave a livello globale''. Quindi, ha aggiunto, ''si, a certe condizioni''.
''Dispiace dover essere noi a ricordare al neo ministro dell'Ambiente Corrado Clini che lo scorso 12 e 13 di giugno 27 milioni di italiani attraverso un referendum hanno detto no al ritorno del nucleare in Italia.
Si tratta di una espressione chiara ed inequivocabile, espressa attraverso un istituto costituzionale che non puo' essere ne' ignorato ne' aggirato''. Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: ''Se in materia energetica il neo ministro dell'Ambiente intende riaprire il dibattito 'nucleare si'' o 'nucleare No' si parte con il piede sbagliato. L'esito del referendum del 12 e 13 novembre va rispettato a partire da chi rappresenta la Repubblica nelle istituzioni''.
REFERENDUM: NUCLEARE, SI' AL 94,5%. NO AL 5,4%
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REFERENDUM: NUCLEARE, SI' AL 94,5%. NO AL 5,4%
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lunedì 1 agosto 2011
INCIDENTI NUCLEARI : GIAPPONE FUKUSHIMA, livelli record radiazioni
Lo ha reso noto la Tepco, il gestore dell'impianto nucleare danneggiato dal sisma/tsunami dell'11 marzo, ricordando che i massimi precedenti risalivano al 3 giugno, pari a 3-4 sieverts all'ora, all'interno del reattore 1.'Stiamo verificando la causa di livelli tanto elevati di radioattivita', ha detto un portavoce della utility.
FONTE: ANSA
lunedì 13 giugno 2011
REFERENDUM: NUCLEARE, SI' AL 94,5%. NO AL 5,4%
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Il governatore della prefettura di Fukui ha annunciato che non darà l'autorizzazione alla ripresa dei reattori, fermi per manutenzione, se il governo centrale non chiarirà «le ragioni che hanno causato la recente chiusura della centrale di Hamaoka e lo stato degli altri impianti nel Paese». Situata a sud di Tokyo, la pefettura di Fukui ospita 14 reattori che ne fanno l'area più nuclearizzata al mondo. Sei di questi sono infatti fermi per manutenzione programmata o non pianificata (a Monjiu c'è stato infatti un incidente lo scorso agosto), mentre altri due sono destinati a essere fermati per controlli in estate. «Vogliamo che il governo faccia piani d'azione chiari e un calendario da mostrare alla gente per aiutare la generazione elettrica del Giappone», ha spiegato il governatore Issei Nishikawa. A inizio maggio, il premier Naoto Kan ha chiesto alla Chubu Electric Power, uno dei dieci operatori regionali attivo a sud di Tokyo, di sospendere il funzionamento di Hamaoka fino alla verifica delle difese contro terremoti e tsunami. La Kansai Electric Power Co. (Kepco), seconda utility nipponica, che possiede e gestisce undici dei 14 reattori di Fukui e rifornisce l'elettricità a Osaka, ha lanciato l'allarme blackout, chiedendo il taglio dei consumi del 15% tra luglio e settembre.
PER SEI LAVORATORI RADIAZIONI OLTRE LIMITI - Altri sei operai giapponesi potrebbero essere stati esposti a pericolosi livelli di radiazioni dopo aver lavorato alle operazioni di soccorso nella centrale di Fukushima. Risulta dalle analisi preliminari condotte dal ministero della Salute. I sei si aggiungerebbero ai due per cui già è stata accertata un'esposizione oltre i limiti consentiti. Tra questi, tre sono lavoratori della sala di controllo e cinque hanno cercato di ripristinare il sistema di alimentazione dell'impianto. Il governo subito dopo il disastro ha alzato il limite per gli addetti ai soccorsi a 250 millisievert dallo standard di 100 millisievert.
FUKUSHIMA - La Tepco, l'azienda che gestisce la centrale nucleare di Fukushima, ha reso noto per la prima volta dall'inizio della crisi che sono stati rilevati livelli eccessivi di stronzio radioattivo nelle acque del mare prospiciente l'impianto. L'azienda ha spiegato che il livello di stronzio-90 è 53 volte superiore allo standard di sicurezza. Lo stronzio-90, generato dalla fissione degli atomi di uranio e la cui vita media è di quasi 29 anni, si accumula nelle ossa e può causare tumori e leucemia. È stata inoltre rinviata di alcuni giorni la messa in funzione del nuovo sistema ideato per depurare dalle radiazioni l'acqua contaminata dell'impianto di Fukushima. A darne notizia è stata la Tepco, spiegando di aver riscontrato alcune perdite di acqua dal sistema. I test potranno riprendere già martedì, ha precisato l'azienda.
fonte: http://www.corriere.it/esteri/11_giugno_13/giappone-fukushima-chiusura_a770d396-95ce-11e0-822f-1a3a3d1370d0.shtml