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giovedì 17 novembre 2011

NUCLEARE IN ITALIA: CLINI RISPETTI ESITO REFERENDUM

Il nucleare e' un'opzione sulla quale bisognerebbe riflettere ''a certe condizioni''. Lo ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ospite del programma di Radio2 'Un Giorno da Pecora'.

''Il ritorno al nucleare e' una opzione sulla quale bisognerebbe riflettere molto - ha detto - anche se quello che e' avvenuto in Giappone ha scoraggiato. Comunque, di base, la tecnologia nucleare rimane ancora una delle tecnologie chiave a livello globale''. Quindi, ha aggiunto, ''si, a certe condizioni''.


''Dispiace dover essere noi a ricordare al neo ministro dell'Ambiente Corrado Clini che lo scorso 12 e 13 di giugno 27 milioni di italiani attraverso un referendum hanno detto no al ritorno del nucleare in Italia.

Si tratta di una espressione chiara ed inequivocabile, espressa attraverso un istituto costituzionale che non puo' essere ne' ignorato ne' aggirato''. Lo dichiara il Presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: ''Se in materia energetica il neo ministro dell'Ambiente intende riaprire il dibattito 'nucleare si'' o 'nucleare No' si parte con il piede sbagliato. L'esito del referendum del 12 e 13 novembre va rispettato a partire da chi rappresenta la Repubblica nelle istituzioni''.

REFERENDUM: NUCLEARE, SI' AL 94,5%. NO AL 5,4%

Secondo i primi dati diffusi dal Viminale, sul terzo quesito referendario ''Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio di energia elettrica nucleare'' il fronte del 'SI' ha raggiunto il 94,56% contro il 5,44% del 'NO'. I dati si riferiscono solo all'Italia per 33.722 sezioni su 61.599.

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REFERENDUM: NUCLEARE, SI' AL 94,5%. NO AL 5,4% Il nucleare che non c’è ci costa già 4 miliardi

lunedì 13 giugno 2011

REFERENDUM: NUCLEARE, SI' AL 94,5%. NO AL 5,4%

Secondo i primi dati diffusi dal Viminale, sul terzo quesito referendario ''Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio di energia elettrica nucleare'' il fronte del 'SI' ha raggiunto il 94,56% contro il 5,44% del 'NO'. I dati si riferiscono solo all'Italia per 33.722 sezioni su 61.599.

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mercoledì 25 maggio 2011

CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA : Dl omnibus approvato STOP A TEMPO PER FERMARE IL REFERENDUM

Con 301 voti a favore, 280 contrari e 2 astensioni la Camera ha approvato il decreto legge omnibus nel testo già votato dal Senato, che contiene fra l’altro la norma sullo stop a tempo alla costruzione di centrali nucleari che potrebbe far annullare la relativa consultazione referendaria

Con 301 voti a favore dal centrodestra (Pdl-Lega e Inziativa Responsabile), 280 voti contrari dalle opposizioni Pd-Idv-Udc-Fli-Api e 2 astensioni, l’aula della Camera ha approvato il dl omnibus nel testo già votato dal Senato, che contiene fra l’altro la norma sullo stop a tempo alla costruzione di centrali nucleari che potrebbe far annullare la relativa consultazione referendaria già convocata per i prossimi 12 e 13 giugno. E sul quale ieri il Governo ha ottenuto dalla Camera la fiducia numero quarantatre, dall’inizio della legislatura. Alla votazione hanno preso parte 583 deputati. Il dl omnibus è passato per dieci voti: 301 sì a fronte di una maggioranza richiesta di 291 voti a favore.

A prendere la parola, fra gli altri, nelle dichiarazioni di voto finali dei gruppi trasmesse in diretta tv per volere della Presidenza della Camera, sono stati per le opposizioni il presidente di Italia dei Valori Anronio Di Pietro che e il presidente dei deputati Pd Dario Franceschini. Di Pietro ha denunciato «l’imbroglio del Governo sul nucleare», senza il quale «avremmo votato a favore di diverse norme del provvedimento». Dicendosi «certo che il referendum ci sarà comunque e sarà il mezzo con cui gli italiani diranno chiaramente di voler mandare a casa questo Governo». Le votazioni sul dl omnibus sono seguite anche in piazza Montecitorio dove, dall’inizio dei lavori d’aula, è ripreso il presidio-sit in dei promotori dei quattro referendum su nucleare, acqua e legittimo impedimento che manifestano per chiedere più informazione in tv sulla consultazione di giugno e «contro lo scippo del diritto dei cittadini a esprimersi» che l’approvazione del dl omnibus, a loro giudizio, potrebbe comportare rispetto al nucleare».

La decisione di sabotare il referendum sul nucleare solo per paura di essere sonoramente bocciati dal voto - ha detto il leader dei Verdi Angelo Bonelli, partecipando al sit-in è una cosa degna di un paese non democratico. Stiamo assistendo ad una vera e propria truffa da parte di un governo che non ha più il consenso degli italiani e si è rifugiato nella fortezza di Palazzo Chigi» Approvata dalla Camera, la legge passa ora al Quirinale per la firma del Capo dello Stato. A seguire, una volta incassata la promulgazione da parte del Colle se così deciderà Napolitano, il testo delle nuove norme sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e quindi entrerà ufficialmente in vigore. Da quel momento è l’ufficio centrale della Cassazione per i referendum che sarà chiamato rapidamente a prounciarsi per stabilire se le norme sullo stop al nucleare siano sufficienti o meno per dichiarare l’annullamento del referendum in materia. In vista di questa pronuncia, il Pd ha reso noto di avere in preparazione una «corposa e sostanziosa memoria» che verrà depositata alla Suprema Corte per «dimostrare che il referendum sul nucleare si potrà celebrare comunque», anche dopo l’approvazione delle norme in proposito contenute dal dl omnibus.

Trattandosi della materia più sensibile per i cittadini, tanto più dopo il disastro di Fukushima, la celebrazione o meno del referendum sul nucleare potrà avere influenza sul raggiungimento del quorum (50% +1 degli aventi diritto) nella consultazione referendaria di giugno, anche in materia di acqua e legittimo impedimento. Senza raggiungere il quorum, infatti,la consultazione sarà invalidata. Come negli ultimi dieci anni è sempre successo in tutti i referendum abrogativi celebrati in Italia. E a quel punto, se vorrà, il Governo potrà nuovamente riaprire al nucleare, una volta conclusa la moratoria di un anno stabilita dalla nuova legge.

lunedì 16 maggio 2011

CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA: in Sardegna contrari al 97,14%

l referendum consultivo regionale sul nucleare in Sardegna, i SI', che manifestano la contrarieta' alle centrali, hanno raggiunto il 97,14%, mentre i NO si sono fermati al 2,85%. Le percentuali sono riferite a 1808 sezioni scrutinate su 1820, in base alle comunicazioni pervenute dai Comuni direttamente al Servizio elettorale della Direzione generale della Presidenza della Regione. Il dato definitivo sara' comunicato probabilmente solo domani perche' 12 sezioni hanno avuto problemi.

In tutte le otto province della Sardegna gli elettori hanno espresso la loro netta contrarieta' all'installazione nell'isola di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive.

Le operazioni di spoglio sono state completate nel Cagliaritano, dove i ''si''' hanno raggiunto il 96,66 per cento, nell'Oristanese il 98,17 per cento, nel Medio Campidano il 97,77 per cento, nella provincia di Carbonia-Iglesias il 95,89 per cento e in quella di Olbia-Tempio dove i SI sono il 96,39 per cento. Nelle altre province i dati, invece, sono pervenuti parzialmente dai Comuni al Servizio elettorale della Direzione generale della Presidenza della Regione. In particolare nel Nuorese il SI ha ottenuto il 97,78 per cento in 177 sezioni scrutinate sulle 183 della provincia, nel Sassarese i SI sono pari al 97,82 per cento in 377 sezioni sulle 381 totali, in Ogliastra i SI hanno raggiunto il 97,60 per cento in 65 sezioni su 67. Le percentuali si riferiscono alle 1.808 sezioni scrutinate sulle 1.820 totali.

sabato 26 marzo 2011

Acqua pubblica e no all'atomo

Sono 300 mila le persone che, secondo gli organizzatori, hanno sfilato questo pomeriggio a Roma per l'acqua pubblica. Il corteo, promosso dal comitato referendario '2 si' per l'acqua bene comune' e' arrivato a piazza San Giovanni. 'Le furbizie del governo sulla moratoria nucleare non ingannano nessuno. Il 12 giugno andremo a dire si' per l'acqua pubblica e contro il nucleare. No a una moratoria di un anno, si' a una moratoria per sempre', ha detto il presidente della Regione Puglia Vendola.
fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/03/26/visualizza_new.html_1530518930.html

martedì 22 marzo 2011

CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA : MORATORIA RAGGIRO PER SCAVALLARE REFERENDUM

La moratoria di un anno per il nucleare, che il governo starebbe studiando ''non e' altro che un raggiro per scavallare il referendum''. Lo afferma in una nota il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

''Non puo' esserci moratoria che tenga e che possa fermare il referendum, perche' delle due l'una: o il governo cancella la norma che consente la costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano o la mantiene. Ma la moratoria di un anno - spiega Di Pietro - e' un chiaro raggiro che serve a scavallare la data del referendum. Insomma, l'unico vero scopo del governo e' quello di fermare il temuto verdetto dei cittadini. L'Italia dei Valori, promotrice del quesito referendario, andra' avanti con la sua battaglia contro quest'energia obsoleta''.

mercoledì 16 marzo 2011

REFERENDUM: Nucleare, la preghiera di Celentano: «Non disertare il referendum»

''Nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone, dove fuoco e acqua stanno distruggendo tante vite umane, senza contare l'aspetto piu' insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell'aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde. Ha subito fatto annunciare dai suoi 'CicchittiPrestigiacomini' e dai piccoli insidiosi Sacconi, che il progetto sul nucleare in Italia andra' avanti. L'orientamento popolare contro le centrali nucleari decretato dal referendum fatto 24 anni fa, fu chiarissimo. Ma per Berlusconi non basta: 'Chi se ne frega della Sovranita' Popolare!'. L'unica sovranita' che conta per lui e' il Potere di guidare gli uomini in una sola direzione come se fossero degli automi''. Lo scrive Adriano Celentano in un intervento sul ''Corriere della Sera'' spiegando il suo 'no' al nucleare in Italia e rivolgendo un appello ai cittadini.

''Ora - afferma - il mio potrebbe sembrare un appello, ma non lo e'. E' una preghiera. Una preghiera che non e' rivolta ai politici. 'Loro non sanno quello che fanno'. Per cui mi rivolgo a tutti quelli che invece li votano i politici. Di destra, di sinistra, 'studenti', leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene, non disertate il referendum.

Questa volta sarebbe un suicidio. Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di Natale. Non sia mai che prendiate sotto gamba questi referendum: saremmo spacciati''.

La trappola radioattiva
Studenti, leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene non disertate il referendum. Ora sarebbe un suicidio.

Caro Direttore,
settantamila case distrutte, un milione di sfollati e cinquemila dispersi in quel florido Giappone che nel giro di 6 minuti è improvvisamente precipitato nel buio più scuro. Ma soprattutto migliaia di radiazioni sulla testa dei giapponesi. Ora io non vorrei neanche parlare del clamoroso fuori-tempo (non solo musicale) esternato da Chicco Testa, ospite della bravissima Lilli Gruber dalla voce affascinante. Non vorrei ma come si fa, poi la gente pensa davvero che lui parli per il bene dei cittadini. «Gli impianti nucleari hanno dimostrato di tenere botta». Ha detto il nostro Chicco ormai appassito per mancanza di clorofilla e quindi non più in grado di catturare quell'ENERGIA SOLARE di cui un tempo si nutriva.

Chi trae spunto dalla tragedia del Giappone per dare vita a una polemica politica è uno sciacallo». Ha sentenziato. Dopo neanche un'ora esplode la centrale nucleare di Fukushima. Un tempismo davvero sorprendente quello del Chicco. Ma la cosa più incredibile che più di tutti impressiona, è lo stato di ipnosi in cui versano gli italiani di fronte ai fatti sconcertanti di una politica che non è più neanche politica. Ma piuttosto un qualcosa di maleodorante e che di proposito vorrebbe trastullarci in uno stato confusionale. Dove sempre di meno si potrà distinguere il bene dal male, le cose giuste da quelle ingiuste. Sparisce quindi quel campanello d'allarme che ci mette in guardia quando c'è qualcosa che non quadra nei comportamenti di un individuo. Un qualcosa che detto in una parola si chiama SOSPETTO. E di sospetti sul nostro presidente del Consiglio, tanto per fare un esempio, ce ne sono abbastanza.


E così nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone, dove fuoco e acqua stanno distruggendo tante vite umane, senza contare l'aspetto più insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell'aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde. Ha subito fatto annunciare dai suoi «CicchittiPrestigiacomini» e dai piccoli insidiosi Sacconi, che il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti. L'orientamento popolare contro le centrali nucleari decretato dal referendum fatto 24 anni fa, fu chiarissimo. Ma per Berlusconi non basta: «Chi se ne frega della SOVRANITÀ POPOLARE!». L'unica sovranità che conta per lui è il Potere di guidare gli uomini in una sola direzione come se fossero degli automi.


Tra i vari tg, talk show e quello che si legge sui giornali, ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. Si spera sempre di intravedere quel «CHE» di trasparenza mai assaporata che per ora, a quanto pare, possiedono in pochi. Uno di questi è Antonio Di Pietro. Ma il governo cerca di ostacolarlo. Le ottocentomila firme raccolte da Di Pietro contro le centrali atomiche e il legittimo impedimento, saranno oggetto di un referendum che «si farà», ha detto il ministro Maroni allievo di Berlusconi. Ma a giugno. Quando la gente va al mare.
E questo naturalmente vale anche per il milione e quattrocentomila firme raccolte dal Forum italiano Movimenti per l'acqua, di cui nessuno parla tranne il loro sito che gentilmente vi indico - www.acquabenecomune.org - per i due quesiti referendari contro la privatizzazione di questo prezioso bene comune.


Una trappola radioattiva quindi per chi non vuole essere schiacciato dalla bevanda nucleare. Ora il mio potrebbe sembrare un appello, ma non lo è. È una preghiera. Una preghiera che non è rivolta ai politici. «LORO NON SANNO QUELLO CHE FANNO». Per cui mi rivolgo a tutti quelli che invece li votano i politici. Di destra, di sinistra, «STUDENTI», leghisti, fascisti e comunisti, per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio. Dobbiamo andare a votare anche se il governo spostasse la data del referendum al giorno di Natale. Non sia mai che prendiate sotto gamba questi referendum: saremmo spacciati.

La natura, come vedete, si è incazzata. Gli esperimenti nucleari nel Pacifico, le trivellazioni nei fondali del Golfo del Messico, milioni di ettari di bosco incendiati per favorire la cementificazione abusiva, i tagli alla cultura ridotta ormai in pezzi. Tutte cose, per cui la NATURA «sta perdendo la pazienza». Come vi dicevo ho seguito con un certo interesse il cammino politico del terzo polo. E Casini che fino a prima della tragedia di questi giorni ha sempre parlato in modo equilibrato, subito dopo il terremoto, intanto che le radiazioni cominciavano a liberarsi nell'aria e trecentomila persone venivano evacuate dalle loro case, ci ha tenuto a ribadire, con una certa fierezza, il suo parere favorevole al nucleare, facendo quasi un rimprovero al governo per non aver ancor iniziato i lavori.

Caro Casini, che tu fossi un nuclearista convinto lo sapevamo tutti e io rispetto la tua opinione, anche se è orribile. Ma dirlo proprio in questo momento, non pensi che tu abbia dato una sberla sui denti al tuo elettorato? Tralasciando il piccolo particolare che l'Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico, come tu sai, le radiazioni sono pericolose non soltanto perché si muore, ma per il modo di come si muore. Una sofferenza di una atrocità inimmaginabile. E poi non si è mai in pochi a morire. Specialmente quando la catastrofe raggiunge dimensioni come quella che sta vivendo la povera gente in Giappone. E non venirmi a dire che le centrali nucleari di terza generazione sono più sicure della seconda, e che ancora più sicure della terza saranno quelle di quarta, disponibili per altro nel lontano 2030. La verità è che tu e Berlusconi siete degli IPOCRITI MARCI. Lo sapete benissimo che per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le SCORIE RADIOATTIVE, che nessuno sa come distruggere e che già più di mezzo mondo ne è impestato.


SCORIE collocate in contenitori sui piazzali delle centrali, a cui, tra l'altro, si aggiungono elevatissimi costi economici, sociali e politici richiesti dalla necessità di sorvegliare questo micidiale pericolo per un tempo praticamente INFINITO. Lo sapete benissimo e ciò nonostante continuate a INGANNARE i popoli promettendo loro quel falso benessere che serve solo a gonfiarvi di Potere e ad arricchire le vostre tasche. Mi dispiace ma non c'è niente da imparare dal terzo polo, come non c'è niente da imparare da tutta la classe politica. L'unica buona notizia che galleggia in questo mare di annegati e che mi ha sorprendentemente colpito, è ciò che di veramente buono sta facendo il sindaco Matteo Renzi nella sua Firenze. Finalmente uno che ha intuito cosa c'è nel cuore della gente. E che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini. Bravo Matteo! Forse tu hai capito tutto e magari ancora non ti rendi conto di quanto sia importante ciò che hai capito.

Adriano Celentano

FONTE: http://www.corriere.it/cronache/11_marzo_16/celentano_trappola_radiattiva_e30fc2d6-4fb0-11e0-acff-d18cea4068c4.shtml

sabato 12 marzo 2011

CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA: SFIDA REFERENDUM PER FERMARLO. OBIETTIVO ALMENO 25 MILIONI SI'

Obiettivo 25 milioni. Il Comitato nazionale ''VOTA SI' per fermare il nucleare'' lancia la sua sfida referendaria per portare al voto ''almeno 25 milioni di cittadini'' e far prevalere il si'. ''Nonostante una massiccia campagna di disinformazione - affermano gli antinuclearisti - il nucleare resta costoso, continua ad essere insicuro e a mettere a rischio la salute e l'ambiente, senza liberare l'Italia dalla dipendenza energetica (l'uranio si deve importare)''.

''Le stime piu' recenti fatte negli USA - ricorda il Comitato, cui aderiscono oltre 50 associazioni dell'ambiente, sindacali, della societa' civile - dimostrano che al 2020 il costo del kilowattora nucleare da nuovi impianti sara' del 75% maggiore di quello del gas e del 27% dell' eolico. Non ci sono certezze dal punto di vista sicurezza, anche i nuovi reattori non sono stati progettati con criteri di sicurezza intrinseca, cioe' in caso di incidente non sono in grado di autoregolarsi. I lavoratori delle centrali e i cittadini che vi abitano intorno sono sempre a contatto diretto con la radioattivita', un' indagine fatta in Germania sulle 17 centrali, ha mostrato una dipendenza dell'insorgenza di patologie infantili (bambini da 0 a 5 anni) dalla vicinanza alla centrale e, addirittura, nel raggio di 5 km dalla centrale e' stato rilevato un incremento rispetto alla media di 1,6 volte dei tumori embriogenetici (del feto nel ventre materno) e di 2,2 volte delle leucemie infantili rispetto ai casi attesi. Resta ancora irrisolta la questione delle scorie ed anche per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di CO2 e' stato valutato che anche raddoppiando l' attuale potenza nucleare installata, la CO2 si ridurrebbe solo del 5%''.

Alla presentazione della campagna referendaria - domani, sabato 12 marzo alle ore 10 presso la Facolta' di Ingegneria a San Pietro in Vincoli (Aula del Chiostro, Via Eudossiana 18) - , cui parteciperanno rappresentanti del Comitato Nazionale e dei Comitati locali ed esperti scientifici come Gianni Mattioli e Massimo Scalia, verranno anche presentati gli argomenti della campagna referendaria.

giovedì 13 gennaio 2011

ACQUA: COMITATO CHIEDE MORATORIA DECRETO RONCHI E VOTO IN PRIMAVERA

Il Comitato Promotore dei referendum sull'acqua approvati oggi dalla consulta chiede in una nota ''un immediato provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e sull'abrogazione degli AATO, un necessario atto di democrazia perche' a decidere sull'acqua siano davvero gli italiani''. Il Comitato Promotore, inoltre, annuncia che attivera' tutti i contatti istituzionali necessari per chiedere che la data del voto referendario coincida con quella delle elezioni amministrative della prossima primavera.

A primavera, dicono dal Comitato manifestando la propria soddisfazione per il risultato raggiunto ''gli uomini e le donne di questo paese decideranno su un bene essenziale. La vittoria dei ''si''' portera' ad invertire la rotta sulla gestione dei servizi idrici e piu' in generale su tutti i beni comuni''.

Si attende, ora, la motivazione della Consulta sulla mancata ammissione del terzo quesito, ''ma e' gia' chiaro - sottolineano dal Comitato - che questa decisione nulla toglie alla battaglia per la ripubblicizzazione dell'acqua e che rimane intatta la forte valenza politica dei referendum''. Da oggi inizia l'ultima tappa, concludono nella nota: ''siamo sicuri che le migliori energie di questo paese non si tireranno indietro''.

REFERENDUM: Acqua ai privati e nucleare dalla Consulta ok a tre quesiti

Il WWF esprime soddisfazione per il si' della Corte Costituzionale ai referendum sulla privatizzazione dell'acqua e sul ritorno in Italia del nucleare che giudica ''una prima vittoria delle ragioni dell'ambiente e degli interessi dei cittadini alla tutela dei beni comuni nella gestione della risorsa idrica e delle fonti energetiche''.

''E' bene che la parola passi ora ai cittadini su materie tanto delicate perche' e' inconcepibile una privatizzazione selvaggia delle decisioni strategiche e gestionali sull'utilizzo di risorse non rinnovabili e preziose quali quelle idriche e pericolose e inutili come l'energia nucleare - ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia -.

La responsabilita' per questa situazione ricade interamente sul Governo per la sua ostinazione a negare ogni forma di confronto con la stragrande maggioranza degli italiani che sono contrari alla scellerata, costosa e pericolosa avventura nucleare, rendendo cosi' inevitabile il ricorso allo strumento referendario''.


In attesa della sentenza sulla costituzionalità del legittimo impedimento, la Corte costituzionale ha deliberato oggi sulle richieste di ammissibilità dei referendum in materia di privatizzazione dell'acqua 1 e della costruzioni di nuove centrali nucleari. I quesiti proposti dai comitati promotori erano in tutto cinque: quattro relativi alla gestione degli acquedotti e uno sul ritorno dell'atomo. Il verdetto della Consulta dà via libera a solo tre proposte. Per quanto riguarda l'acqua, i provvedimenti nel mirino dei referendari erano due: il decreto Fitto-Ronchi e la precedente normativa varata in materia dal governo Prodi.

A passare il vaglio di costituzionalità sono stati il quesito proposto per cancellare le norme in materia di "determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito" (a proporlo è stato il Comitato 'Siacquapubblica' 2 che raccoglie giuristi quali Stefano Rodotà e Gaetano Azzariti) e quello per cancellare le norme sulle procedure di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici locali di rilevanza economica fissate dal decreto Ronchi-Fitto.

Ad essere stati rigettati sono stati invece il quesito promosso sullo stesso primo argomento da Antonio Di Pietro e quello per abrogare le "norme limitatrici della gestione pubblica del servizio idrico".

Ammesso, come detto, anche il quesito promosso dall'Italia dei valori per cancellare circa 70 norme contenute nei provvedimenti che con il governo Berlusconi hanno riaperto la strada a nuove centrali nucleari.

mercoledì 20 ottobre 2010

centrali nucleari in Italia : riaccesi i due reattori sperimentali presso il Centro di Ricerche Enea Casaccia, vicino Roma


Il ritorno del nucleare in Italia, dopo il referendum del 1987, ha una data di inizio. Oggi. Sono stati infatti riaccesi i due reattori sperimentali presso il Centro di Ricerche Enea Casaccia, vicino Roma, che rappresentano di fatto il simbolo del ritorno del nucleare in Italia. I due reattori, chiamati Triga e Tapiro. La ripresa del funzionamento avviene in occasione dei 50 anni del centro della Casaccia.

Negli ultimi anni, in realtà, i reattori Triga Rc-1 (Training, Research, Isotopes, General Atomics-Reattore casaccia 1T) e Tapiro (Taratura Pila Rapida a potenza 0) non sono mai stati del tutto “silenziosi”. Sono stati infatti utilizzati in altri ambiti, come la medicina nucleare.

Il Centro di ricerche della Casaccia torna così ad essere il cuore della ricerca applicata sulle applicazioni pacifiche dell’energia nucleare in Italia, come lo era stato all’epoca della sua istituzione, nel 1960. In quello stesso anno era nato il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (Cnen) con il compito di promuovere la ricerca sugli impianti nucleari. Il Cnen è diventato Enea all’inizio degli anni ’80, affiancando la ricerca sul nucleare a quella sulle energie alternative e sull’impatto ambientale della produzione energetica. Dopo l’incidente di Chernobyl il referendum del 1987 ha bloccato la produzione di energia nucleare in Italia, ma in questi 23 anni la ricerca sul nucleare in Italia non si è mai fermata e, nella Casaccia come in molte università e aziende italiane, molti esperti hanno continuato a lavorare in questo campo, anche a livello internazionale.

E intanto l’Ansa riporta delle proteste dei Verdi. Una “farsa”: così definiscono la giornata sui 50 anni del Centro di Ricerche Enea Casaccia, i Verdi che hanno indetto una protesta all’esterno del centro dove sono stati riaccesi i due reattori sperimentali Triga e Tapiro. Una quindicina in tutto, con le tute bianche, i Verdi hanno cartelli con le scritte “Sì al solare, no al nucleare” e “Solare, sì grazie”. C’é anche un cartello con una foto del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, colorato di verde e la scritta “Berlusconi radioattivo”. “Il governo si appresta ad avviare il nucleare, vedremo quando e dove, come un’economia di Stato finanziata con tasse che gli italiani pagheranno”, ha detto il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli. “E’ incredibile – ha aggiunto – che si faccia questo all’Enea, l’ente che doveva condurre la ricerca sulle energie alternative. Si riattivano vecchi reattori, ma l’Enea non dice che 63 chilogrammi di plutonio e 6.300 chilogrammi di scorie radioattive si trovano nei capannoni della Casaccia senza alcuna precauzione”

fonte: http://www.gliitaliani.it/2010/10/alle-porte-di-roma-riaccesi-dopo-anni-due-piccoli-reattori-nucleari-sperimentali-dellenea/

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giovedì 29 luglio 2010

referendum : Di Pietro consegna le firme per 3 referendum su legittimo impedimento, nucleare e privatizzazione dell'acqua.

Sono circa due milioni e trencentomila le firme raccolte da Italia dei valori e depositate oggi in 350 scatoloni in Corte di Cassazione, in calce ai quesiti referendari che chiedono l'abrogazione delle leggi del governo Berlusconi sul legittimo impedimento processuale, sulla ripresa di produzione in Italia di energia nucleare, sulla privatizzazione dei servizi di gestione dell'acqua. «Abbiamo ritenuto un nostro preciso dovere - scrive il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, sul suo blog - impegnarci per contrastare alcune nefandezze di questo governo: privatizzazione dell'acqua, legittimo impedimento, ritorno al nucleare. Abbiamo posto fiducia nella capacità del partito di rispondere positivamente a questo impegno. Abbiamo creduto nella risposta dei cittadini italiani». Gli scatolini sono arrivati su 5 furgoni, scortati da Di Pietro.

La maggior parte delle firme che l'Italia dei valori ha consegnato in Cassazione, circa 800mila, sono state raccolte per il quesito referendario che chiede l'abolizione del legittimo impedimento. Sono 750 mila quelle contro la privitizzazione dell'acqua e, poco meno (740 mila) quelle contro la legge delega sul nucleare.

Ora, una volta certificata la legittimità delle firme il superamento del quorum minimo per la consultazione, la Cassazione dovrà trasmettere gli atti alla Consulta per la validazione costituzionale dei quesiti proposti.

Un grande risultato, sottolinea Di Pietro, la raccolta di oltre 2 milioni e 200mila firme, «che evidenzia la nostra capacità operativa; la miglior risposta ai denigratori e ai corvi che in queste settimane hanno gettato schizzi di fango su di noi. Anche tra noi qualcuno si è disimpegnato, altri hanno remato contro; il partito farà un'attenta analisi dell'impegno profuso e adotterà gli opportuni provvedimenti».
fonte : ilsole24ore.com

mercoledì 21 luglio 2010

REFERENDUM Acqua pubblica: dalla società civile una lezione alla politica


Un milione e 400 mila firme contro la privatizzazione dell´acqua. Raccolte in circa tre mesi. Un record, ma la notizia è che la società civile non è morta, che si può provare a sopraffarla finché si vuole, ma c´è sempre un limite. Il retro della medaglia è l´immagine di una classe politica che di fronte alla rete che si è formata per raccogliere le firme dovrebbe impallidire, farsi piccola, capire quant´è inadeguata, vuota e fuori dal mondo. C´è chi non è in grado di raccogliere le firme necessarie a presentare una lista elettorale e mette nei guai a posteriori il recente governatore del Piemonte.

C´è chi caverebbe soldi anche da una rapa, se fosse possibile, e fa decreti per privatizzare i nostri beni comuni o condonare qualsiasi cosa, dall´acqua alle spiagge passando per l´archeologia e i mostri edilizi. C´è chi si distingue per intrallazzare fino all´inverosimile pur di coprire pulciosi interessi economici e personali e chi, bontà sua, non riesce proprio a opporsi e cade in tutti i tranelli possibili di un ménage politico stantio, autoreferenziale, basato solo su un apparire sempre più elemosinato al Cesare, sui personalismi ma con sempre meno personalità.

Un milione e 400 mila firme per dire che l´acqua non si può privatizzare sono molto di più della sacrosanta difesa del bene comune per eccellenza, sono un urlo urlato con dignità e buon senso, il frutto di un´indignazione seria e civile, una lezione per chiunque voglia fare politica in Italia. I tre quesiti referendari hanno senso, sono ben congegnati per bloccare giusto in tempo la strada di una privatizzazione generalizzata entro il 2011, da cui sarebbe difficilissimo, o costosissimo, tornare indietro. Invece ora ce la si può fare: se l´iter verrà rispettato, se la volontà di quel milione e mezzo di italiani non sarà calpestata per l´ennesima volta, nella primavera del prossimo anno la lezione data alla politica nostrana sarà completa.

La rete del Forum dei movimenti per l´acqua, che è nata e si è propagata con una naturalezza disarmante per chiunque faccia il raccattatore di voti di professione, è una speranza per la democrazia nel nostro Paese. I banchetti volanti al Giro d´Italia, quelli nei mercati (li ho visti, sempre con la gente in educata fila), ai concerti, dove si fanno gli aperitivi tanto di moda, nelle piazze e vie di fronte agli strusci consumistici: mai un simbolo di partito, chi si è messo a disposizione l´ha fatto per l´acqua perché di fronte all´acqua sparisce qualsiasi colore, qualsiasi ideologia, qualsiasi altro interesse. Non è un caso che chi abbia tentato di cavalcare l´onda pro domo sua abbia fallito miseramente.

Il cibo, l´acqua, la nostra terra, il bello e il buono che non si devono necessariamente comprare: forse c´è la speranza che non si portino via tutto. Sono le cose che stanno più a cuore alle persone umili che cercano di vivere bene la propria vita in un mare di difficoltà che non si sono per niente cercate: è la dimostrazione che i temi della politica dovrebbero essere altri, se la politica fosse nobile, se la politica sapesse.
fonte: repubblica.it

lunedì 19 luglio 2010

REFERENDUM Acqua pubblica: UN milione e 400.000 firme depositate per il referendum


E' arrivato il giorno della consegna. Sono un milione e 400mila le firme raccolte e depositate in Corte di Cassazione per la richiesta di referendum sull'acqua pubblica. Ora i promotori vogliono andare al voto nella prossima primavera «Non scippateci quest'ultimo strumento di espressione - ha dichiarato Tommaso Fattori, del Contratto mondiale per l'acqua- l'attenzione di tutto il mondo ora sarà puntata sul nostro paese dal quale ci aspetta lo stesso risultato ottenuto dalla Francia sul tema della gestione dell'acqua: cacciare le multinazionali». Corrado Oddi della Cgil è tornato sulla straordinaria campagna di raccolta firme. «Quella per i referendum per l'acqua pubblica è la più grande raccolta di firme per un referendum nella storia del nostro paese» che per Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista, ha avuto un valore aggiunto perché dimostra che «c'è ancora un tessuto sociale, fatto di cittadini, associazioni, partiti, che ha una tenuta e che è la vera base sulla quale poggiare l'uscita dalla crisi». A far parte del vasto schieramento che ha sostenuto la campagna referendaria anche le associazioni ambientaliste. Il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni, ha posto l'accento sulla contraddizione che è insita nella gestione privata dell'acqua, risorsa pubblica per eccellenza. «Le aziende sono orientate al profitto che, quando non c'è, porta al fallimento delle aziende stesse. Come si può pensare di fare profitti su un bene pubblico come l'acqua, nei confronti della quale è in corso un movimento mondiale orientato al risparmio.
Ricordiamo che l'accessibilità dell'acqua a tutti gli esseri umani è uno degli obiettivi del millennio» ha concluso Leoni. Il Comitato promotore ha poi formulato la richiesta al governo di «emanare un provvedimento legislativo che disponga la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal decreto Ronchi almeno fino alla data di svolgimento del referendum».
FONTE: http://www.greenreport.it

lunedì 3 maggio 2010

ACQUA: COMITATO REFERENDUM, GIA' SUPERATE LE 250 MILA FIRME


Dopo soli nove giorni di raccolta firme, iniziata il 24 aprile scorso, il Comitato Promotore per i tre Referendum per l'acqua pubblica comunica di aver superato le 250mila firme, raccolte per ciascuno dei tre quesiti proposti. ''Siamo a meta' delle firme necessarie, a un terzo dell'obbiettivo che il Comitato si era dato per la fine della raccolta - si sottolinea dal quartier generale del Comitato - La velocita' di raccolta firme e' straordinaria e da tutti i territori, anche dai piu' periferici, arrivano dati eccezionali''. Tra le regioni in largo anticipo sulla tabella di marcia ci sono il Lazio (32mila firme), la Puglia (oltre 30mila firme), la Calabria (10mila). In Abruzzo sono state raccolte piu' di settemila firme, quattromila solo negli ultimi due giorni.

martedì 27 aprile 2010

centrali nucleari in Italia: il PRIMO MAGGIO PARTE RACCOLTA FIRME PER REFERENDUM

Nessuna centrale sara' costruita in Italia. Il primo maggio Italia dei Valori inizia la raccolta delle firme contro il nucleare ed il referendum spazzera' via la colossale truffa atomica''. Lo afferma il presidente del gruppo Idv alla Camera Massimo Donadi. ''Il nucleare - aggiunge Donadi - e' pericoloso ed antieconomico, conviene solo alle grandi lobby, non certo ai cittadini. Nessun altro Paese sta investendo su questa energia vecchia perche' il futuro e' nelle fonti sicure, pulite e rinnovabili. Gli italiani non devono pagare i costi salatissimi di una politica energetica dissennata. Il referendum spazzera' via le velleita' atomiche di Berlusconi e delle lobby

sabato 24 aprile 2010

ACQUA: AL VIA RACCOLTA FIRME REFERENDUM CONTRO PRIVATIZZAZIONE


Il Forum Movimento per l'acqua inizia in Italia la raccolta delle firme per il referendum contro la privatizzazione.

''Oggi e domani - spiega il presidente del Forum Ambientalista, Ciro Pesacane - saremo con i nostri banchetti in tutte le piazze d'Italia per l'inizio della campagna referendaria, sono certo che arriveremo in breve tempo alle 700mila firme necessarie''.

''L'acqua - prosegue Pesacane - e' un bene pubblico che non puo' e non deve essere assoggettato a logiche di profitto, logiche che tra l'altro portano solo danno economico ai cittadini che pagheranno di tasca propria il decreto Ronchi''.

Anche Legambiente aderisce al comitato guidato dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua.

L'obiettivo, spiega l'associazione, ''e' ambizioso: scongiurare la corsa all'oro blu come prevede il Decreto Ronchi, che ha reso obbligatoria la dismissione delle quote pubbliche nelle societa' di gestione di risorse pubbliche, e garantire invece l'accesso ad un bene che e' di tutti, e non una merce da cui trarre profitto''.

''L'acqua non e' un servizio pubblico qualsiasi, non puo' essere gestita con la logica del profitto, e' un bene comune indispensabile alla nostra sopravvivenza, da garantire a tutti, sempre e comunque - afferma Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio-. Per questo Legambiente promuove con forza la raccolta firme e per tre mesi chiede a tutti i cittadini di diventare difensori del bene comune. A Roma, il Sindaco Alemanno non puo' assolutamente procedere alla privatizzazione di Acea, svendendo il futuro dell'acqua e dei suoi cittadini, un'azienda che serve il territorio della Capitale e del Lazio Centrale con circa 3,5 milioni abitanti e un totale di 500mila utenze''.

giovedì 1 aprile 2010

ACQUA: FORUM ITALIANO LANCIA REFERENDUM CONTRO PRIVATIZZAZIONE


E' partita ieri la raccolta di firme per impedire ogni ipotesi di privatizzazione dell'acqua in Italia. A proporla e a depositare i tre quesiti referendari alla Corte di Cassazione di Roma sono stati i rappresentanti del Forum italiano dei movimenti per l'acqua che raccoglie centinaia di comitati territoriali e che oggi hanno indetto, sempre a Roma, presso la sede della Fnsi, una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il neo governatore della Puglia Nichi Vendola, il leader della Federazione della sinistra Paolo Ferrero, l'ex garante per la privacy Stefano Rodota' e il missionario comboniano padre Alex Zanotelli.

Le firme per dire ''no'' alla privatizzazione dell'acqua inizieranno ad essere raccolte dal 24 aprile e il comitato referendario si prefigge il traguardo di giungere in tre mesi a quota 500 mila per poter, appunto, richiedere i referendum.

''I tre quesiti - hanno spiegato oggi gli organizzatori - vogliono abrogare la vergognosa legge approvata dall'attuale governo e le norme approvate da altri governi precedenti che andavano nella stessa direzione, quella cioe' di considerare l'acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti''.

Dal punto di vista normativo, l'approvazione dei tre quesiti proposti, prevede il ricorso, per l'affidamentro del servizio idrico integrato, ad 'aziende speciali' o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente ''privo di rilevanza economica'', servizio di interesse generale e privo, quindi, di profitti nella sua erogazione.

Il Forum dei movimenti per l'acqua chiede, quindi, che venga discussa in Parlamento una sua legge di iniziativa popolare (firmata da oltre 400 mila cittadini e ferma da quasi tre anni nelle aule parlamentari) e che prevede un nuovo modello di servizio pubblico con la partecipazione di retta delle comunita' locali e dei cittadini.

sabato 7 novembre 2009

ENERGIA NUCLEARE: BUON COMPLEANNO REFERENDUM


Oggi a Roma festeggiamo l'anniversario del Referendum Nucleare, al microfono si alterneranno i protagonisti della vittoria referendaria contro il nucleare, esponenti delle associazioni ambientaliste, ecologisti e tutti i cittadini che vorranno dire la loro.
Si parlerà anche delle grandi opportunità date dalle energie rinnovabili.

22 anni fa, la maggioranza degli italiani si recò alle urne per rispondere al Referendum sul nucleare, quale forma di approvvigionamento energetico.
Il paese disse chiaramente NO alle centrali nucleari.
Oggi, a 22 anni dal quel referendum, alcuni settori politici ed economici del nostro paese sono tornati indietro riaprendo all'energia nucleare senza che siano stati ancora risolti i problemi delle scorie radioattive (custodite ancora in condizioni non sicure), e della sicurezza stessa degli impianti smantellati, e soprattutto senza affrontare con trasparenza e serietà, il problema dei tempi e dei costi reali legati a questa fonte di energia.
Per questo oggi siamo in piazza, per festeggiare 22 anni senza nucleare e dire SI alle energie rinnovabili, puntando fortemente su politiche di risparmio e di efficienza.
Il futuro energetico del mondo non è l'attuale nucleare e nemmeno il carbone con il suo forte impatto ambientale e sanitario provocato dalle emissioni di Co2 e dalle polveri sottili bensì nella generazione diffusa dell’energia e nella realizzazione di una rete energetica intelligente che riduca al minimo gli sprechi e punti fortemente sulla ricerca e l'innovazione
tecnologica.
Noi Verdi abbiamo fortemente voluto il Conto Energia, unico incentivo statale che permette di diventare produttori di energia e di guadagnare tramite l'energia elettrica prodotta e rivenduta dal proprio impianto fotovoltaico. Tra l’altro puntare sulle energie rinnovabili vuol dire incentivare lo sviluppo di nuovi posti di lavoro e di imprese.

Sabato 7 Novembre i Verdi festeggeranno il compleanno del Referendum sul nucleare.
FONTE: verdi.it

Abbiamo pensato di organizzare il primo degli appuntamenti di "Io Parlo Verde", che si svolgeranno nelle prossime settimane il sabato pomeriggio a Roma a Largo Argentina, dalle 15.30 alle 16.30.
Metteremo a disposizionedi tutti un microfono aperto per dialogare con quanti vorranno prendere la parola.
Al microfono si alterneranno i protagonisti della vittoria referendaria contro il nucleare, esponenti delle associazioni ambientaliste, ecologisti e tutti i cittadini che vorranno dire la loro.
Si parlerà anche delle grandi opportunità date dalle energie rinnovabili.

Saranno presenti - oltre ad Angelo Bonelli, presidente dei Verdi italiani - anche l’attore e cooperante Giobbe Covatta, Pippo Onufrio di Greenpeace, Massimo Scalia, ambientalista, Roberto Della Seta esponente degli EcoDem, Giuliano Tallone presidente della LIPU, Bruno Mellano, presidente dei Radicali.

Durante l'iniziativa verrà tagliata una torta raffigurante per metà il simbolo del “Sì al Solare” e per l’altra metà il simbolo del nucleare chiaramente sbarrato.

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