I test hanno dimostrato che l’apporto di vitamina B può rallentare sensibilmente l’insorgere di disturbi legati all'avanzare dell'età
Svelata l’ultima arma nella battaglia contro l’Alzheimer: una semplice vitamina. I ricercatori dell’Università di Oxford hanno rivelato che l’assunzione quotidiana di pastiglie a base di vitamina B rallenta il processo di perdita delle facoltà mentali che si verifica con l’incedere dell’età, causando segni precoci di demenza, come la perdita di memoria.
In un esperimento durato due anni, è stato riscontrato che l’assunzione della vitamina riduceva fino al 50% l’atrofia del cervello in un gruppo di persone anziane.
Una pastiglia vitaminica che freni la regressione cognitiva associata all’aumento dell’età potrebbe avere implicazioni di portata colossale. Circa 1.5 milioni di persone in Inghilterra, 14 milioni in Europa e 5 milioni negli Stati Uniti hanno problemi legati alla perdita di memoria, difficoltà nell’uso del linguaggio e altre disfunzioni conosciute come Graduale Indebolimento Cognitivo (MCI), metà delle quali degenerano nello sviluppo dell’Alzheimer o altre forme di demenza senile nell’arco di cinque anni.
Anche un lieve rallentamento di questo processo rappresenterebbe una grande conquista dal punto di vista umano ed economico. In ogni caso gli scienziati sostengono che sia ancora prematuro prescrivere agli anziani che soffrono di lapsus di memoria l’assunzione di vitamina B, almeno fino a che gli studi non consentiranno di mettere in luce tutti i rischi e i benefici.
La vitamina B si trova nella carne, nei cereali e nelle patate. Favorisce la crescita e il proliferare delle cellule, rafforza il sistema immunitario e aiuta a mantenere in buona salute la pelle e le ossa.
Il Professor David Smith del Dipartimento di Farmacologia della Oxford University, e co-leader dell’esperimento ha dichiarato «E’ una scoperta eccezionale. Speriamo davvero che questo trattamento così semplice e sicuro possa frenare lo sviluppo dell’Alzheimer in molte persone che soffrono di graduale indebolimento cognitivo». «Sono risultati estremamente promettenti, ma – precisa- prima di poter cantare vittoria sono necessari ulteriori test e verifiche».
Gli effetti di lungo periodo dell’assunzione di grandi dosi di vitamine non sono del tutto noti, ma alcuni studiosi ritengono che possa causare l’insorgere di alcune forme di cancro. «Io comunque proverei questa terapia senza esitazione», conclude il professore.
Chris Kennard, a capo del Consiglio di Neuroscienze sulla ricerca medica ha dichiarato: «Questo esperimento ci consente di compiere un grosso balzo in avanti nella scoperta del complesso quadro neurobiologico che sottende all’avanzare dell’età e al declino cognitivo»
fonte: lastampa.it
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