Rimane ferma la posizione dell'assessore regionale all'ambiente delle Marche, Marco Amagliani, sul fronte del no al nucleare dopo che il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge sullo sviluppo con il conseguente ritorno all'energia nucleare.
''Da sempre - ha sottolineato Amagliani - sostengo che il mio rifiuto al nucleare non e' dovuto ad un preconcetto, bensi' ad un'attenta analisi costi-benefici. L'uranio, risorsa scarsissima nel nostro Pianeta e presente in pochi paesi del mondo, sara' esaurito nel giro di 20 anni. Il tempo presunto che servira' all'Italia per costruire le centrali individuate dal governo. Per non parlare dei costi elevatissimi che dovra' sostenere la collettivita' per la realizzazione di nuovi insediamenti''.
''Il Nucleare, come detto piu' volte - ha aggiunto l'Assessore - e' una scelta anti-economica, pericolosa e anacronistica. Il Governo nazionale ostacola, invece di incentivare le fonti alternative, promuovendo il nucleare a scapito degli impianti che utilizzano le fonti rinnovabili.
La politica energetica del Governo regionale e' e rimane ben diversa da quella nazionale. Il Piano Energetico Ambientale Regionale, approvato gia' quattro anni fa, sta dando risultati oltre le aspettative. I tre grandi assi strategici stabiliti nel PEAR, risparmio energetico, fonti rinnovabili e produzione distribuita sul territorio, sono quelli che ora permettono di ridurre il deficit elettrico regionale, creare nuovi investimenti, nuovi posti di lavoro e, non meno importante, permettono di evitare l'immissione in atmosfera di migliaia di tonnellate di gas responsabili del surriscaldamento del pianeta.
Anche in Umbria il ritorno al nucleare e' stato considerato come 'scelta folle'. Oliviero Dottorini capogruppo dei Verdi e civici in Consiglio regionale, ha commento negativamente l'approvazione al Senato del ddl Sviluppo che di fatto riapre la strada all'energia atomica e torna a riproporre la mozione gia' presentata dai Verdi e civici alcuni mesi fa. ''Quella del nucleare - ha detto - e' una scelta ideologica e perdente, che non produrra' risultati se non quello di riportare il nostro paese al medioevo energetico''.
Il capogruppo dei Verdi ha chiesto che l'Umbria ''ribadisca la propria indisponibilita' ad accogliere centrali atomiche nel proprio territorio. Non e' pensabile che oggi, quando l'intero pianeta sembra inoltrarsi verso politiche economiche ambientalmente sostenibili, vi sia ancora chi pensa di tutelare i grandi gruppi economici danneggiando un tessuto economico diffuso e gia' operante nel territorio''.
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