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giovedì 9 settembre 2010

Greening Water Law : una crisi idrica globale giudicata possibile nel breve periodo


L'United nations environment programme (Unep), chiede ai governi e alle autorità che si occupano di risorsa idrica di rivedere la normativa integrandola nella sua dimensione ambientale se si vuole scongiurare una crisi idrica globale giudicata possibile nel breve periodo. L'allarme e la proposta sono contenuti in un nuovo rapporto (Greening Water Law) presentato da Unep a Stoccolma dove è in corso la Settimana mondiale dell'acqua. Nel documento viene ribadito come sia in aumento la concorrenza tra le varie esigenze idriche della popolazione umana in rapida crescita e gli ecosistemi che hanno bisogno di acqua per mantenersi in vita. Secondo il rapporto dell'Unep questa è la sfida più importante che è di fronte ai governi di tutto il mondo: trovare il modo di soddisfare le crescenti esigenze di acqua della società umana, mantenendo in salute gli ecosistemi d'acqua dolce con tutta la loro biodiversità.

La sfida non è facile perché in entrambi gli ambiti, umano e ambientale (che in realtà non sono separati), si parte da una condizione di sofferenza. Quasi 1,8 milioni di bambini di età inferiore ai cinque anni muoiono ogni anno per malattie gastroenteriche (colera, il tifo, e dissenteria) attribuibili ad una mancanza di acqua potabile e servizi igienici di base. Nel rapporto Unep si stima che se la comunità internazionale non riesce ad adottare misure per migliorare l'approvvigionamento d'acqua dolce per bere, la depurazione e l'igiene in generale, ben 135 milioni morti potrebbero verificarsi entro il 2020.

Del resto l'utilizzo non sostenibile delle acque dolci e l'impatto antropico sugli ecosistemi sono le cause principali della perdita di biodiversità i cui effetti sono ben evidenti in fiumi, laghi e zone umide in tutto il mondo. Ad esempio in Nord America circa il 27% della fauna d'acqua dolce è minacciato di estinzione a causa della carenza idrica e dell'inquinamento. In Croazia, per citare un altro esempio riportato nel rapporto, oltre un terzo di tutte le specie di pesci d'acqua dolce sono attualmente in pericolo. «Basta parole, è la legge che fornisce la struttura attraverso la quale le nuove politiche possano essere attuate- ha dichiarato il professor Gabriel Eckstein, principale autore dello studio- Per raggiungere un maggiore equilibrio tra le esigenze di acqua dell'uomo e dell'ambiente richiederà cambiamenti significativi nella legislazione con adeguati strumenti giuridici per raggiungere questo obiettivo».

Avere un governo mondiale dell'acqua che indichi le linee guida trovando adeguati "punti di caduta" per soddisfare tutte le esigenze, anche attraverso l'aiuto di una revisione normativa, è senza dubbio importante. Ma non basta. E' necessario cambiare modello di sviluppo economico indirizzandosi verso scelte "green", rivedere il concetto di distribuzione delle risorse di base e di accesso alle stesse, che se improntato all'equità porta di per sé ad una maggiore possibilità di mantenerle per le generazioni future. Tra le risorse ovviamente sono inclusi gli ecosistemi naturali con le specie animali e vegetali che vi vivono.
FONTE: http://www.greenreport.it/_new//index.php?page=default&id=6567

mercoledì 2 settembre 2009

risorse idriche: Poliziotti dell’acqua a Los Angeles


Che l’acqua sia un bene prezioso e che non bisogni sprecarla, è ormai risaputo da anni. Specialmente in zone come la California, dove il caldo abbonda e ampie fette dell’ormai ex Golden State sono fasce desertiche. Dev’essere per questo che l’amministrazione di Los Angeles, una megalopoli da quasi 4 milioni di abitanti, ha scelto di dotarsi di 15 poliziotti in più. Poliziotti molto speciali, addetti a girare per la città cercando sprechi di quello che ormai viene sempre più spesso chiamato “oro blu”.

Un’iniziativa che ha avuto successo, grazie a due punti chiave: una linea verde anonima per le denunce e multe da 100 dollari per i trasgressori. Così il Los Angeles Water conservation team ha iniziato a rigirare la città come un calzino, facendo diminuire i consumi d’acqua del 12 per cento rispetto allo scorso luglio e portandoli al livello più basso da 32 anni a questa parte.

In realtà fino ad ora, considerato che l’iniziativa è appena nata, i poliziotti dell’acqua si sono limitati, nelle loro oltre 4600 ispezioni, ad avvertimenti verbali più che ricorrere alle multe. Eppure c’è già chi è stato “pizzicato” come recidivo ed ha scoperto che le sanzioni sono crescenti: 100 dollari la prima, 200 la seconda, 300 la terza. Oltre, non si è ancora andati. Almeno fino ad ora.

In realtà - ha spiegato David Nahai, capo del Dipartimento cittadino acqua ed energia - Il nostro obiettivo, più che incassare con le multe, è ridurre il consumo. Anche perché chi consuma molta acqua, economicamente paga già un conto salato”. Per far fronte alla siccità che ogni estate attanaglia Los Angeles, infatti, chi consuma più di un certo quantitativo d’acqua prestabilito paga, in proporzione, sempre di più. Con buona pace di chi vorrebbe riposarsi e trovare una tregua dal caldo nella piscina di casa.
fonte:panorama.it

martedì 16 giugno 2009

INDIOS VINCONO LA BATTAGLIA, GOVERNO RITIRA LEGGI CONTESTATE


Gli indios della selva amazzonica peruviana sembrano aver vinto la loro battaglia. Al termine di un incontro con gli ''Apus'', rappresentanti di diverse tribu', nella selva centrale della regione di Junin, il primo ministro Yehude Simon si e' impegnato a presentare oggi stesso al parlamento la proposta di abrogazione dei decreti sullo sfruttamento delle risorse idriche e naturali, contestati dai popoli nativi. A Bagua, citta' dove dieci giorni di duri scontro fra polizia ed indios avevano causato 34 morti, e' stato revocato lo stato di emergenza. Ma la resistenza degli indios non sembra essersi placata: lungo le strade della zona ci sono ancora molti blocchi stradali e per il prossimo 24 giugno resta confermata una manifestazione nazionale contro il governo di Lima.

LEGGI ANCHE:
Indios contro le esplorazioni petrolifere sulle loro terre amazzoniche.
DIRITTI UMANI: ORGANIZZAZIONI DENUNCIANO VIOLAZIONI IN AMAZZONIA

venerdì 13 marzo 2009

ALLARME ACQUA :


A causa del cambiamento climatico, ma anche della brusca crescita della popolazione mondiale, entro il 2030, quasi la meta' della popolazione mondiale vivra' in aree ad alto stress idrico, tra cui l'Africa che contera' tra 75 e 250 milioni di persone sottoposte a tale pressione. Lo denuncia un nuovo Rapporto elaborato con il concorso di 24 agenzie delle Nazioni Unite, che punta il dito anche contro una diffusa incapacita' gestionale e la crescente domanda di energia che hanno accentuato la pressione su risorse idriche mondiali che stanno diminuendo. Secondo il Rapporto, con una popolazione mondiale ormai attestata a oltre 6 miliardi, alcuni Paesi hanno gia' toccato i limiti delle proprie risorse idriche.

''Il cambiamento climatico rendera' questa situazione ancora piu' drammatica'', ha dichiarato William Cosgrove, coordinatore ONU del ''World Water Development Report''.

''Non solo perche' aumentera' la variabilita' del clima, ma anche perche' provochera' un incremento della gia' esistente pressione sulle risorse idriche'', ha aggiunto nel corso della conferenza stampa di presentazione del rapporto a New York.

Il Rapporto ''L'acqua in un mondo che cambia'', una valutazione triennale globale sulle risorse d'acqua dolce, e' stato lanciato al Palazzo di vetro In vista del V Forum Mondiale sull'Acqua, che si terra' ad Istanbul dal 16 al 22 marzo 2009.

Qualcuno aveva profetizzato che le guerre del terzo millennio sarebbero state combattute non per il petrolio ma per l'acqua. Nessuno può dire se questo funesto scenario geopolitico prenderà mai corpo. Una cosa però è certa: se le cose non dovessero cambiare fra una quarantina d'anni due miliardi di persone resteranno all'asciutto. Il drammatico scenario sul futuro del pianeta emerge da uno studio della Fao. E' stato illustrato dal responsabile del settore per la gestione delle risorse idriche e presidente di turno dell’organismo Onu "Un Water" Pasquale Steduto, nell’ambito di un incontro tematico organizzato dall’Accademia dei Georgofili a Firenze. Crescita della domanda Per due terzi della popolazione mondiale fra pochi decenni la vita quotidiana potrebbe diventare un incubo, con la lotta quotidiana contro la scarsità d'acqua. Ma su quali basi la Fao arriva a preconizzare uno scenario così drammatico? "Fino al 2030 - spiega Steduto - la crescita della domanda viaggerà a ritmi doppi rispetto al tasso di crescita della popolazione. Se ne deduce che uno dei principali problemi con cui dovremo fare i conti sarà l’amministrazione responsabile, efficiente ed equa delle risorse idriche a disposizione". Ma si può correre ai ripari A ben vedere oggi esiste già un modo innovativo con cui fronteggiare l'emergenza. Come? "Attraverso tecniche più produttive in agricoltura, - aggiunge l'esponente della Fao - che incide per circa il 70% sull’intera quantità prelevata da falde acquifere, riciclaggio, desalinizzazione delle acque salmastre, riduzione degli sprechi e dei consumi di lusso". Sembra incredibile ma la risposta ai problemi di scarsità dell'acqua è più facile di quanto potremmo immaginare: utilizzare l'acqua del mare. Che non è infinita ma, comunque, sulla terra è presente in quantità enorme. Certo, togliere il sale non è un'operazione semplice ma già oggi qualcuno lo fa con risultati tutto sommato incoraggianti. Basti pensare ai prati verdissimi che spuntano quà e là nel deserto...

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